La festa dell’Epifania (che chiamiamo anche befana) è documentata per la prima volta negli scritti di Clemente di Alessandria, intorno al 150 d.C. La parola “Epifania” è la traslitterazione di una parola greca (epiphaneia) che significa: “manifestazione”. Nel contesto cristiano questo termine è stato associato con la visita dei magi d’Oriente a Gesù bambino a Betlemme di cui parla il Vangelo secondo Matteo (2:1-12).
Il modo in cui questi uomini saggi d’Oriente sono arrivati prima a Gerusalemme e poi a Betlemme (pochi chilometri distante), è significativo. L’eterno Creatore posizionò una stella sopra questi uomini, dicendo loro di seguire il suo spostamento. Così facendo arrivarono a dove Dio si era manifestato nella persona di un bambino. I pastori di Betlemme avevano ricevuto la notizia che era nato il Messia (Cristo) di cui avevano parlato i profeti. Questi uomini non ebrei, invece, ricevono la rivelazione che, come aveva previsto il profeta Isaia (49:5-6), Dio aveva mandato Cristo, oltre che per benedire Israele, anche come “lo strumento della [sua] salvezza” per tutte le nazioni della terra.
Che cose sono comprese in questa manifestazione?
In un’occasione la regina d’Inghilterra stava partecipando, a un evento che vedeva radunate molte persone che si erano distinte in diversi campi. Uno della compagnia era il suo primo ministro, Winston Churchill.
A un certo momento la regina chiede al primo ministero: “Mi scusi sig. Churchill, ma mi può dire da dove provengono tutte queste persone?
Churchill rispose: “Da bambini, sua maestà!”
Nessun bambino ha mai avuto in sé tante promesse di grandezza, virtù e progetti importanti, quanto aveva il bambino Gesù. E come i bambini cresciuti di cui parlava Churchill, Gesù va ricordato non come bambino ma per le cose uniche manifestate nella sua vita. Possiamo dividere queste cose in tre categorie:
1. Una manifestazione del vero Dio, alla portata di tutti: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio [cioè Gesù], che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere” (Vangelo di Giovanni 1:18). Quindi, più leggi della vita di Gesù, raccontata nei quattro Vangeli, secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni, più conoscerai il vero Dio. Dio non è diverso da ciò che Gesù ha manifestato di luce, verità, compassione e lealtà.
2. La manifestazione dell’amore di Dio che provvede perdono dei nostri peccati. L’apostolo Giovanni scrive: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” (1 Lettera di Giovanni 4:10). Hai compreso e fatto propria questa manifestazione del vero Dio?
3. La manifestazione di come Dio avrebbe voluto che tutte le persone vivessero la loro vita: (La Lettera di Paolo ai Romani, 8:3). Chi crede in Gesù e nel valore del suo sacrificio, viene giustificato per grazia e riceve lo Spirito Santo e con lui la capacità di piacere a Dio (Ro 8:1-2,4). Il modo più semplice di sapere che stai piacendo a Dio e di seguire le orme di Gesù, come scrive l’apostolo Pietro (1 Lettera di Pietro 2:21).
Ora la questione diventa: Come rispondiamo noi a queste manifestazioni che sono tutte frutto della grazia di Dio?
- Sostituendo la Befana all'Epifania come fa la maggioranza degli Italiani?
- Aspettando altre manifestazioni della bontà di Dio?
- Oppure ringraziando il nostro Creatore che non ci ha lasciato nel buio, senza sapere quale sia la causa del disagio che viviamo?
- E poi: rispondendo alla sua eccezionale manifestazione di amore che ha provveduto per il perdono dei nostri peccati?
RD
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