Uno degli scrittori che hanno esercitato maggiore influenza sull'idea che molti giovani americani si fanno di Gesù Cristo e del cristianesimo è Jacob Needleman, un filosofo di origine ebraica e studioso di nuovi movimenti religiosi. Needleman annunciò in un suo libro la sua riscoperta di un "cristianesimo perduto", che è stato tenuto nascosto per secoli, e che può essere ritrovato una volta che ci si renda conto che "ci sono diversi livelli di cristianesimo".
I livelli più alti dell'insegnamento di Gesù Cristo, secondo Needleman,
sono sempre esistiti, ma la Chiesa a un certo punto ha smesso di
trasmetterli,
e se ne trovano tracce solo in qualche remoto monastero orientale. Dal
punto di
vista letterario, il pensiero di Needleman è costruito intorno all'idea
che si tratti di insegnamenti trasmessi all'autore da un monaco
ortodosso, "Padre
Sylvan". Da dove provengano in realtà questi insegnamenti è meno
chiaro; quello che è certo è che molti giovani entusiasti del libro
di Needleman hanno manifestato delusione quando il filosofo ha
confessato che
"Padre Sylvan" è soltanto una sua creazione letteraria!
Al di fuori degli ambienti universitari, la tesi viene espressa in
termini più
brutali. Vita
Universale, un nuovo
movimento religioso fondato dalla "profetessa" tedesca Gabriele Wittek,
diffonde
"i grandi insegnamenti cosmici di Gesù di Nazaret dati ai Suoi apostoli
e discepoli che erano in grado di comprenderli" (questo il titolo di un
suo libro
divulgativo). Questi "insegnamenti segreti trasmessi agli apostoli" non
sono complementari
ma assolutamente contraddittori rispetto agli insegnamenti dei Vangeli:
comprendono,
per esempio, la reincarnazione e l'idea secondo cui ogni uomo ha in sé
una scintilla dell'unico, monistico "principio cosmico che è chiamato
Dio".
Se c'è contraddizione, spiega Vita Universale, è perché la
Chiesa Cattolica avrebbe manipolato i Vangeli. È quanto, in un altro
contesto,
assicura anche Shirley MacLaine - ormai quasi più nota come
propagandista
internazionale del New Age che come attrice - secondo cui gli
"insegnamenti segreti"
erano originariamente contenuti nella Bibbia, ma poi sarebbero stati
tolti durante
il secondo Concilio di Costantinopoli, nel 553. L'accusa è formulata in
termini allettanti e chiari: gli insegnamenti più autentici di Gesù
Cristo sarebbero stati tenuti segreti dalla Chiesa Cattolica, che li
avrebbe comunicati
originariamente a pochi iniziati; poi, dimenticando la sua missione di
trasmetterli,
avrebbe finito per perderli del tutto. Nonostante la "perversa volontà
della Chiesa" - per dirla con Shirley MacLaine - di "mettere in ceppi
l'umanità",
gli insegnamenti segreti sono tuttavia sopravvissuti, e oggi si vendono
nelle
migliori librerie o comunque sono accessibili ai seguaci di una pletora
di gruppi
neo-religiosi, esoterici, neo-gnostici.
Nella prima parte di questo saggio passeremo brevemente in rassegna i soggetti
che diffondono la tesi degli "insegnamenti segreti".
Nella seconda parte esamineremo i principali contenuti che,
secondo i sostenitori
della tesi, caratterizzerebbero gli insegnamenti che la Chiesa ha
cercato di tenere
segreti o di sopprimere.
Nella terza parte, ci permetteremo di chiedere ai sostenitori della tesi
di quali
prove dispongono a sostegno di una teoria che sovverte in modo
così
radicale l'intera interpretazione del cristianesimo.
I soggetti
La radice gnostica
La tesi
degli insegnamenti
segreti non è affatto nuova, ed è stata già messa in circolazione
dall'antico gnosticismo, un insieme di correnti religiose con radici
ebraiche,
iraniche e greche che si è presentato come eresia cristiana nei primi
secoli
della vita della Chiesa. Lo gnosticismo fiorisce soprattutto nel secondo
secolo
con Basilide, attivo in Alessandria negli anni 117-161; con Marcione, un
contemporaneo
di Basilide venuto dall'Asia Minore a Roma; e con Valentino, nato
probabilmente
in Egitto e attivo in Alessandria e poi a Roma fra il 140 e il 165.
Duramente
combattuto dai Padri della Chiesa, lo gnosticismo declina nel terzo
secolo e scompare
agli inizi del quarto, pur lasciando tracce che in Occidente arrivano
fino alle
eresie medioevali dei Catari e degli Albigesi, in Oriente si esprimono
nel manicheismo,
una religione fondata in Persia da Mani (216-276) e sopravvissuta fino
agli inizi
del secolo XIV in Cina, quando le ultime comunità manichee vengono
travolte
dall'avanzata mongola. Un'altra religione medio-orientale che conserva
tracce
dello gnosticismo antico, quella dei Mandei, mantiene ancora qualche
seguace in
Iraq. Lo gnosticismo era conosciuto principalmente attraverso le
confutazioni
dei Padri della Chiesa fino alla scoperta casuale di una intera
biblioteca gnostica
da parte di un contadino egiziano nel 1945 presso Nag Hammadi. La
pubblicazione
dei testi di Nag Hammadi ha confermato la rilevanza del tema degli
"insegnamenti
segreti" nell'antico gnosticismo. Gli gnostici attingevano ai "vangeli
apocrifi"
- testi che a particolari veri sulla vita di Gesù ne mescolavano altri
fantastici e che la Chiesa aveva rigettato al momento della formazione
del Canone
- e producevano a loro volta altri "vangeli" che avrebbero dovuto
contenere gli
"insegnamenti segreti". Uno dei testi più tipici, ritrovato a Nag
Hammadi,
è il Vangelo di Tommaso, che presenta il tema esoterico
dell'"androgino".
