Un altro fattore da tener presente per tentare di distinguere fra emozioni/impressioni e convinzioni dello Spirito Santo, è la questione di chi ha la priorità. La nostra emotività può portarci a considerare prima di tutto i nostri interessi e a porre al centro della nostra attenzione ciò che è meglio per noi stessi. Lo Spirito Santo ci condurrà a fare ciò che rende gloria e onore a Dio, e gli interessi di coloro che stanno intorno a noi avranno il primo posto.
 
Giovanni Battista provava una forte avversione al pensiero di finire nella prigione di Erode. Era abituato agli spazi aperti, dove aveva la libertà di andare e venire come gli piaceva. Era stato abituato ad una vita attiva e non aveva nessuna aspirazione ad essere imprigionato in una tetra cella più di quanto non l'avremmo avuta noi. Se in cima alle sue priorità ci fossero stati i suoi bisogni, avrebbe ritrattato i suoi severi rimproveri in fretta e furia, riguadagnando così la libertà.
 
Ma mise i propri desideri da parte, perché la sua lealtà nei confronti di Dio esigeva che egli parlasse senza timore della verità, lasciando a Dio il compito di occuparsi delle conseguenze di una tale fedeltà.
 
Mise la gloria e l'onore di Dio al primo posto e, a dispetto della solitudine e dell'isolamento che viveva nella prigione, continuò a dire: "Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca" (Giovanni 3:30).

Talvolta siamo messi in grado di percepire la differenza fra le nostre emozioni e le impressioni dello Spirito Santo applicando il test della ragione e del sano giudizio. Noi siamo in grado di ragionare con il metro della causa-effetto, di riconoscere per esempio quando siamo particolarmente stanchi o sofferenti per gli effetti di un fortissimo stress.
Dio vuole che esercitiamo il nostro giudizio ed il buon senso nel prendere le decisioni che riguardano la nostra vita.

Ma la ragione ed il giudizio potrebbero non essere sufficienti. Alcune delle azioni più "assurde" che troviamo nella Bibbia furono messe in atto proprio da coloro che erano maggiormente sotto il controllo di Dio.
 
  • Che dire di Gedeone che attaccò il nemico armato solo di vasi e torce, insieme a trecento uomini?
  • Che dire di Gionathan e del suo scudiero che, da soli, l'ebbero vinta su un'intera armata?
  • Che dire di Davide che, vestito semplicemente da pastorello, praticamente a mani nude, andò incontro al gigante Goliath che era protetto da un'armatura dalla testa ai piedi?
  • E Giosuè che provò a conquistare una città camminandoci intorno e suonando delle trombe?
Se siamo sotto il controllo di Dio, "sintonizzati" sulla Sua guida, Egli potrebbe a volte portarci a fare cose che, apparentemente, vanno in maniera radicale contro un sano giudizio ed il normale buon senso!
Quindi, benché il giudizio ed il buon senso debbano essere tenuti in considerazione, essi non possono mai essere invocati come una prova pro o contro la guida del Signore.
 
Possiamo essere in grado di distinguere fra semplici emozioni e impressioni dello Spirito Santo sottoponendo tutta la faccenda alla prova del tempo.
 
Se c'è a disposizione del tempo prima di dover prendere una decisione, può essere di grande aiuto "dormirci sopra", prenderci del tempo per pregare e meditare sull'origine dei nostri impulsi.
 
Ma anche il test del tempo può risultare inadeguato, perché c'è l'esigenza di dover decidere in fretta. Pensiamo a Fineas, quando Israele fu sul punto di entrare nella Terra Promessa. Il piano di Balaam per riuscire a maledire Israele era in pieno svolgimento e la ribellione si era propagata al punto che uno dei capi del popolo entrò nell'accampamento in pieno giorno accompagnato da una prostituta moabita, e la condusse apertamente nella propria tenda.
 
Fineas, figlio del Sommo Sacerdote, non si ritirò in un cantuccio a riflettere per paura di essere impulsivo, ma entrò nella tenda ed inchiodò entrambi al suolo con un colpo solo della propria lancia!

