Come evitare, nel nostro essere Chiesa e nel nostro vivere come chiese locali, il rischio sempre presente di perdere la nostra identità neotestamentaria e di diventare una delle tante denominazioni che altro non sono che "chiese di uomini"? Un'attenta riflessione sugli insegnamenti della Parola di Dio in relazione all'origine, alla natura e al fondamento della Chiesa ci aiuterà a rispondere a questa domanda.
Introduzione
Scrivere qualcosa intorno alla Chiesa è quanto di più entusiasmante si possa fare, in quanto la Chiesa è una delle più meravigliose opere di Dio. Come ha affermato un fratello, essa è “il capolavoro di Dio”.
Purtroppo però, ci troviamo a parlare di un soggetto tanto sublime nel contesto del nostro tempo, in cui spesso dietro l’etichetta di “chiesa” si nasconde qualcosa che Chiesa non è, in quanto diventata “chiesa degli uomini” piuttosto che essere e dimostrarsi autentica “Chiesa di Dio”. Perciò queste considerazioni, che vogliono riferirsi esclusivamente alla Scrittura quale fonte di insegnamento, avranno inevitabilmente un risvolto di monito, richiamo che scaturisce anch’esso dalla Scrittura, “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia” (2Ti 3:16).
Gli uomini, con i loro sotterfugi, le loro idee e le loro convenienze hanno fatto della Chiesa qualcosa di molto diverso rispetto al disegno divino, alterando quindi l’iniziativa originale e limpida di Dio, la sola che lo può glorificare.
Oggigiorno infatti il cristianesimo è una “religione” diffusa in tutto il mondo ma… si può dire che quanto viene chiamato cristiano e identificato come tale lo sia davvero?
La “chiesa” o meglio tutto ciò che viene chiamato “chiesa” è ampiamente diffuso, ma è proprio la Chiesa come l’ha concepita Dio?
Siccome poi al termine “chiesa” sono state associate innumerevoli altre indicazioni di appartenenza, descrizioni, titoli che differenziano una “chiesa” (o gruppi di chiese) dalle altre, sorge inevitabile una domanda: qual è la Chiesa giusta?
E quindi: quale Chiesa rispetta l’insegnamento della Scrittura?
Quale Chiesa insegna la verità?
In quale Chiesa si può trovare la manifestazione vivente di Dio?
Credo che a queste domande non potremo mai rispondere, per il semplice fatto che si basano su quello che vediamo, cioè il risultato dei “sotterfugi” (Ec 7:29) umani!
Dobbiamo invece esaminare la Parola di Dio per verificare se nelle convinzioni e nella pratica noi tutti ci stiamo conformando al pensiero di Dio, in modo da essere coerentemente la Chiesa di Dio.
La definizione della Scrittura
Osserviamo il contenuto dei seguenti versetti:
• “E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere” (Mt 16:18).
• “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio (o chiesa del Signore), che egli ha acquistata con il proprio sangue” (At 20:28).
• “Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. Tutte le chiese di Cristo vi salutano” (Ro 16:16).
• “...affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” (1Ti 3:15).
• “Alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro” (1Co 1:2).
• “Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l’Acaia” (2Co 1:1).
• “Paolo, Silvano e Timoteo alla chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: grazia a voi e pace” (1Te 1:1).
• “Infatti, fratelli, voi siete diventati imitatori delle chiese di Dio che sono in Cristo Gesù nella Giudea” (1Te 2:14).
• “Paolo, Silvano e Timoteo, alla chiesa dei Tessalonicesi, che è in Dio nostro Padre e nel Signore Gesù Cristo” (2Te 1:1).
Dunque, nel Nuovo Testamento la Chiesa viene definita esclusivamente in due modi:
1. “La Chiesa di Dio” (o Chiesa di Cristo, Chiesa del Signore).
Questa definizione è applicata sia alla Chiesa universale che alle chiese locali.