Pietro, nel Vangelo di Tommaso, pensa addirittura che Maria Maddalena
debba allontanarsi
dal gruppo dei discepoli "perché le donne non sono degne della Vita". E
Gesù gli risponde: "In verità la guiderò fino a che diventi
maschio... Perché ogni donna che diventerà maschio entrerà
nel Regno dei Cieli". Come si vede, non si tratta di femminismo ante
litteram,
ma piuttosto di un tema esoterico che verrà spesso ritenuto pane degli
"insegnamenti segreti" di varie sètte.
Oggi la tesi degli "insegnamenti segreti" è così diffusa da spiegare
il grande successo popolare di opere che presentano i "vangeli
gnostici". Nel
1979 il volume scritto da Elaine Pagels sull'argomento è diventato
rapidamente
un best seller. Questo successo è comprensibile in un clima segnato sia
da un "neo-gnosticismo" (la ripresa di motivi gnostici da parte di
diverse correnti
filosofiche e religiose) sia da un "nuovo gnosticismo", espressione con
cui mi
sembra preferibile designare i nuovi movimenti religiosi e magici (come
le diverse
"chiese" gnostiche) che si presentano esplicitamente come continuazioni
del vecchio
gnosticismo.
L'esoterismo
Il terna
degli
"insegnamenti segreti" percorre una parte importante della tradizione
dell'esoterismo
e dell'occultismo. Entrambi i termini - con qualche prodromo
settecentesco - hanno
cominciato a essere utilizzati nei senso oggi corrente nell'Ottocento.
In genere
si ritiene che "occultismo" indichi gli aspetti più pratici e tecnici di
un sapere simbolico e misterico chiamato "esoterismo"; ma sull'uso dei
termini
non vi è certamente accordo neppure fra gli specialisti. Ai nostri fini
sembra importante distinguere fra tre fenomeni o livelli diversi:
- l'esoterismo propriamente detto, come pensiero che percorre la storia
dell'Europa
e dalle sue radici gnostiche, cabalistiche ed ermetiche si manifesta nel
pensiero
di autori come Jacob Boehme (1575-1624), Louis-Claude de Saint-Martin
(1743-1803),
René Guénon (1886-19.51), e che ha influenzato la cultura, l'arte
e la filosofia occidentale in un modo più profondo di quanto spesso non
si creda.
- la magia popolare - l'insieme di credenze che sostiene i maghi, gli
indovini,
le cartomanti e la loro clientela - che riprende alla lontana, e in
forma estremamente
semplificata e volgarizzata, alcuni temi della tradizione esoterica;
- in una posizione intermedia, il mondo dei "nuovi movimenti magici",
gruppi,
società e "ordini" occulti strutturati e organizzati in un modo simile
ai nuovi movimenti religiosi, salvo che l'esperienza che propongono non è
propriamente religiosa ma, appunto, magica.
A livelli naturalmente diversi il tema degli "insegnamenti segreti" si
ritrova,
peraltro, in tutti questi mondi. Se la cultura esoterica europea del
Settecento
rifletteva su presunti "sensi nascosti" della Bibbia, perfino la "Maga
Krishna",
indovina e cartomante delle televisioni private piemontesi, parlava nel
1992 di
"veri insegnamenti di Gesù Cristo, nascosti in archivi segreti".
Particolarmente
nel mondo dei "nuovi movimenti magici" è all'opera, a proposito degli
"insegnamenti
segreti", il fenomeno che lo studioso olandese Reender Kranenborg ha
chiamato
"tradizione cumulativa dell'esoterismo" per cui, dal momento in cui una
nuova
tesi o dottrina viene presentata come parte degli "insegnamenti
segreti", tutti
i successivi movimenti magici incominciano a parlarne (mentre non si
ritrova nei
movimenti precedenti). Così, per esempio, l'idea secondo cui Gesù
avrebbe soggiornato in India viene lanciata nel 1894 con
l'opera
dell'ebreo russo Nicholas Notovitch "Il vangelo buddista della vita di
Gesù".
"Tutte le storie su Gesù in India - osserva Kranenborg - hanno una data
successiva al 1894. A partire da quell'epoca ritroviamo questa
tradizione ovunque,
e la vediamo comparire in messaggi dell'altro mondo: ma prima dei 1894
non si
sapeva nulla di questa idea". In altre parole, ogni nuovo movimento
magico che
presenta una sua versione degli "insegnamenti segreti" comincia con il
presentarne
come parte integrante tutti gli elementi che sono stati proposti da
movimenti
magici precedenti.
Le "sette" cristiane
La parola
"setta"
è oggi piuttosto inflazionata, e senz'altro inadeguata per descrivere
tutta
la lussureggiante varietà dei nuovi movimenti religiosi. Viene tuttavia
di solito conservata, anche nella letteratura scientifica, per
identificare un
gruppo particolare di movimenti religiosi di origine recente: quelli
che, partendo
da un retroterra cristiano, se ne allontanano, creando "nuove tradizioni
religiose".
Benché le principali "sette" di origine cristiana siano nate
nell'Ottocento,
gruppi simili che a un retroterra cristiano aggiungono elementi estranei
e nuove
rivelazioni - sono apparsi anche nel nostro secolo, e ancora negli
ultimi decenni,
come è il caso del già citato movimento Vita Universale. Non tutte
le "sette" cristiane si servono del tema degli "insegnamenti segreti".
Molti (come
i Testimoni di Geova) dichiarano di affidarsi alla Bibbia, naturalmente
interpretata
(e spesso manipolata) sulla base delle loro convinzioni [e dei testi
della Torre
di Guardia, ndr]. In altri casi, invece, il tema degli "insegnamenti
segreti"
è presente. Nella maggiore "setta" cristiana per numero di aderenti - la
Chiesa Mormone, che ha superato nel 1992 gli otto milioni di membri - il
tema
assume un profilo peculiare. L'ottavo "articolo di fede" della Chiesa
Mormone
recita: "Noi crediamo che la Bibbia è la parola di Dio, per quanto
tradotta
correttamente [...]". "Credo nella Bibbia - affermava il fondatore del
Mormonismo,
Joseph Smith (180.5-1844) com'era uscita dalla penna degli autori
originari. Traduttori
ignoranti, copisti sbadati o preti maliziosi e corrotti hanno commesso
molti errori".
