Ricostruire la storia di un popolo non è sempre possibile, soprattutto quando questo affonda le radici in epoche assai remote. Il percorso narrativo che si propone nel racconto Biblico si allontana da noi di diversi millenni specialmente nei primi quattordici capitoli della Genesi, e gli studiosi si sono imbattuti in compiti ardui e difficili per cercare di ricostruire la cronologia degli eventi narrati. Varie difficoltà incombono sul testo dal momento che il lettore si pone alcune domande: “chi, e perché ha scritto, e per quale motivo lo ha tramandato?”
La storia e i suoi avvenimenti, diventano così oggetto di ricerche e di indagini, archeologica, extrabiblica, numismatica, antropologica, letterale, insomma molte discipline scientifiche si intrecciano e tutte si fondono per lo stesso scopo: la possibilità di realizzare e formulare un resoconto critico ed analitico degli eventi, per datarne la sua successione, per stabilirne la loro provenienza, per tracciare la mappa geografica-politica di quel tempo e per ricostruire le tradizioni di un popolo che si racconta. Queste sono alcune delle necessità che gli studiosi di tutto il pianeta hanno cercato di risolvere attraverso la ricerca di materiale che possa attestarne la sua datazione e la ricostruzione dei percorsi storici narrati.
Trovo interessante formulare un esempio per carpirne il senso pratico della criticità sulla ricostruzione storica, questa appare evidente in “Esodo 14” nel testo si narra la fine della schiavitù e l’uscita del popolo Ebraico ma non viene menzionata la data e il Faraone che regnava in quell’epoca, poi bisogna tenere presente che anche se le date a volte vengono menzionate spesso fanno riferimento a date che non sempre sono controllabili. Ad esempio, in 2Re 25,27 leggiamo: “il trentasettesimo anno dalla deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il ventisettesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione”.
Ora, qui si ha una data molto precisa ma essa dipende dall’anno esatto in cui Ioiachin fu deportato, poi per quanto concerne il racconto dell’esodo, l’unica fonte documentale certa rimane il testo Biblico, in quanto gli studiosi analizzando le fonti documentali Egizie, queste non danno alcuna informazione circa i fatti accaduti e narrati in Esodo. Concludendo, possiamo dire che le difficoltà bibliche si incontrano quando si vogliono colmare i vuoti che il redattore ha tralasciato di menzionare, ma è opportuno riflettere, che la bibbia, sebbene storica, non è un libro di storia. Casomai, è il libro della storia di Dio con l’umanità, occorre quindi essere onesti.
Possiamo cercare di tracciare una cronologia storica ma occorre essere consapevoli che possiamo sbagliare. A volte sembra quasi che la Bibbia ci impedisca di venire a capo. Ciò avrebbe un significato: “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24,36).
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