Mangerai il pane con il sudore del tuo volto... il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.
Genesi 3:17,19

Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze.
Ecclesiaste 9:10

L'origine della festa del lavoro risale al 1° Maggio dell'anno 1886, giorno in cui più di 400.000 lavoratori si ribellarono a Chicago per ottenere la giornata lavorativa di otto ore. Questo giorno è diventato il simbolo delle rivendicazioni dei lavoratori. Anche in Italia è una giornata non lavorativa, ma retribuita.

Il cristiano non deve dimenticare l`origine della fatica legata al lavoro. Dio aveva posto l'uomo nel giardino di Eden "perchè lo lavorasse e lo custodisse" senza fatica (Genesi 2:15); poi ci fu la disubbidienza e la caduta nel peccato e il lavoro, da allora in poi e per tutte le generazioni, è diventato faticoso (Genesi 3:17-19).

Quanto sudore, quanti sospiri, quanti incidenti! Per non parlare delle sofferenze causate dallo spirito di dominio e dall'egoismo, che spinge l'uomo fino a ridurre in schiavitù i propri simili!

Il credente è esortato a lavorare pacificamente e onestamente, senza ozio e senza pigrizia (Romani 12:11), per soddisfare i bisogni propri e quelli della sua famiglia, e per dare ai più poveri (2 Tessalonicesi 3:12, 13; Atti 20:35). E non deve farlo "come per piacere agli uomini, ma... con benevolenza", come se servisse" il Signore e non gli uomi­ni".
(Efesini 6:6, 7)

IL BUON SEME
 
Il lavoro del giusto serve alla vita. (Proverbi 10:16)
 

 

La dignità del lavoro - Tonino Mele

"Quanto sono numerose le tue opere, Signore!
Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze" (Salmo 104:24).

Il versetto che precede, recita: "L'uomo esce all'opera sua e al suo LAVORO fino alla sera" (v.23). E i versetti ancora precedenti parlano delle "bestie della foresta" che durante "la notte" cercano "il loro cibo" fino a che non "rientrano ... nelle loro tane" (vv.20-22). Ed ancor prima si parla del "sole" che "conosce l'ora del suo tramento" (v.19), degli "uccelli" che "fanno i loro nidi" (v.17) e degli "alberi del Signore ... che egli ha piantati" (v.16).

Tutto ciò serve a mostrare che, non solo "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro", come recita l'articolo 1 della Costituzione, ma tutta la Creazione è fondata sul lavoro. A partire da quello del Creatore stesso che in "sei giorni" ha creato tutto e poi è "entrato nel suo riposo" a quello di ogni essere e cosa creata, che è chiamata ed emulare il proprio Creatore, alternando cicli di lavoro e di riposo.

Tutto ciò ci spinge a fare una considerazione molto importante. La dignità del lavoro nasce ancor prima che sia riconosciuta dalla Costituzione e da qualsiasi legge umana, senza togliere niente a queste importanti acquisizioni sociali e giuridiche.

La dignità del lavoro è connaturata al nostro essere creature di un Creatore-Lavoratore, cioè il Signore, il quale, sin dall'inizio della sua Rivelazione speciale, la Sacra Bibbia, si è presentato, non come un Dio che vive nell'ozio, ma come un Dio che si è 'rimboccato le maniche" e ha messo in piedi quella 'fabbrica' (la Creazione), dove tutte le creature sono chiamate a fare la loro parte, per mandarla avanti nel migliore dei modi.

Ecco perché nella Sacra Bibbia, la pigrizia è presentata come un grande peccato, il che è anche peggio dell'essere causa legittima di licenziamento. La pigrizia ci fa scadere dalla nostra umanità e ci fa diventare peggiori persino degli animali più infimi della Creazione. Ecco perché nel libro dei Proverbi, quasi a mò di sfotò è scritto: "Va', pigro, alla formica;
considera il suo fare e diventa saggio!" (Pr 6:6). Ciò vuol dire che, anche se è l'uomo la creatura più in alto della Creazione e dovrebbe essere il modello di tutta la Creazione, se scade nella pigrizia, scade anche da quella posizione privilegiata in cui Dio l'ha messo, e persino la semplice formica, con tutta la sua operosità, da all'uomo uno schiaffo morale.

È vero che oggigiorno, spesso il lavoro non c'è e chi vorrebbe lavorare, il lavoro non lo trova. Attenzione però! Il lavoro, prima ancora di essere qualcosa che altri mi danno, è un modo di essere. Fa parte del nostro essere creazionale, come il respirare, il parlare, il muoverci, ecc. Se il lavoro non c'è, non piangiamoci addosso, ma cerchiamo di essere lo stesso attivi, creativi, industriosi, laboriosi, anche nel nostro piccolo e con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione.

Come dice ancora la Sacra Bibbia: "Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c'è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza" (Ecclesiaste 9:10). Non aspettare che siano solo gli altri a dirti ciò che devi fare, ma fallo tu in prima persona e fallo con passione, anche perché può succedere che proprio così troverai il lavoro che cerchi.

alex

La Festa del lavoro viene celebrata in molti paesi del mondo per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale, oltre che le battaglie operaie per la conquista del diritto sull’orario di lavoro. Furono poi i gravi incidenti del 1886 di Chicago a seguito di uno sciopero che spinsero le organizzazioni operaie ad avere proprio il primo maggio come data da ricordare.

Nella Legge di Mosè, rivolgendosi ai datori di lavoro, Dio diede al Suo popolo un ordine che definiremmo “sindacale”, quello cioè di pagare il salario giornaliero all’operaio perché il non farlo avrebbe rappresentato una disonesta violazione passibile di condanna.

Ci sono voluti scioperi, battaglie, morti affinché le classi operaie, continuamente sfruttate dai padroni, ottenessero giusti diritti a fronte dei propri doveri. Se tutti vivessimo, anche nel mondo del lavoro, nel rispetto reciproco, nell’onestà e la trasparenza predicati nelle Sacre Scritture, tanto sangue non sarebbe stato versato.

R.C.

Copyright © Edizioni C.E.M.

alex

Viviamo in un tempo in cui il lavoro è diventato una cosa sempre più difficile da trovare e, quando lo si trova, si rischia di imbattersi in datori di lavoro che, approfittando della crisi, sfruttano i loro operai.

Il nostro versetto ci parla di come il primo datore di lavoro della storia, l’Eterno, abbia assunto il primo impiegato della storia, Adamo, affinché si prendesse cura del giardino dell’Eden, uno dei gioielli più preziosi della creazione. Gli ha dato piena fiducia, gli ha messo a fianco un aiuto convenevole, ossia Eva, e non c’era nessuna concorrenza da fronteggiare o licenziamento da temere.

Sarebbe bello ritornare alle origini, ma dobbiamo vivere nella situazione attuale, confidando nel Signore. Infine, non dimentichiamo due cose importanti: prima di tutto, che in fondo il nostro vero Datore di lavoro resta il Signore ed è per Lui che dobbiamo fare ogni cosa; secondo, che, anche nella situazione ideale dell’Eden, l’uomo si è fatto “licenziare” quando ha messo da parte il Signore! t.m.

Copyright © Edizioni C.E.M.

alex

Mangerai il pane con il sudore del tuo volto... il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita.
Genesi 3:17,19

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