Per il fondatore del Mormonismo era "evidente che molti punti importanti
che riguardano
la salvezza degli uomini erano stati tolti dalla Bibbia, o perduti prima
della
compilazione".
Ritorna qui il tema degli "insegnamenti segreti" in quanto, secondo il
"profeta"
mormone, parole ed eventi necessari per la salvezza potrebbero "non
essere stati
annotati del tutto nei tempi antichi" o comunque "non essere mai stati
trascritti
nella Bibbia". È in questo senso, secondo il maggiore specialista
mormone
dell'argomento, Robert J. Matthews, che Smith menzionava, accanto agli
elementi
"tolti dalla Bibbia", gli altri "perduti prima della compilazione".
Joseph Smith
si accinse, in parte, a ricostruire gli "insegnamenti perduti"
attraverso la straordinaria
impresa a una nuova "traduzione" della Bibbia, che non deve tuttavia
essere intesa
come un lavoro di studio o filologico. L'opera - rimasta incompiuta e
pubblicata
originariamente da un gruppo mormone scismatico, la Chiesa
Riorganizzata, ma oggi
accolta anche dalla Chiesa Mormone maggioritaria - non era neppure "una
registrazione
semplice e meccanica di un dettato divino, ma piuttosto un processo di
studio
e di meditazione, accompagnato e favorito da una rivelazione del
Signore". Nel
Mormonismo contemporaneo - che conta nelle sue fila specialisti
universitari di
Sacre Scritture piuttosto preparati e agguerriti sul piano tecnico - il
concetto
di "traduzione" (da cui nascono vari testi sacri rivelati dal loro
profeta) è
del resto sempre "dinamico", e sta a metà fra la semplice riflessione e
il recupero di una tradizione perduta grazie a una nuova rivelazione
dall'Alto.
Così, il rapporto con la Bibbia non è soltanto letterale, e presso
i Mormoni, come presso altre "sette cristiane" ritorna il tema degli
"insegnamenti
segreti", sia pure con un profilo diverso rispetto all'esoterismo.
I gruppi orientali
Nel
secondo dopoguerra
l'idea secondo cui Gesù avrebbe trasmesso agli apostoli una serie di
"insegnamenti
segreti" (particolarmente in tema di reincarnazione) è stata diffusa da
una serie di nuovi movimenti religiosi di origine orientale. Tra i
imovimenti
di origine indiana la tesi degli "insegnamenti segreti" si ritrova, per
esempio,
nella Self-Realization Fellowship di Paramahansa Yogananda (1893-1952),
fra gli
Hare Krishna, fra i cosiddetti "arancioni" (anche se hanno ora
abbandonato le
vesti di questo colore) di Bhagwan Shree Raineesh (1931-1990) e fra i
seguaci
di Sathya Sai Baba.
Un'analisi dei testi di questi movimenti ci convince tuttavia
rapidamente che
non si tratta di spunti tipicamente indiani, ma di importazioni dalla
letteratura
esoterica occidentale. È vero che il tema della formazione di Gesù
in India e degli "insegnamenti segreti" era stato diffuso nel
subcontinente indiano
dal movimento scismatico islamico Ahmadiyyat, fondato da Mirza Ghulam
Ahmad (1835
o 1839-1908); ma è probabile che Ahmad conoscesse e ripetesse le storie
su Gesù in India del "vangelo buddista" di Notovitch. Gesù è
"uno fra i tanti maestri" nella storia dell'umanità anche per alcune
delle
vivaci nuove religioni che vengono dal Giappone, fra cui
Sukyo Mahikari, fondata da Kotama Okada (1901-1974). Per
quest'ultimo
movimento - secondo una rivelazione che ha indotto Mahikari a
riconsiderare una
tradizione giapponese - Gesù Cristo non si sarebbe formato in India, ma
in Giappone; sfuggito alla crocifissione (al suo posto sarebbe stato
crocifisso
il fratello minore!) e tornato in Giappone sarebbe morto all'età di 118
anni e sarebbe seppellito a Herai. Per Mahikari "non c'è dubbio che la
Bibbia sia un libro sacro e valido che contiene alcuni insegnamenti di
Gesù
Cristo" ma "è altrettanto chiaro che la Bibbia contiene pure molti
errori
che sono stati introdotti, volontariamente o meno, da altre persone
durante i
secoli". "Gran parte del messaggio originario di Gesù non è stato
trascritto del tutto nella Bibbia" ma "a poco a poco negli ultimi due
secoli gli
studiosi hanno raccolto frammenti di racconti e opinioni su Gesù che
contraddicono
i dogmi della Chiesa così come ci sono più noti oggi". Benché
le origini di questa leggenda giapponese siano più difficili da
determinare
con precisione, sembra che essa abbia cominciato a diffondersi dopo le
speculazioni
di Notovitch e di altri su Gesù in India, e in ogni caso Mahikari è
stato influenzato, su vari punti, da movimenti esoterici occidentali.
Il New Age
Il New
Age non
è una "setta" o un movimento unitario a cui si "aderisca", ma è
piuttosto un network o una costellazione di gruppi diversi uniti
dall'attesa di
un'epoca nuova di grandi trasformazioni e da alcune credenze comuni, fra
cui la
natura ultimamente "divina" dell'uomo e la reincarnazione. Il New Age è
emerso agli inizi degli anni Sessanta - prima in Inghilterra e poi negli
Stati
Uniti - come movimento di risveglio all'interno di una specifica
tradizione magico-esoterica,
quella della Società Teosofica, fondata nel 1875 a New York da Helena
Blavatsky
(1831-1891), e dei suoi scismi, in particolare lo scisma guidato da
Alice Bailey
(1880-1949). Giacché il tema degli "insegnamenti segreti" di Gesù
era stato accennato dalla Blavatsky e figurava in modo prominente negli
insegnamenti
della Bailey - in particolare nell'opera From Bethlehem to Calvary del
1937 -
non e sorprendente che riemerga anche nel New Age.
