Circolano poche informazioni, alcune delle quali false, sulla condizione dei cristiani rimasti intrappolati nei territori iracheni dominati dall'ISIS (o IS). Se volete avere certezza su queste informazioni, contattateci. Vi portiamo la testimonianza da noi verificata di un gruppo di 10 anziani cristiani che hanno vissuto per mesi sotto il regime dello Stato Islamico, per poi essere privati di tutto ed espulsi.
Dopo l'espulsione, gli 8 anziani e 2 anziane hanno viaggiato per 2 giorni fino a giungere a Kirkuk, un'area sotto il controllo dei Peshmerga curdi. "Quando eravamo a Qaraqosh, i membri dell'IS ci picchiavano ogni giorno con le loro armi o a mani nude", racconta uno degli anziani. Il 24 ottobre 2014 erano stati cacciati dalla casa di riposo in cui abitavano a Qaraqosh e deportati a Mosul, la seconda città più grande dell'Iraq, ancora in mano dei fondamentalisti dell'ISIS. "Un giorno, uno di loro è venuto nel luogo (a Mosul) dove ci avevano messi con altri cristiani e ha iniziato a chiamare i nostri nomi dicendoci: 'Forza, in piedi, tu verrai contattato presto!' Pensammo che ci avrebbero ucciso. Più tardi abbiamo chiesto loro se ci avrebbero lasciati andare e uno di loro ci ha risposto: 'Non senza un riscatto!'", continua a raccontare uno dei sopravvissuti. Le vite di decine di cristiani intrappolati in territorio dominato dall'IS sono appese a un riscatto da pagare, che spesso non si tratta ovviamente di milioni di euro, ma di qualche migliaio: in alcuni casi parenti e amici, fuggiti in tempo nella zona a dominazione curda, racimolano quello che hanno e pagano, nella speranza di rivedere i loro cari.
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