E' na catena ormai

Soltanto Gesù può risolvere il più grande problema della nostra vita.
Sapete qual è il più grande problema della nostra vita?
Già, le persone più anziane pensano naturalmente al loro fegato, o al cuore, o a qualche altro organo che non funziona bene.
Questi sì che sono problemi! Per i giovani si tratta invece della «ragazza» o del «fidanzato». 
 
Così ciascuno ha i suoi problemi. Ma credetemi, il più grande problema della nostra vita è il nostro stato di colpa davanti a Dio.

Per decenni sono stato pastore tra i giovani, e ho sempre cercato nuove immagini per far loro capire questo messaggio.
Vorrei adoperare anche per voi uno di questi paragoni.
Immaginate che ognuno di noi porti sin dalla nascita un collare di ferro
intorno al collo. A questo collare è attaccata una catena alla quale viene aggiunto un anello ogni volta che si pecca.
Un pensiero cattivo, un nuovo anello. Rispondo sfacciatamente a mia
madre, un altro anello.

25.05.2011 - Netanyahu al Congresso: sui confini decido io

Le critiche pioveranno,di nuovo i confini del '67 non sono in vendita, di nuovo Gerusalemme è indivisibile e i profughi del '48 compresi i pronipoti dovranno trovare rifugio a casa loro, e non in Israele... ma Benjamin Netanyahu ha scelto così, un discorso agrodolce con aperture sottili e molti sguardi diretti: se ci volete vivi è così. Se ci volete morti, ci difenderemo.
 
Ci sarà tempesta, molti amano odiare Netanyahu, ma nessuno può togliere a Bibi la formidabile accoglienza che il Congresso americano a Camere riunite, destra e sinistra, ha dedicato ieri al Primo Ministro israeliano. È andato in scena il coraggio della fede nella democrazia, dei valori comuni. Ventisette volte Netanyahu ha ricevuto ovazioni entusiastiche, piacesse o meno a Obama. Due Paesi si sono mostrati per mano sicuri che il rifiuto del cinismo non sarebbe stato scambiato per retorica.

La biblioteca di Paolo

"Quando verrai porta il mantello che ho lasciato a Troas presso Carpo e i libri, soprattutto le pergamene" (2 Timoteo 4:13).

Che cosa leggeva l'apostolo Paolo? Non lo sappiamo e possiamo solo indovinare che cosa fossero queste pergamene a cui egli fa riferimento. Paolo aveva lasciato a Troade dei libri a cui teneva, forse avvolti in un mantello. Anche un apostolo deve leggere. Alcuni dei nostri fratelli in fede ritengono che un predicatore che legge dei libri e prepara attentamente il suo sermone sia un predicatore piuttosto deplorevole. Mentre un uomo che sale sul pulpito affermando di cogliere sul momento il testo biblico su cui predicherà e dice una quantità di banalità, per alcuni è il massimo... Se poi parla senza premeditazione, o afferma di farlo senza cibare il cervello di gente spiritualmente morta - allora quello è un vero predicatore!

Non spargere alcuna voce calunniosa ...

Mosè sul monte Sinai ricevette da Dio la Legge e dei precetti morali fra i quali: "Non spargere alcuna voce calunniosa..." (Esodo 23:1).
 La calunnia, "falsa accusa che si muove a qualcuno, pur sapendolo innocente, per danneggiarlo" è diffamazione, maldicenza.
 
La Bibbia ci insegna che chi condanna l'innocente e chi assolve il colpevole è disapprovato e giudicato da Dio (Proverbi 17:15).
Il maldicente è un trasgressore della Legge di Dio ed è colpevole, sia davanti a Dio sia davanti agli uomini.
 
Giuseppe fu accusato ingiustamente dalla moglie di Potifar, ufficiale di Faraone (Genesi 39:17, 18), ma il Signore fu con lui e lo liberò da una detenzione ingiusta. Non solo, Dio si usò di Giuseppe per conservare in vita la sua famiglia in tempo di carestia.

Il profeta Geremia era oggetto di continue calunnie da parte del popolo, ma Dio era con lui e lo proteggeva da ogni male (Geremia 20:10-13).