Più in generale il New Age è il luogo di confluenza di una serie
di tendenze e di influenze diverse - dalla nuova religiosità orientale
alla Teosofia, dall'occultismo a temi tipici dei nuovi movimenti
religiosi di
origine cristiana - e molte di queste fonti accennano o sviluppano il
tema degli
"insegnamenti segreti". Il New Age si è incaricato di renderlo
estremamente
popolare, moneta corrente - sia pure in versioni spesso semplificate e
rozze -
negli ambienti giovanili di molti paesi.
Contenuti
Cristologia
Che cosa
contengono
gli "insegnamenti segreti"? Ogni gruppo, ogni movimento, ogni
conventicola esoterica
naturalmente ha una sua versione diversa. Emergono, tuttavia, alcuni
tratti comuni.
La cristologia rivisitata dagli "insegnamenti segreti" si arricchisce,
così,
di elementi di fatto e di dottrina. Da un punto di vista fattuale, gli
"insegnamenti
segreti" - come già i vangeli apocrifi - cercano di ricostruire
artificiosamente
gli anni della vita di Gesù di cui i Vangeli non ci parlano, fra
l'infanzia
e l'inizio della missione pubblica. In genere - sulla scia di Notovitch e
di altri
autori ottocenteschi - collocano, come abbiamo visto, questi anni in
Oriente:
in India, in Tibet, in Giappone. Giacché le versioni "indiane" sono più
conosciute - e insieme proposte da movimenti che, negli ultimi anni,
appaiono
in declino - vale la pena di dare ancora qualche cenno sulla versione
"giapponese"
diffusa fra i nuovi movimenti religiosi del Sol Levante sulla base dei
cosiddetti
"documenti Takenouchi" (una collezione di documenti raccolti dalla
famiglia Takenouchi,
esponenti della quale hanno occupato posizioni di rilievo nella
gerarchia sacerdotale
shintoista). Secondo questa versione, Gesù Cristo sarebbe nato nel 37
a.C.,
forse in Palestina, ma si sarebbe formato in India e in Cina prima di
sbarcare
in Giappone dove avrebbe ricevuto la formazione definitiva presso
santuari shintoisti.
L'imperatore Suinin (29 a.C. - 70 d.C.) gli avrebbe conferito la
missione di portare
la verità dell'Oriente agli Ebrei. Come abbiamo accennato Gesù -
condannato a morte dai Romani che non comprendevano le dottrine
giapponesi di
cui era portatore - non sarebbe morto sulla croce, perché il fratello
Isukiri
si sarebbe sacrificato al suo posto. Sfuggito ai Romani, avrebbe
intrapreso un
lungo viaggio attraverso l'Africa, l'Asia centrale, la Cina, la Siberia,
l'Alaska
e le Americhe prima di ritornare in Giappone, dove sarebbe morto a Herai
all'età
di 118 (secondo altri 116) anni, lasciando anche un testamento che
sarebbe stato
scoperto nel 1934.
Naturalmente, altri giurano che Gesù Cristo non è mai stato in Giappone,
ma si è formato in India ed è sepolto non a Herai, ma nel Kashmir.
La cristologia degli "insegnamenti segreti" non si limita, peraltro, a
elementi
di fatto. Comprende anche una rielaborazione di quanto Gesù Cristo
avrebbe
insegnato su se stesso, che ruota attorno alla distinzione fra tre
figure diverse
e non coincidenti: "il Cristo", Gesù Cristo e il "Cristo futuro". "Il
Cristo"
non sarebbe una persona, ma "un principio interiore" che si trova in
ogni uomo
come scintilla interiore divina che si tratta di riscoprire e coltivare.
Questa
scintilla, della stessa natura divina dell'Unità ultima dell'universo,
costituisce il "Cristo Cosmico" (che - insegnano alcuni movimenti - si
può
decidere di chiamare "Buddha interiore": e una questione di mera
preferenza culturale,
giacché si tratta ultimamente dello stesso principio). Sorge,
naturalmente,
il quesito su quale relazione questo Cristo-principio abbia con il
concreto e
storico Gesù di Nazareth. La risposta dei sostenitori degli
"insegnamenti
segreti" è che Gesù di Nazareth, con il suo presunto magistero
esoterico,
ha mostrato agli uomini "il Cristo" in modo incomparabile ed eminente.
Contraddicendo
le Sacre Scritture, costoro affermano che Gesù di Nazareth non avrebbe
affatto preteso di essere Dio, se non nel senso in cui tutti "siamo
Dio", e non
avrebbe neppure insegnato di essere "il Cristo", ma si sarebbe
semplicemente presentato
come qualcuno che "dimostra" il Cristo in modo speciale. Infine, Gesù
avrebbe
anche annunciato un "Cristo futuro", un Maestro Universale che doveva
venire [Gesù
l'ha realmente annunciato, ma l'ha chiamato falso Cristo, e Anticristo,
ndr].
Questa annunciata "seconda venuta del Cristo" non sarà, tuttavia, una
riapparizione
sulla terra di Gesù di Nazareth, ma piuttosto la discesa di un maestro
della stessa statura di Gesù e di Buddha che tornerà per fare da
levatrice al parto di un'era nuova.
Questa idea risale alla Società Teosofica, ed è stata largamente
diffusa dalla teosofa scismatica Alice Bailey nel suo volume The
Reappearance
of the Christ del 1948.
Sulla scia di questo volume della Bailey molti fedeli degli
"insegnamenti segreti"
nel contemporaneo New Age attendono una prossima manifestazione del
"Cristo" o,
come altri dicono, del "Cristo-Maitreya" (giustapponendo in modo
sincretistico
il linguaggio cristiano e buddhista).