2. La chiesa della città in cui si raduna, o dei membri della chiesa di quella località, quindi “la chiesa che è in Corinto”, “la chiesa dei Tessalonicesi” e così via. È ovvio che questa definizione si applica alla chiesa locale.
Basterebbe la semplicità e la chiarezza di queste definizioni bibliche per spingerci al rifiuto di qualsiasi altro titolo o denominazione di Chiesa, perché andrebbe “oltre quel che è scritto” (1Co 4:6).
Quando ci guardiamo intorno vediamo: “Chiesa cattolica”, “Chiesa ortodossa”, “Chiesa anglicana”, “Chiesa luterana”, “Chiesa dei santi degli ultimi giorni”, “Chiesa valdese”, “Chiesa metodista”, “Chiesa pentecostale”, “Chiesa battista”, “Chiese libere”…e ne avrò senz’altro dimenticate molte!
Sono certo che il Signore non ci chiede di fare classifiche (quale chiesa sia più fedele) né vuole che ci lasciamo appassionare dall’idea di essere l’ennesima alternativa a queste “chiese”!
Dovrebbe piuttosto appagarci l’essere membri della Chiesa di Dio di ogni tempo e luogo e membri di una locale chiesa di Dio.
Quale definizione potrebbe essere più appropriata, più dignitosa e più spirituale di questa?
Quindi, ovunque ci sono dei “nati di nuovo”, quindi dei figli di Dio, lì c’è la Chiesa di Dio. Questo stabilisce anche un principio di accoglienza che, guardando oltre le etichette, sa vedere quando ci si trova in contatto con dei veri figli di Dio che hanno anche loro comunione “con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo” (1Gv 1:3), e lo dimostrano camminando “nella luce” (1Gv 1:5-7).
Le ragioni della definizione della Scrittura
Perché la Chiesa è “di Dio”?
Guardiamo anzitutto a tre ruoli di Dio che ne evidenziano la preminenza in relazione alla Chiesa.
La Chiesa ha avuto origine nel pensiero di Dio, è il “mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose” (Ef 3:9).
Quindi possiamo dire che Dio stesso ne è il Progettista. Chi poteva pensare ad una entità in cui vengono unite, indipendentemente dalle origini nazionali, sociali e intellettuali, uomini e donne che, trasformati dalla grazia di Dio, diventano collaboratori per l’edificazione della Chiesa stessa?
In tanti modi gli uomini hanno cercato di abbattere barriere e di unirsi, ma sempre con contraddizioni e fallimenti. Che dire, per esempio, delle difficoltà a cui assistiamo in questo periodo quanto all’unificazione economica e politica dell’Unione Europea?
Le unificazioni ideate dagli uomini possono riuscire o, più spesso, non riuscire, ma i progetti di Dio sono meravigliosi e, nonostante i ritardi causati dagli uomini, trovano sempre il loro compimento.
Il Signore è anche il Costruttore della Chiesa, dal momento che Gesù affermò: “edificherò la mia Chiesa” (Mt 16:18).
Il giorno di Pentecoste, dopo la risurrezione e l’ascensione del Signore Gesù, egli adempì due promesse annunciate in precedenza: la discesa dello Spirito Santo e la nascita della Chiesa, appunto.
Da quasi duemila anni, pur operando attraverso membri della Chiesa stessa come noi, è il Signore a edificare (costruire) la Chiesa. Se si trattasse soltanto di opera di uomini, certo tutto si sarebbe arenato dopo poco come uno di quei cantieri che dopo anni non mostra segni di attività volta a concludere i lavori. Ma la Chiesa di Dio continua ad essere, per la fedeltà di Dio, un cantiere in piena attività.
La Chiesa, ancora, è del Signore in quanto ne è il legittimo Proprietario: essa gli appartiene per redenzione.
L’acquisto è stato “certificato” dal pagamento di un prezzo, che è stato il sangue versato sulla croce dal Signore Gesù (At 20:28). Questo garantisce alla Chiesa di Dio di essere un giorno presentata: “...davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Ef 5:27), quindi di avere un destino certo, cosa che non avrebbe se fosse “chiesa degli uomini”.
