Secondo un nuovo rapporto di ricerca che ho pubblicato questa settimana,
nel corso dell'ultimo anno il numero degli ebrei nel mondo è aumentato
di 80.000 persone e ha raggiunto un totale stimato a 13.428.000.
L'incremento è interamente dovuto alla crescita di Israele la cui
popolazione ebraica è giunta a 5.704.000, su un totale di 7.552.000
abitanti.
Di questi, 313.000 sono membri non ebrei di famiglie ebraiche
immigrate, e oltre un milione e mezzo sono arabi. Nel resto del mondo,
il numero degli ebrei è sceso quest'anno di 15.000 unità. Israele
rappresenta oltre il 42 per cento del totale mondiale, grazie a una
popolazione ebraica ancora giovane con un'età mediana di poco oltre i 30
anni e 2,9 figli in media per donna. Nella Diaspora l'età mediana è ben
oltre i 40, e il numero di figli ebrei è ben al di sotto dei 2. Il 42
per cento di tutti gli ebrei nella Diaspora si sposano con partners non
ebrei. Ma anche Israele ha le sue preoccupazioni demografiche. L'intera
popolazione presente sul suolo dalle rive del Mediterraneo al fiume
Giordano ha raggiunto la cifra notevole di 11.445.000, inclusi 2.200.000
palestinesi in Cisgiordania e 1.470.000 a Gaza, oltre a 222.000
lavoratori stranieri. Rispetto a questo grande e diverso aggregato umano
- maggiore rispetto a paesi come la Svizzera, l'Austria, la Svezia, il
Belgio, il Portogallo e la Grecia - la popolazione ebraica costituisce
il 49,8 per cento (appena meno della metà!), che diventano il 52,6 per
cento se si incorporano gli oltre 300.000 parenti oriundi non di
religione ebraica. Se si escludono Gaza - dove non vi è presenza
israeliana - e la realtà provvisoria dei lavoratori stranieri, la
maggioranza ebraica con gli oriundi sale al 61,7 per cento, e se si
escludono anche i palestinesi della Cisgiordania, tale maggioranza sale
al 79,7 per cento. L'intero documento può essere scaricato dal sito
della North American Jewish Data Bank.
(Notiziario Ucei, 25 novembre 2010)
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