Ecclesiologia
Gesù
Cristo
avrebbe fornito anche una serie di "insegnamenti segreti" sulla Chiesa, e
avrebbe
stabilito due gerarchie parallele: una exoterica, affidata a san Pietro,
e una
esoterica, affidata a san Giovanni. Sul destino della Chiesa "giovannea"
i sostenitori
degli "insegnamenti segreti", peraltro, si dividono fra loro. Secondo
alcuni la
Chiesa "giovannea" si sarebbe perpetuata in segreto, di iniziato in
iniziato,
fino ai giorni nostri. Secondo altri sarebbe scomparsa ma avrebbe fatto
in tempo
a lasciare dei documenti scritti, dei "vangeli segreti" sulla base dei
quali sarebbe
possibile "risvegliarla" e continuarne, almeno su un piano ideale, la
filiazione.
Era questa la tesi della Chiesa Gioannita, fondata agli inizi del secolo
scorso
da Bernard-Raymond Fabré-Palaprat (1773-1838), il quale asseriva di
essere
venuto casualmente in possesso di due documenti dell'antica Chiesa di
san Giovanni,
l'Evangelicon e il Leviticon, trasmessi segretamente all'interno di
famiglie nobili
francesi, scomparsi nella tempesta della rivoluzione e miracolosamente
ritrovati.
La Chiesa Gioannita - che non esiste più nella forma originaria, ma è
confluita nella Chiesa Gnostica, alcune derivazioni della quale sono
ancora esistenti
- comincia a presentare un tema che non lascerà più la "tradizione
cumulativa" dell'esoterismo: la Chiesa di san Giovanni sarebbe arrivata,
di filiazione
segreta in filiazione segreta, fino ai Templari, e sarebbe poi stata
trasmessa
segretamente in una prosecuzione occulta, ristretta ad alcune famiglie
nobili,
del disciolto Ordine del Tempio. Non manca neppure una versione più
femminista
di questa curiosa ecclesiologia: secondo la Ecclesia Gnostica
Mysteriorum, diretta
a Palo Alto (California) da un "vescovo" donna, Rosa Miller, gli
insegnamenti
di san Giovanni sarebbero stati affidati a Maria Maddalena, da cui
originerebbe
- di trasmissione in trasmissione - una linea segreta, tutta femminile,
che arriverebbe
fino ad alcune misteriose iniziate francesi che la avrebbero appunto
trasmessa
alla stessa Rosa Miller. Quella che è comune in tutte queste versioni,
è l'idea che Gesù Cristo avrebbe fondato due Chiese: una puramente
esteriore - la Chiesa che tutti conosciamo - e una "interiore",
depositaria dei
"veri insegnamenti" tenuti segreti.
Antropologia
Gli
"insegnamenti
segreti" conterrebbero - se si prescinde da una serie di prolissi quanto
generici
richiami all'amore e alla pace universale - due presunte "verità
fondamentali"
sull'uomo, che la Chiesa avrebbe consapevolmente nascosto. La prima
"verità"
è che l'uomo, letteralmente, è Dio. In un quadro monistico e panteistico
ognuno di noi è portatore di una scintilla divina - "il Cristo" - che è
della stessa natura e sostanza di Dio. Non tutti, naturalmente, sono
consapevoli
di essere di natura divina: la funzione delle Chiese "interiori" e dei
gruppi
esoterici (come delle antiche scuole gnostiche) è proprio quella di
richiamare
l'uomo alla sua vera natura, "dimostrando" il Cristo-principio così come
aveva fatto Gesù. Il secondo "insegnamento segreto" si riferisce al
destino
dell'uomo e consiste nella dottrina della reincarnazione. Qui, come
abbiamo già
accennato, la posizione di chi aderisce alla tesi degli "insegnamenti
segreti"
è radicale: Gesù Cristo e gli apostoli hanno insegnato la
reincarnazione;
se nei Vangeli ne rimangono poche tracce è perché la Chiesa li avrebbe
modificati ed "espurgati". Come prova si adduce da una parte che molti
fra i primi
Cristiani sarebbero stati sostenitori della reincarnazione, dall'altra
che il
Concilio di Costantinopoli l'avrebbe condannata solo nel 523, prova che
per i
precedenti cinque secoli sarebbe stata tranquillamente insegnata. Da un
punto
di vista storico queste tesi sono semplicemente assurde, ma vengono
costantemente
ripetute in una vastissima letteratura popolare; qualche volta trovano
credito
anche presso cattolici poco informati. San Paolo ha comunque posto sul
loro cammino
una pietra d'inciampo veramente difficile da superare, assicurando che "è
stabilito per gli uomini che muoiano una volta sola, dopo di che viene
il giudizio"
(Eb. 9,27). Per tutti i primi secoli della Chiesa sono frequenti
le denunce dei Padri contro la dottrina della reincarnazione insegnata
(anche
se con un ruolo meno prominente nel loro sistema di quanto oggi spesso
si creda)
dagli gnostici. A fronte di questa testimonianza continua, unanime dei
Padri contro
la reincarnazione, l'ambiguità di alcuni testi isolati non costituisce
neppure un indizio contrario - tanto meno una prova - e del resto può
essere
agevolmente spiegata nel contesto complessivo dell'opera dei Padri della
Chiesa
in questione.
Quanto al Concilio di Costantinopoli (II) del 523, non si è occupato
affatto
della reincarnazione. È vero che in occasione - o forse ai margini - di
quel Concilio ci si è occupati di dottrine discutibili di Origene, ma
queste
riguardavano la preesistenza delle anime, una tesi che si trova spesso
insegnata
insieme a quella della reincarnazione, ma ne rimane logicamente
distinta. Nel
caso di Origene, poi, accanto a brani ambigui - e riportati diversamente
da fonti
diverse - sulla preesistenza delle anime, ne troviamo altri chiarissimi
che condannano
la reincarnazione. Le prove sono dunque schiaccianti: le Scritture, i
primi cristiani,
i Padri si sono espressi ripetutamente contro la reincarnazione nel loro
insegnamento
pubblico. Per sostenere qualche cosa di diverso bisogna, ancora una
volta, tornare
all'ipotesi di "insegnamenti segreti" privati che non completino, ma
contraddicano
gli insegnamenti pubblici anche su questo punto essenziale.
Dove sono le prove?