Questa realtà dovrebbe farci molto riflettere quando veniamo sollecitati a “manipolare” la Chiesa come se fosse nostra, mentre il Signore l’ha potuta salvare e fare sua solo grazie al pagamento di un prezzo tanto elevato.
La Scrittura poi ci presenta la Chiesa mediante immagini che rivelano semplicità, vitalità e spiritualità, immagini molto contrastanti con le strutture umane a cui la Chiesa rischia di conformarsi. Certo non per caso, per tutte le immagini viene ribadito che la Chiesa è di Dio.
1. La Chiesa è un sacerdozio santo e regale (1P 2:5,9): “sacerdoti del Dio e Padre suo” (Ap 1:6).
2. La Chiesa è un gregge (Gv 10:16), di cui il Signore Gesù è il Pastore e noi le sue pecore (Gv 10:14,27): è “il gregge di Dio” (1P 5:2).
3. La Chiesa è un popolo, un popolo celeste unificato grazie al sangue di Cristo e la cui cittadinanza si ottiene per risposta ad una chiamata (Ef 2:11-19; 1P 2:9-10): è “il popolo di Dio” (1P 2:10)
4. La Chiesa è un edificio, ma non una basilica o una cattedrale, è un edificio spirituale di cui noi siamo le pietre viventi che lo compongono (Ef 2:20-22; 1P 2:5): “l’edificio di Dio” (1Co 3:9).
5. La Chiesa è una famiglia, che riunisce tutti i figli e le figlie di Dio, in cui Dio è il Padre ed il Signore Gesù Cristo il Figlio Primogenito (Ro 8:29): siamo membri “della famiglia di Dio” (Ef 2:19).
6. La Chiesa è la fidanzata di Cristo, lo Sposo che ha dato se stesso per lei (2Co 11:2; Ef 5:25-27), e in Apocalisse viene mostrata a Giovanni “la sposa, la moglie dell’Agnello” (Ap 21:9).
7. La Chiesa, infine, è un corpo, quindi un organismo vivente (l’immagine più frequente negli scritti dell’apostolo Paolo insieme a quella dell’edificio): “il corpo di Cristo”. Questo viene attestato in tutti questi passi: 1Co10:16, 12:27; Ef 1:23, 4:12, 5:30; Cl 1:24.
Quindi i testi biblici che ci presentano queste immagini, complementari e interconnesse fra loro, ribadiscono che la Chiesa è di Dio, di Cristo.
“La Chiesa di Dio”: le conseguenze per noi
Le ragioni che abbiamo considerato sin qui devono influire su di noi affinché rispettiamo correttamente l’identità della Chiesa, una identità unica, da non confondere con alcun’altra!
E, avendo chiari questi capisaldi, dobbiamo vigilare affinché il posto che nella Chiesa spetta a Dio gli sia effettivamente riconosciuto. A tal proposito vi esporrò qualche pericolo reale da tenere presente.
Nella Chiesa, come in ogni cosa, il Signore Gesù Cristo deve avere “il primato” (Cl 1:18). Infatti il “corpo di Cristo” ha un solo Capo, ed è proprio il Signore Gesù (Ef 1:22, 4:15, 5:23; Cl 1:18, 2:19)!
Questo primato, questa posizione di “Capo” che appartiene al Signore, viene rispettata se la sua Parola è riconosciuta come unica autorità alla quale sottomettersi.
Nessuna confessione di fede, nessuno statuto o regolamento formulato dai credenti ha titolo per diventare “autorità” sopra la Chiesa.
La Scrittura, tutta intera, è la nostra “fede” per cui “combattere strenuamente” (Gd 3).
Anche il miglior “credo” sarebbe tutt’al più una citazione parziale della Parola di Dio, ma la nostra lealtà deve essere verso tutta la Scrittura (2Ti 3:16; Sl 119:160).
