Esimio pontefice, mi permetto di scriverle, anche se temo che non troverà il tempo di leggere questa mia breve lettera. La forma non le sarà familiare, non sono un politico ne un'autorità, non sono neanche cattolico, non più. So che questo le duolerà.
Ma amo Dio, questo perchè Lui mi ha amato prima. Il Dio della Bibbia, il Dio fatto uomo. Spero che questo la rincuorerà.
Le scrivo perchè mi hanno colpito, in maniera particolare, due notizie in questi giorni, è vero ve ne sono state molto di più da attenzionare. La prima si riferisce alla sua richiesta alla vigilia della Conferenza sulla dichiarazione di Durban che si aprirà domani a Ginevra, i molti media riportano: il Papa chiede un'azione ''ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza''. Lo ha detto dopo il Regina Coeli recitato questa mattina nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
Una dichiarazione che mi trova fermamente concorde.
La seconda notizia, che non ha avuto la stessa risonanza mediatica, in effetti non è stata neanche ricercata dagli interessati, riguarda proprio una forma di intolleranza o di discriminazione.
Il luogo e' L'Aquila, città che lei presto andrà a visitare, sicuramente i media saranno generosi anche stavolta, la data è domenica 12 aprile, il giorno di Pasqua. L'occasione della manifestata intolleranza il culto evangelico celebrato in una delle tende della protezione civile.
Come saprà molte realtà, laiche e religiose, si sono attivate in questi giorni di trambusto, cosi' anche una realtà evangelica che, il giorno dopo il terremoto, già si attivava con una propria tenda con una scritta "La buona novella". Tenda che è molto servita inizialmente quando scarseggiavano quelle della protezione civile.
I cari fratelli, oltre a preoccuparsi di loro stessi, in quanto terremotati, avevano a cuore anche i concittadini che hanno ospitato, offerto il materiale ed il cibo ed i beni frutto della generosità delle altre chiese evangeliche. Insieme a questi beni hanno avuto nel cuore il bisogno di testimoniare, distribuendo bibbie e trattati, la fedeltà di Dio e la Sua bontà. Che coraggio fare questo in quella situazione. Sono certo che apprezzerà anche lei.
Eppure in questo lavoro si sono dovuti scontrare con delle difficoltà particolari oltre a quelle terribili già imposte loro dal sisma.
Il campo dove era installata questa tenda è statao oggetto di visita prima di alcuni uomini religiosi cattolici, visita gradita, ma subito dopo da addetti della protezione civile che intimavano a "non fare proseliti." E comunicando che la tenda avrebbe dovuto essere smontata.
Molte tende all'inizio installate sono state quindi, "per motivi di sicurezza e per non idoneità", smontate. La protezione civile ha quindi installato le sue. E proprio in una di queste, la domenica di pasqua, mentre in umiltà ed in semplicità il gruppo di evangelici si radunava per celebrare il culto al nostro comune Dio, un uomo della protezione civile ha interrotto bruscamente la celebrazione gridando" non è possibile fare questo in una tenda della protezione civile", o qualcosa di molto simile. Si immagina l'imbarazzo, la difficoltà per quel pugno di evangelici?
E' stato molto saggio uno degli anziani, organizzatori di quel campo, che ha preso sotto braccio il caro volontario della protezione civile e lo ha calmato. Ora dopo "formale" richiesta gli è stato assegnato un'altro luogo, una palestra dove, probabilmente, non saranno interrotti.
Certo di eventi di intolleranza me ne hanno raccontati molti questi cari fratelli. Si figuri che quando, una cinquantina di anni fa, un pugno di evangelici volle aprire una sala su strada gli fu loro impedito. Mi raccontano, le care vecchiete, degli animi esasperati e guidati dal parroco di zona contro l'apertura della piccola sala, manifestazioni, cartelli, insulti finanche sterco, una montagna di sterco proprio davanti l'entrata. Rinunciarono, non aprirono, si riunirono in una casa per altri mesi poi torvarono un'altro locale.
Bhe come rinuncerò io a inviarle questa lettera, questa notizia o a diffonderala ai mass media, non servirebbe a nulla, semmai avesse qualche risonanza...
Il mio augurio è che le sue parole giungano anche a L'Aquila
Alex
Ansa 19 aprile
CITTA' DEL VATICANO - Alla vigilia della Conferenza sulla dichiarazione di Durban che si aprira' domani a Ginevra, il Papa chiede un'azione ''ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza''. Lo ha detto dopo il Regina Coeli recitato questa mattina nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
''Iniziera' domani a Ginevra, organizzata dalle Nazioni Unite - ha ricordato il pontefice subito prima dei saluti finali nelle varie lingue - la Conferenza di esame della Dichiarazione di Durban del 2001 contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza. Si tratta - ha detto - di un'iniziativa importante perche' ancora oggi, nonostante gli insegnamenti della storia, si registrano tali deplorevoli fenomeni''.
Il pontefice ha poi citato alcuni passi della Dichiarazione del 2001 mostrando di condividerli: nel testo - ha ricordato - si ''riconosce che 'tutti i popoli e le persone formano una famiglia umana, ricca in diversita'. Essi hanno contribuito al progresso della civilta' e delle culture che costituiscono il patrimonio comune dell'umanita' la promozione della tolleranza, del pluralismo e del rispetto puo' condurre ad una societa' piu' inclusiva'''.
''A partire da queste affermazioni - ha concluso il pontefice - si richiede un'azione ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza. Occorre, soprattutto, una vasta opera di educazione, che esalti la dignita' della persona e ne tuteli i diritti fondamentali. La Chiesa, da parte sua, ribadisce che solo il riconoscimento della dignita' dell'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, puo' costituire un sicuro riferimento per tale impegno''. Il Vaticano partecipera' alla conferenza con una propria delegazione.
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