Lo
psichiatra svizzero
Théodore Flournoy (1854-1920), che agli inizi del nostro secolo pubblicò
un famoso resoconto (scettico ma benevolo) sui fenomeni medianici di
Catherine-Élise
Muller (1821-1929), nascosta sotto lo pseudonimo di "Hélène Smith"
- tra i primi, fra l'altro, dove si parli di extraterrestri - enunciava
una sua
versione del "principio di Laplace": "il peso delle prove deve essere
proporzionato
alla stranezza dei fatti".
Hic Rhodus; hic salta; la "stranezza" degli "insegnamenti segreti" gioca
ultimamente
la sua credibilità sulla possibilità di offrire prove - qualunque
sia la loro natura - del fatto stesso che Gesù Cristo abbia trasmesso
insegnamenti
ulteriori e diversi rispetto a quelli contenuti nella Scrittura e nella
tradizione,
e che il contenuto di questi insegnamenti sia effettivamente quello che
oggi ci
viene presentato. I sostenitori degli "insegnarnenti segreti" offrono,
sostanzialmente,
tre tipi di prove.
Documenti
Benché spesso i gruppi esoterici disprezzino il metodo storico e i documenti, le loro tesi non mancano di riferimenti piuttosto concreti. Come abbiamo visto, le teorie su Gesù in Giappone riposano sui "documenti Takenouchi". L'Ordine della Rosacroce AMORC - il maggiore fra i numerosi gruppi "rosicruciani" in concorrenza fra loro - sostiene che gli "insegnamenti segreti" di Gesù Cristo diffusi dal fondatore del movimento, Harvey Spencer Lewis (1883-1939), si troverebbero negli archivi dell'Ordine a San José, in California, dove - ci si dice - sarebbero contenuti un gran numero di documenti della massima importanza sulla storia segreta del mondo dagli Egizi ai giorni nostri. Notovitch insisteva sul fatto che l'originale del suo Vangelo buddista esisterebbe tuttora presso un remoto monastero tibetano. E così via. Qual è il valore di questi "archivi" e di questi "documenti"? La risposta deve essere radicale: nessuno. Per esprimersi in termini giuridici, l'onere della prova incombe su chi afferma l'esistenza di "insegnamenti segreti". Non è la Chiesa a dover provare che gli "insegnamenti segreti" non esistono; è chi afferma la loro esistenza a doverla dimostrare. Il principio è del tutto ovvio, ma in un mondo che soffre di preoccupanti carenze quanto allo studio della logica rischia di essere rovesciato. Nei tribunali, come nella ricerca scientifica seria, un documento non esiste finché non viene messo a disposizione di chi intende esaminano. I "documenti Takenouchi", i testi su Gesù Cristo contenuti negli archivi dell'AMORC, il manoscritto "tibetano" di Notovitch non sono a disposizione degli studiosi che vogliano esaminarli criticamente. Nel caso di documenti dell'AMORC o del manoscritto di Notovitch si ha tutto il diritto di supporre che non esistano: spetta ai loro sostenitori dimostrare il contrario, non viceversa. Naturalmente - come è forse il caso di aggiungere a beneficio dei più ingenui - il fatto che l'AMORC o Notovitch abbiano pubblicato degli "estratti" dai documenti di cui sarebbero stati o sarebbero in possesso non prova nulla; potrebbe trattarsi di pura finzione letteraria, come nel caso degli insegnamenti di "Padre Sylvan" che, come abbiamo visto, Jacob Needleman ha ammesso di avere inventato. Per quanto riguarda i documenti giapponesi Takenouchi, anche i loro sostenitori più convinti ci parlano di una serie di manoscritti posteriori di parecchi secoli - in qualche caso di oltre un millennio - agli eventi che dovrebbero descrivere. Quanto alle "tombe" di Gesù Cristo in Kashmir, a Herai o altrove, non ne è mai stata dimostrata neppure l'origine antica; manca una documentazione archeologica professionale sugli eventuali resti umani che potrebbero contenere e sulla loro antichità; quando pure fosse dimostrato che si tratta di tombe antiche, nulla proverebbe che l'uomo che vi è sepolto è effettivamente Gesù Cristo.
Interpretazioni
Un altro
tipo di
"prove" cerca di convincere il cristiano partendo da un dato che
condivide con
il suo interlocutore "esoterico": la convinzione che i Vangeli - i
quattro Vangeli
canonici - siano effettivamente documenti attendibili sugli insegnamenti
di Gesù
Cristo. Gli "insegnamenti segreti" sarebbero lì, nascosti fra le righe
dei testi per chi sappia interpretarli. Ora, è certamente vero che i
Vangeli
sono aperti a una
pluralità di letture. È anche vero che la Chiesa ha sempre parlato
di un "senso spirituale e simbolico della Scrittura". Il problema,
tuttavia, è
se l'interpretazione può essere infinita: se un testo - per dirla con
Umberto
Eco - "è un universo aperto dove l'interprete può scoprire infinite
connessioni" e chiunque può "sovrapporre la propria intenzione di
lettore
all'irraggiungibile e perduta intenzione dell'autore". Il problema è se
le interpretazioni di un testo siano così illimitate da permetterci di
sostenere anche che afferma il contrario di quello che, secondo la sua
interpretazione
più normale, vuole dire.
San Paolo afferma che si nasce e si muore una volta sola. Possiamo
esercitarci
in molti tipi di esegesi su questa affermazione: ma se la trasformiamo
nel suo
contrario, sostenendo che il testo nasconde esotericamente l'opposto di
quello
che dice, cioè la dottrina della reincarnazione, siamo usciti
dall'interpretazione
e ci muoviamo, più che in una "semiosi ermetica", in una lettura
impazzita
che, se applicata al linguaggio comune, distruggerebbe le possibilità di
comunicare fra gli uomini, precisamente come avviene in certe forme di
malattia
mentale.