E l’unica Persona che nella Chiesa svolge un’opera sovrana e autorevole, per conto di Cristo e in perfetta armonia con lui, il suo solo Vicario è lo Spirito Santo, che accompagna la Chiesa durante il suo cammino sulla terra (Gv 14:15-17, 16:12-15; At 9:31, 13:2; 1Co 12:11; Ap 2:7, 11, 17, 29; 3:6, 13, 22; 22:17).
Per brevità non elenchiamo ora le attività meravigliose che lo Spirito svolge a favore della Chiesa, ma possiamo ben rallegrarci di non essere stati lasciati soli! Quindi è la guida insostituibile dello Spirito Santo che dobbiamo ricercare senza tregua per essere la Chiesa che glorifica Dio: persona divina, guida divina!
Dunque, la Chiesa di Dio cammina avendo l’autorità e la guida della Parola di Dio e dello Spirito di Dio.
Perciò nella Chiesa del Signore la scienza, con tutte le sue discipline, non può imporre idee e metodi che di fatto vanno a scardinare l’autorità della Parola e a ridimensionare la guida dello Spirito Santo.
La fisica, la chimica e le scienze della terra hanno messo in discussione l’origine dell’universo come descritta dalla Parola: a chi darà ascolto la Chiesa?
L’archeologia e la storia hanno affermato che le vicende del passato si sono susseguite in tempi e modi diversi rispetto a quanto afferma la Bibbia: la Chiesa, chi ascolterà?
La psicologia propone diagnosi e soluzioni ai problemi dell’uomo differenti rispetto all’analisi e all’offerta della Parola di Dio e altrettanto diversi sono i modelli educativi indicati dalla pedagogia: chi ha ragione per la Chiesa?
La sociologia ci può dare affascinanti suggerimenti per migliorare l’aggregazione dei membri della Chiesa e avvicinare dei simpatizzanti, o per avere dei leaders capaci (il concetto di leader non è affatto equivalente a quello biblico di conduttore!)... ma sono suggerimenti validi secondo Dio?
La critica letteraria vorrebbe valutare che cosa nella Bibbia è mito e che cosa è valido per l’uomo di oggi, che cosa è normativo e che cosa è descrittivo…le scienze della comunicazione suggeriscono di presentare e diffondere il messaggio biblico in forme più attraenti per la gente del nostro tempo, l’omiletica rischia di appiattire i doni di parola inquadrandone l’esercizio in formati standard… altri esempi sarebbero facili da trovare.
Dobbiamo valutare – io per me stesso – l’attenzione e lo spazio che a tutte queste indicazioni “scientifiche” noi abbiamo dato, attraverso libri o altre forme. E abbiamo pensato che queste indicazioni possono ben integrare e condurre ad una buona applicazione pratica i principi biblici.
Ma quando ciò accade, in realtà, abbiamo già abbassato il livello di autorità che riconosciamo alla Parola, pensando che essa lasci dei vuoti da riempire opportunamente con il meglio che troviamo in circolazione.
Le scienze umane sono un buon riscontro quando confermano i principi scritturali, ma sono da rigettare quando li sconfessano o, di fatto, li minimizzano. Ho l’impressione che spesso siamo così vuoti della Parola di Dio che ci illudiamo di poter riempire il vuoto con cose apparentemente molto appetitose, ma in realtà piene di pericolosi germi!
“O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza; alcuni di quelli che la professano si sono allontanati dalla fede. La grazia sia con voi” (1Ti 6:20-21).
La Chiesa, essendo di Dio, non può essere delle gerarchie, dei capi, dei pastori, degli anziani, dei teologi, delle organizzazioni, dei sinodi, neppure dei convegni, delle scuole bibliche o delle missioni.
Questi ultimi sono strumenti legittimi e utili se nascono e operano nella dipendenza dalle chiese locali, al servizio della Chiesa, ma senza mai sovrastarla.
