La statistiche possono dimostrare molto o niente; ciò non toglie il fatto che ogni anno centinaia di migliaia di ragazze e donne, per disperazione o leggerezza, affrontano la pericolosa realtà dell' aborto, a rischio della propria vita e della propria salute; infatti, nel mondo,quante ne muoiono per tali «operazioni»? Lo shock dell'aborto può avere tali dimensioni che le coscienze, profondamente impressionate da queste esperienze, ne rimangono scosse per anni e anni, e non di rado sprofondano le donne in terribili depressioni. L'aborto non ha solo una dimensione biologica e fisiologica - non è come separarsi da un organo malato, ma ha anche una dimensione morale e spirituale, oltre a una responsabilità di fronte a sé stesso e al Creatore della vita.
Qui di seguito accenniamo alle questioni tecniche principali riguardo all'aborto.
Definizione dell'aborto: Il termine italiano «aborto» proviene da quello latino abortus «parto prematuro, aborto spontaneo, nato prematuramente »; è un derivato di abor r «soccombere, perire (qui alla nascita)» (da ab «via da» e oriri «cominciare, sorgere, spuntare, nascere, alzarsi, sorgere, levarsi, trarre origine, provenire, discendere da, derivare»; cfr. r go «origine»).
L'aborto è, quindi, un essere che perisce, per varie cause, prima di poter vedere la luce, oppure che viene soppresso, prima di venire al mondo.
Tipi di aborto: Al riguardo si parla di aborto spontaneo, quando è dovuto a cause non intenzionali (p.es. caduta della donna, ingerimento involontario di sostanze chimiche, ecc.) o a cause naturali (p.es. provocato da cause patologiche del feto, dal distacco della placenta, ecc.).
Laddove subentra un intervento umano, si parla di aborto indotto (procurato, provocato). In tal caso può trattarsi di una interruzione volontaria della gravidanza oppure può essere attuata sotto coercizione altrui (p.es. genitori o tutori che costringono una minorenne). Al riguardo si parla, ad esempio di aborto libero e di aborto clandestino.
Si distingue anche l'aborto terapeutico, che è praticato quando la gravidanza costituisce un rischio per la salute della donna.
Per aborto legalizzato si intende quello effettuato secondo le modalità e i termini stabiliti dalla legge. Alcuni parlano dell'aborto anche come una forma di eutanasia.
Modi di procurare l'aborto: Esiste prima di tutto l'aborto meccanico o chirurgico, mediante «isterosuzione» (il feto viene estratto, aspirandolo con una sottile cannula introdotta nell'utero) o per «raschiamento» (la placenta e il feto vengono staccati meccanicamente dall'utero).
Laddove il feto sia già abbastanza sviluppato, viene agganciato meccanicamente e tirato fuori dell'utero; se non si riesce a tirarlo fuori per intero, vengono staccate dal corpicino le singole parti. Per aborto farmacologico si intende l'interruzione della gravidanza provocata dopo che la donna ha assunto appositi farmaci abortivi. In particolare bisogna menzionare la pillola abortiva «Ru 486» a base di «mifepristone», che provoca la «contragestione», ossia impedisce la fecondazione dell'ovulo e il concepimento, contrastando l'azione del progesterone, l'ormone della gravidanza. In altri casi l'aborto chimico impedisce l'annidamento
dell'ovulo nella parete dell'utero. Continua qui:
- L'inizio della personalità
- Biologia e origine della vita
- Vita embrionale e sacra scrittura
- Aspetti morali e giuridici dell'aborto
- Epiloghi e considerazioni finali
Nicola Martella
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Aborto spontaneo: la storia di Tiffany Burns
Tiffany Burns è una giovane mamma texana che, purtroppo, ha vissuto la terribile realtà di vedersi il suo piccino strappato via per sempre. Quella piccola vita, che portava in grembo e già amava di un amore smisurato, è volata in cielo dopo solo 11 settimane di gestazione. Tiffany, però, ha fatto in tempo a scattare una foto di quella sua minuscola creatura. Un’immagine straordinariamente toccante in cui il bimbo è tenuto nel palmo della mano della sua mamma, tutto rannicchiato, quasi abbracciandosi… Si vedono chiaramente le sue manine, i piedini e quelli che un giorno sarebbero stati i suoi occhi. “Non è un ammasso di cellule” – scrive la donna – “Aveva un cuore che batteva. Un suono così dolce. Aveva vita!” Fonte: maternità.it
Vedi anche:
Fine di un incubo - Dopo l'aborto dolore e senso di colpa fino al perdono
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