Non si tratta, quindi, di scoraggiare le ricerche sul "senso spirituale e
simbolico"
della Scrittura (che maliziosamente, in chiave razionalista, si pretende
talora
di confondere con le aberrazioni della "semiosi ermetica"), ma di
rendersi conto
- molto semplicemente - che se i testi (e il linguaggio) possono essere
interpretati
all'infinito, possono dire tutto e il contrario di tutto, scompare la
possibilità
di comunicare, ma scompare anche la possibilità di fornire "prove" delle
proprie tesi. Neppure questa strada sembra quindi particolarmente
promettente
per chi tenta di offrirci "prove" degli "insegnamenti segreti".
Nuove rivelazioni
Se dunque
a sostegno
degli "insegnamenti segreti" non vi sono né prove storiche né prove
esegetiche, rimane la possibilità di cambiare radicalmente le carte in
tavola, o forse di rovesciare il tavolo. I fedeli degli "insegnamenti
segreti"
possono sempre ispirarsi a René Guénon e alla sua negazione di ogni
valore delle "prove" di carattere storico. Secondo Guénon occorre
condannare
formalmente "ogni tentativo d'applicazione del metodo storico a tutto
quanto abbia
carattere metafisico: la prospettiva metafisica stessa si oppone in modo
radicale
al punto di vista storico, o cosiddetto storico, e in tale opposizione è
da vedere non una mera questione di metodo, ma anche e soprattutto, che è
molto più grave, una vera questione di principio".
Da un punto di vista pastorale quando si ha a che fare con i sostenitori
degli
"insegnamenti segreti" occorre sempre tenere presente che per molti di
loro, paradossalmente,
l'assenza di "prove" nel senso moderno del termine costituisce una
"prova" che
ci si trova di fronte a dottrine che, per loro natura, si sottraggono
alla presa
del mondo moderno positivista e "scientifico" e meritano quindi
attenzione e rispetto.
Queste affermazioni non significano però che ci si affidi a semplici
affermazioni
"gratuite" (che, secondo l'adagio scolastico, potrebbero essere
rifiutate altrettanto
gratuitamente, e che comunque potrebbero coesistere con altre
affermazioni gratuite
di segno opposto).
Anche il più accanito dispregiatore delle "prove" di tipo storico o
"scientifico"
si fida di qualcosa - o di qualcuno. Se ci si fida di un maestro che
propone le
tesi degli "insegnamenti segreti" sulla base di una "tradizione" o di
una interpretazione
della Scrittura, si ritorna - nonostante le proteste in senso contrario -
ai due
casi precedenti. Sarà lecito chiedere al maestro dove sono i documenti
che attestano il carattere antico e "tradizionale" degli insegnamenti
che presenta,
e chiedergli le ragioni della sua esegesi. Diversamente si avrà tutto il
diritto di non prestargli fede, per quanto si possa trattare di un
personaggio
carismatico o affascinante. Ma in realtà, nella maggior parte dei casi,
la "prova" consiste in una vera e propria nuova rivelazione al maestro o
al fondatore
del movimento. Questi personaggi affermano che Gesù Cristo aveva
trasmesso
ai discepoli una serie di insegnamenti segreti; giacché questi sono
andati
perduti - o le tracce che ne rimangono sono troppo scarse - Dio (o "il
Cristo")
li rivela di nuovo a un interprete privilegiato, a cui assicura - sempre
per rivelazione
- che si tratta proprio di quegli stessi "insegnamenti segreti" che Gesù
aveva trasmesso agli apostoli quasi duemila anni fa.
È questo il caso degli "insegnamenti segreti" diffusi da Vita
Universale:
sono gli stessi, ci si assicura, che Gesù aveva dato agli apostoli, ma
li conosciamo perché Dio, quasi giorno per giorno, li rivela
direttamente
oggi a Gabriele Wittek, la "profetessa" tedesca che ha fondato il
movimento.
Così, nella Chiesa dell'Unificazione, la verità sui Vangeli viene
restaurata non tramite una ricognizione esegetica del loro significato,
ma tramite
un intervento diretto di Dio che si rivela al reverendo Sun Myung Moon. E
oggi
- che a parlare siano Dio, la Madonna, "il Cristo", Gesù, gli angeli o
gli extraterrestri - le nuove rivelazioni sorgono a getto continuo,
dovunque:
e molto spesso si presentano come strumento per ricostruire gli
"insegnamenti
segreti". Le "nuove rivelazioni", beninteso, richiedono soprattutto un
atto di
"fede": o ci si crede o non ci si crede. Ai non cristiani si può
soltanto
raccomandare prudenza, ricordando che - se la fede supera ultimamente la
ragione
- può e deve essere concessa o negata a
partire da preamboli razionali, che rendono l'atto di fede almeno non
irragionevole.
Si deve esaminare ogni nuova rivelazione nel suo contesto, nel carattere
morale
di chi la propone, nella sua coerenza interna, nei suoi frutti.
Per chi, invece, è cristiano il problema si pone in termini diversi. Se
la "nuova rivelazione" - come avviene quando evoca gli "insegnamenti
segreti"
- contraddice la Rivelazione di Dio, sappiamo già con certezza che non
può venire da Lui. "Se anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi
predicasse
un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema"
(Gal.
1,8). [Qui la chiesa cattolica dovrebbe applicare senza ipocrisia il
principio
biblico anche alle sue "rivelazioni private", dalle apparizioni di
Fatima o di
Lourdes alle visioni ed esperienze di santi canonizzati, che essa
riconosce e
perfino raccomanda. Trattandosi di insegnamenti extrabiblici, ricevuti
peraltro
tramite canali che la stessa Scrittura condanna, la Chiesa Cristiana
fedele solo
a Dio non li accoglie ma anzi li rigetta su base scritturale, ndr].
L'unicità della Rivelazione pubblica è un segno caratteristico e
distintivo del cristianesimo, a cui non si può rinunciare senza
rinunciare
al cristianesimo stesso. D'altro canto, il fatto stesso che si debbano
invocare
nuove rivelazioni mostra nel modo più evidente l'assenza totale di
"prove"
- nel senso tecnico e proprio - sia del contenuto che si vorrebbe
attribuire agli
"insegnamenti segreti", sia dell'esistenza stessa di tali insegnamenti.