La pula

"Non così gli empi; anzi son come pula che il vento disperde" (Salmo 1:4)

Gli empi! Chi sono gli empi? Sono forse i peccatori volgari che bestemmiano il nome di Dio, che infrangono le leggi degli uomini e dello stato, quelli che nessuno gradisce veder liberi? Certamente questi appartengono alla categoria degli empi, ma ve ne sono di peggiori.

Chi sono allora gli empi? Sono forse quelli che non credono nell'esistenza di Dio, che trascurano le forme esteriori della religione, che si burlano delle cose sacre e ridono di quelle che fanno tremare gli angeli? Certamente anche questi appartengono alla categoria degli empi, ma ve ne sono di peggiori.

Forse gli empi sono gli schernitori, la feccia del genere umano. Sono quegli uomini le cui iniquità sono già un giudizio contro di loro ed i peccati che commettono gridano contro di loro. Certamente anche questi appartengono alla categoria degli empi, ma ve ne sono di peggiori.

L'uomo la cui spada si attaccò alla mano

Eleazar, un modello di coraggio e perseveranza nel servizio cristiano - II Sam. 23:9-10 
Al servizio di Davide troviamo molti uomini valorosi che gli rimasero fedeli tutta la vita che cominciarono a seguirlo quando le sue sorti erano veramente al minimo livello, quando era ritenuto un ribelle e un fuorilegge.

Stanchi del malgoverno di Saul, scelsero un modo in cui potevano servire meglio il loro paese e il loro Dio e, anche a costo di grandi rischi, furono ampiamente ricompensati dagli onori che, al tempo debito, condivisero con il loro conduttore.

Quando Davide ascese al trono, quanto dovettero rallegrarsi i loro cuori! E quando ebbe la vittoria quanto dovettero essere raggianti di gioia ricordando le privazioni che avevano sofferto con il loro capitano!

Noi non aspiriamo ad essere ricordati in un catalogo di valorosi in una delle guerre di questo mondo, ma si sta scrivendo un registro di eroi che, combattendo per Cristo, escono fuori dal campo portando il Suo vituperio.

Il lavoro della coscienza, illuminata dalla Parola di Dio

Il credente, nel suo cammino pratico, è chiamato ad essere cosciente dei propri errori. Non è forse in questo che noi manchiamo?
Non esaminando le cose alla luce della Parola di Dio — vero specchio che ci dice ciò che siamo (Giacomo 1:23-24) — noi abbiamo la tendenza di passar sopra a molte manchevolezze senza renderci conto che davanti a Dio esse sono veramente dei peccati.
Il salmista sentiva il bisogno di pregare: «Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua» (Salmo 139:23-24).

Paolo poteva dire «Non ho coscienza di alcuna colpa; non per questo però sono giustificato: colui che mi giudica è il Signore» (1 Corinzi 4:4). Dobbiamo esaminare noi stessi e la nostra maniera di comportarci ogni giorno; ogni giorno dedicare un momento per considerare alla luce della Parola di Dio a che punto stanno le cose; questo ci aiuta a discernere quello che nel nostro cammino non è alla sua gloria e non riflette dell’amore per il Signore o dell’amore per i nostri fratelli o il nostro prossimo.

« Se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto» (1 Giovanni 2:1).

Un miracolo mille euro!

Da dove potrei iniziare se non pregando Te mio Dio, da dove potrei, altrimenti, a Te chiedo mio Signore,  a Te affido la mia mente e il mio Cuore,  perché io sono Tuo, Signore, cosa potrei chiedere di più, cosa avrebbe più valore di questo, Signore concedimi questa Grazia non per me ma per la Tua Gloria!!

Uniamoci nel Signore.

Carissimi fratelli e sorelle,  per la grazia che nostro  Signore  ogni giorno ci dona, vi scrivo, consapevole che l’amore di Cristo ci sostiene e ci guida, incoraggiandoci in ogni nostro bisogno, in ogni nostra speranza, che non è soltanto necessità delle cose del mondo, ma nella verità  e per la verità di chi crede nel Signore, è una  strada, una via, dove tutto con

La Grazia e il frutto

La domanda a cui prestare maggiore attenzione è la seguente: "Come posso intrattenere una relazione con Dio in modo tale da vivere una vita leale con la sua volontà?". Gesù stesso ci ha dato la risposta: "Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla" (Giovanni 15:4,5).