Più volte nelle Scritture viene ribadita questa importante verità: "Il Signore apre gli occhi ai ciechi" (Salmo 146:8).
Nel libro del profeta Isaia leggiamo: "Ecco il vostro Dio verrà Egli stesso a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi" (Isaia 35:4-5).
Gesù, il Messia, l'Unto del Signore, doveva venire in questo mondo per essere "...la luce delle nazioni, per aprire gli occhi ai ciechi..." (Isaia 42:6-7).
Nel Suo breve ma intenso ministerio, Gesù guarì molti ciechi.
Nel Vangelo è scritto che Giovanni il Battista, "...chiamati a sé due dei suoi discepoli, li mandò dal Signore a dirgli: "Sei Tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?" Quelli si presentarono a Gesù e gli dissero: "Giovanni il battista ci ha mandati da Te a chiederti: "Sei Tu colui che deve venire o ne aspetteremo un altro?" " In quella stessa ora, Gesù guarì molti da malattie, da infermità e da spiriti maligni, e a molti ciechi restituì la vista. Poi rispose loro: "Andate a riferire a Giovanni quello che avete visto e udito: i ciechi ricuperano la vista..." (Luca 7:19-22).
I Vangeli narrano la storia della guarigione di un cieco di nome Bartimeo (Marco 10:46-52; Luca 18:35-43), che costituisce un'efficace illustrazione della verità espressa nel Salmo 146:8, "il Signore apre gli occhi ai ciechi".
Esaminiamo con attenzione la guarigione di Bartimeo.
LA CONDIZIONE DI BARTIMEO
Bartimeo doveva essere di famiglia umile, perché suo padre Timeo non aveva potuto impedire che, a causa della sua menomazione, facesse il mendicante.
Il paese dove abitava era Gerico.
Gesù conosceva profondamente Bartimeo e sapeva che voleva essere guarito, quindi passò per la sua strada e gli diede la possibilità di incontrarsi con Lui.
Quando Bartimeo udì che Gesù stava passando per la sua via, gridò forte: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!" (Marco 10:47).
Dal contesto notiamo che il grido di Bartimeo non fu di disperazione, ma di fede.
Egli aveva fiducia in Gesù, probabilmente aveva saputo delle numerose guarigioni da Lui compiute e voleva anch'egli sperimentare la compassione e la potenza guaritrice del Signore.
Chiunque invoca Gesù con fede non resterà né deluso né confuso, Egli è pronto a salvare, guarire e sanare da ogni infermità tutti quelli che, come Bartimeo, gridano a Lui per realizzare la Sua compassione e misericordia. "Infatti chiunque avrà invocato il Nome del Signore sarà salvato" (Romani 10:13).
Se vuoi essere salvato e guarito da Gesù, invocalo con fede!
LA REAZIONE DELLA FOLLA
La folla che seguiva Gesù non fu di aiuto a Bartimeo, bensì d'impedimento.
Avrebbero dovuto manifestare perlomeno la solidarietà dovuta a chi è nel bisogno, invece molti lo rimproveravano e lo sgridavano perché tacesse.
Egli, però, gridava più forte ed invocava la compassione di Gesù.
Tanta gente intorno a noi soffre e come cristiani abbiamo la responsabilità di parlare loro dell'amore e della compassione di Cristo, affinché sia salvata.
L'aiuto sociale che i cristiani possono dare a chi ha bisogno è importante, tuttavia è secondario rispetto alla necessità della salvezza dell'anima, che rimane il compito, la responsabilità primaria di ogni credente.
Bartimeo non si scoraggiò, né rinunciò a continuare ad invocare l'aiuto del Signore.
Anzi, nonostante la folla lo sgridava perché tacesse, egli perseverava nella sua preghiera al Signore: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".
La stessa preghiera abbiamo rivolto noi a Gesù, quando eravamo nelle tenebre del peccato e gli occhi della nostra mente e del nostro cuore erano così ottenebrati che non riuscivamo a vedere la nostra disastrosa condizione spirituale.
Quando, però, lo Spirito Santo ci ha convinti di peccato per mezzo dell'Evangelo, abbiamo invocato Gesù perché perdonasse i nostri peccati ed Egli ci ha risposto liberandoci dall'"oscurità".
Così "Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del Suo amato Figlio" (Colossesi 1:13).
Egli ci ha redenti per proclamare le virtù di colui che ci ha "...chiamati dalle tenebre alla Sua luce meravigliosa (1 Pietro 2:9).
Bartimeo era determinato ad andare incontro a Gesù per essere guarito. C'è nel nostro cuore la stessa determinazione?
Vogliamo andare a Gesù ad ogni costo?
Egli non ci respingerà: "...colui che viene a Me, non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37).
LA COMPASSIONE DI GESÙ
Bartimeo invocò due volte la compassione di Gesù (Marco 10:47-48), e la sua invocazione non rimase inascoltata, il Signore lo fece chiamare.
C'è un incoraggiamento particolare nel sentirsi chiamati da Gesù, perché nella Sua chiamata è implicito il miracolo, la guarigione, la salvezza, e nello stesso tempo il privilegio di servirlo.
Sei stato chiamato da Cristo per camminare nella luce, persevera in questa Via e giungerai nella "casa del Padre".
Gesù, ascoltando il grido di Bartimeo, si fermò e ordinò che lo chiamassero.
"Coraggio, alzati! Egli ti chiama" (Marco 10:49), dissero i discepoli.
Quale speranza per Bartimeo, egli ubbidì subito a quella voce e fu condotto da Gesù, che gli chiese quale fosse la sua richiesta: "...che io ricuperi la vista" (Marco 10:51).
Soltanto allora il Signore, con autorità, gli disse: "...Va', la tua fede ti ha salvato..." (Marco 10:52).
In quell'istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via.
Lettore, oggi Gesù rivolge a te la stessa domanda: "Che cosa vuoi che ti faccia?" (Marco 10:51).
Cosa gli risponderai?
Egli è potente da illuminare gli occhi del nostro cuore e darci la nostra parte di eredità tra i santificati.
Perciò, dopo aver ricevuto la luce del Suo Spirito, seguiamo Gesù, che oggi come nel passato continua a dire: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Giovanni 8:12).
Paglia Raffaele
Tratto da «Cristiani Oggi» 15 - 30 giugno 2006
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