Conclusione
Se le
prove della
tesi contraria mancano completamente - si sarebbe tentati di dire
clamorosamente
- la conclusione si impone: la Chiesa Cristiana non ha nascosto agli
uomini nessun
"insegnamento segreto" di Gesù Cristo. Gli "insegnamenti segreti" che di
tanto in tanto compaiono nei luoghi più diversi sono semplicemente delle
contraffazioni prodotte per stuzzicare la curiosità della gente. Gesù
stesso, del resto, aveva affermato: "Non ho mai detto nulla di
nascosto"
(Gv 18,20), e proprio questa sua affermazione va intesa nel senso più
letterale.
Se il cristianesimo si riduce ai soli elementi simbolici - come vogliono
gli adepti
degli "insegnamenti segreti" - degenera in gnosticismo. Il cristianesimo
autentico,
quello biblico, propone invece ancora oggi il suo messaggio di salvezza,
senza
segreti, agli uomini e alle donne di tutto il mondo, affinché ciascuno
possa conoscere e incontrare personalmente, nella propria vita, quel Dio
che il
mondo cerca come a tastoni nel buio. "Poiché non vi è nulla di
nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere
manifestato.
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che
ascoltate all'orecchio
predicatelo sui tetti" (Mt 10, 26-27).
GESÙ IN INDIA ?
di Gregory Koukl
In questi tempi assistiamo al dilagare delle più diverse e contrastanti
idee di sapore esoterico sulla vita di Gesù, idee che pur non provenendo
dalla Bibbia vengono accolte prontamente da molte persone.
Una delle tante congetture in voga riguarda i cosiddetti "anni perduti" di Gesù, ossia gli anni della sua infanzia e adolescenza con la sua famiglia, sui quali la Bibbia non ritiene necessario parlare a lungo. Secondo alcuni, Gesù sarebbe andato in viaggio in India e da lì sarebbe ritornato con un messaggio improntato al pensiero religioso orientale.
Vediamo allora i fatti:
1. Non esiste alcuna informazione storica di alcun tipo che collochi Gesù in India.
L'idea, in realtà, si basa solo su messaggi medianici - come il cosiddetto "Vangelo Acquariano di Gesù Cristo" e i libri del medium Edgar Cayce -, che oltre ad essere di provenienza occulta (dunque condannati dalla Legge di Dio in quanto di origine spiritica), sono in contrasto l'uno con l'altro.
Lev. 19:31 "Non vi rivolgete agli spiriti, né agli indovini; non li consultate, per non contaminarvi a causa loro. Io sono l'Eterno vostro Dio."
L'unica "conferma storica" a sostegno dell'idea di Gesù in India è quella che Nicolas Notovich sostenne di aver esaminato nel 1887 in un monastero in Tibet: si tratta di presunti scritti del "profeta Issa". Ma questi scritti non sono mai stati visti da nessuno, e gli stessi monaci che li avrebbero dovuti avere in custodia, hanno spiegato di averne mai sentito parlare.
2. I Vangeli insegnano che Gesù è vissuto in Israele.
Le migliori fonti storiche sostengono con forza che Gesù è stato con la sua famiglia per l'intera durata della sua crescita, come un qualunque altro giovane Ebreo.
Matteo 2:23 "...e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che egli sarebbe stato chiamato Nazareno."
Luca 2:51,52 "Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini."
Entrambi i resoconti sono immediatamente seguiti dal battesimo operato da Giovanni Battista, implicando che il battesimo di Gesù fu il successivo evento più importante in ordine di tempo. Se Gesù fosse andato in viaggo verso l'Est, si sarebbe trattato di un evento critico dal punto di vista teologico e se ne parlerebbe sicuramente in qualche testo dell'epoca. Il precedente viaggio di Gesù in Egitto quand'era in fasce (Matt. 2:13-15) è infatti narrato. Altri riferimenti ci dicono che la gente di Nazareth restava meravigliata dalla saggezza espressa da Gesù mentre predicava.
Luca 4:22 "Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?"
Essi lo riconoscevano come uno cresciuto tra di loro come qualsiasi altro Ebreo. Le persone erano anche stupefatte dall'enfasi messianica del suo ministerio. Si trattava di un elemento assolutamente nuovo.
Matteo 13:54-56 "Recatosi nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: Da dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?" (*)
3. Il costo e la distanza rendono estremamente improbabile un suo viaggio in India.
Si sarebbe trattato di un viaggio quasi impossibile da affrontare per un giovane. Le distanze da coprire sarebbero state assurde per chiunque a quel tempo, adulto o bambino che fosse. Inoltre, Gesù proveniva da una famiglia molto povera e dunque non avrebbe potuto permettersi le spese di un simile viaggio.
4. La cultura dei Gentili (i non-ebrei) era ripugnante per gli Ebrei.
In quanto Ebreo, Gesù avrebbe tollerato ben poco di vivere in mezzo ai Gentili adoratori di idoli che vivevano in India, e tanto meno avrebbe potuto ricevere le loro dottrine pagane e portarle in Israele.
5. Gesù ha insegnato il Giudaismo, non l'Induismo.
Dal punto di vista teologico, l'insegnamento di Gesù è completamente antitetico alla concezione del mondo sostenuta dalle religioni orientali. La Sua teologia è profondamente radicata sul concetto Ebraico di Dio e sulla sua realtà. Gesù continuò a riferirsi sempre all'Antico Testamento, indicando il suo pieno rispetto per la Legge di Dio, i suoi Profeti, e per il Dio d'Israele. Infatti, Egli osservò tutta la Legge in modo impeccabile. Egli non fece mai alcun riferimento né allusione ai Veda (i testi Indù).
Conclusione
Ogni frammento di prova esistente colloca Gesù in Israele per l'intero arco della sua vita, tranne che per il breve soggiorno in Egitto quando Egli era in fasce (evento che è stato attentamente raccontato dalla Bibbia - ad esempio cfr. cap. 2 di Matteo).
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