Maria Maddalena, quella sera alla festa di Simone, non aspettò fino al giorno seguente per vedere se il suo impulso di ungere Gesù con l'olio profumato persisteva. Se lo avesse fatto, l'opportunità di rendere omaggio a Gesù non sarebbe probabilmente più stata disponibile.
 
Quando lo Spirito di Dio spinse Maria all'azione, essa ubbidì all'istante. Non si spiegava come mai avesse scelto proprio quell'occasione per onorare il Salvatore. Quando cominciarono ad accusarla, rimase senza parole, ma Gesù riconobbe il suo atto d'amore e le fece un'interessante promessa al riguardo. Disse che - ovunque si fosse parlato del Vangelo, fino alla fine - sarebbe stato ripetuto il racconto di ciò che Maria aveva fatto... Ed ecco che questa è una volta in più!

Dunque, ci sono diversi fattori che possiamo prendere in considerazione per capire se ciò che sentiamo è solo la nostra emotività, o se è qualcosa di ispirato dallo Spirito Santo.
 
  • Possiamo valutare se si tratta di sentimenti peccaminosi.
  • Possiamo renderci conto della differenza fra convinzione e senso di colpa.
  • Possiamo vedere se siamo noi la priorità oppure se lo sono l'onore e la gloria di Dio.
  • Possiamo applicare il test della ragione e del buon giudizio, ma fino ad un certo punto.
  • Possiamo anche permettere che il tempo ci schiarisca le idee, sempre che ci sia tempo disponibile.
Ma il più grande aiuto nel distinguere la differenza fra delle pure e semplici emozioni e la voce dello Spirito Santo nel nostro cuore è conoscere Dio. Come abbiamo sottolineato nel capitolo precedente, le pecore riconoscono la voce del Pastore e la distinguono dalla voce di un estraneo, perché conoscono il proprio Pastore.

Abramo conosceva Dio. Aveva speso del tempo sotto le stelle, quando il resto del suo mondo era addormentato, per comunicare con il Dio del cielo. Quando il Signore venne a lui per dirgli di lasciare il suo paese e il suo parentado e partire per un meta sconosciuta, egli partì, perché riconobbe la voce di Dio fra le tante che gli erano familiari.
 
Non andò avanti basandosi sulle proprie emozioni; era guidato da quelle che sapeva essere le direttive di Dio. Alla fine della sua vita, quando venne il tempo della prova suprema, Abramo non era assolutamente più soggetto alla propria emotività.
 
Tutto, nel suo cuore di padre, resisteva all'ordine di offrire in sacrificio Isacco. Tutte le sue speranze, tutti i suoi sogni, tutte le passate promesse di Dio costituivano un argomento contro un simile piano.

Ma conosceva la voce di Dio, così, senza tener conto di ciò che provava e per quanto fossero forti i suoi sentimenti, ancora una volta andò avanti uniformandosi alla parola del Signore. Come sai, Abramo aveva capito bene la voce di Dio e, quando ebbe superato la prova, gli fu provveduta una gloriosa liberazione: una lezione che avrebbe parlato attraverso il tempo e all'intero universo dell'amore di Dio nel mandare il Suo figliuolo a morire al nostro posto.

Dunque, quando è necessario conoscere la volontà di Dio nella nostra vita, è importante non decidere solo in base della nostra emotività. È importante prendere in considerazione tutti i passi che ci portano a riconoscere la guida di Dio.
 
Ma la più grande assicurazione, aldilà dei metodi per essere sicuro di essere guidato dal Signore, è data dal fatto che conosci Lui; allora Egli ti rivelerà chiaramente quale sia la Sua volontà per te. Conoscere Lui, e conoscere la Sua voce, è essenziale se vogliamo essere certi che non stiamo semplicemente seguendo le nostre emozioni.

Tratto e tradotto dal libro omonimo "How to know God's Will in your Life" di Morris L. Venden
Inviato da alex il

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