La Chiesa non è dei fondatori, non è dei conduttori, non è dei predicatori o di chi possiede qualche dono, magari particolarmente evidente e apprezzato.
Essi sono servitori che il Signore ha usato e usa per edificare la Chiesa, ma il loro servizio ha valore nella misura in cui essi trasmettono e rispettano il messaggio autorevole della Parola di Dio.
Nessun fondatore o conduttore potrà mai avere una autorità propria, che affianchi o sovrasti l’autorità della Parola.
La Chiesa di Cristo non è neppure “di tutti” (i suoi membri), una sorta di democrazia in cui ognuno può far valere la propria opinione.
La Chiesa del Dio vivente non è una organizzazione, non è un club, non è un’associazione, non è un’azienda…quindi ci vuole discernimento per evitare di prendere a esempio in modo acritico i metodi usati nelle entità sopracitate solo perché “funzionano” e applicarli alla Chiesa.
Spesso l’arte, le tecniche di comunicazione e i metodi di gestione degli affari che il mondo utilizza comunemente sono dettati da finalità assolutamente incompatibili con le finalità della Chiesa: un pubblico numeroso (ma passivo!), il successo a tutti i costi, il divertimento, il profitto economico.
La Chiesa, in quanto “corpo di Cristo” è un organismo vivente. In questo corpo si entra a far parte non mediante l’adesione a un credo o l’esercizio di un rito, ma quando si nasce di nuovo (Gv 3:3,5; 1Co 12:13), ricevendo così la vita di Dio e di Cristo. E nella Chiesa si dovrebbe sempre riconoscere la vita di Dio, che, grazie allo Spirito è “giustizia, pace e gioia” (Ro 14:17), è potenza per sconfiggere il peccato e manifestare il frutto della vita nuova (Ro 8:1-14; Ga 5:16-26).
Quindi nella Chiesa di Dio non c’è spazio per i riti, le liturgie, le tradizioni. Non c’è spazio legittimo per abitudini perpetuate ma non motivate dalla Scrittura, dettate dal “Abbiamo sempre fatto così!” ed elevate a pratica inviolabile. Le consuetudini sono inevitabili (esempi: il numero di riunioni, gli orari e l’ordine delle riunioni ecc.) ma occorre riconoscerle per quello che sono e non elevarle mai a pratiche “comandate” dal Signore, in modo da avere la saggezza e la disponibilità a cambiare quando sarebbe opportuno farlo. Quello che invece viene fatto in risposta a precise istruzioni della Scrittura non è una consuetudine, ma un doveroso atto di ubbidienza!
Le chiese di Cristo non devono rifarsi a periodi della storia della Chiesa (i “padri della Chiesa”, la Riforma, il periodo del Risorgimento ecc.) ponendoli sullo stesso piano “degli apostoli e dei profeti”, definiti dalla Parola stessa “fondamento” (Ef 2:20).
Il ricordo dei conduttori che ci hanno preceduto, sollecitato dalla Parola (Eb 13:7) ha lo scopo di riproporci degli esempi di fede da imitare, mai di innalzare degli iniziatori di un’opera da indicare come “fondamento” della Chiesa. Se siamo realmente ancorati nella Scrittura, cementati al solo “fondamento”, lo considereremo totalmente sufficiente ed esso ci garantirà adeguata stabilità.
Nella Chiesa del Dio vivente non c’è spazio legittimo per i leaders, per gli specialisti, per i titoli, per l’esaltazione delle persone… perché solo Dio deve essere glorificato: “A lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen” (Ef 3:21).
Ed è la sua presenza che deve manifestarsi con chiarezza in ogni radunamento:
“Ma se tutti profetizzano ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è scrutato da tutti, i segreti del suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi” (1Co 14:24-25).
In conclusione, chiediamoci:
• Abbiamo davvero capito che la Chiesa è di Dio?
• Stiamo contribuendo in modo coerente alla sua edificazione?
• Ci sono dei pensieri umani che abbiamo formulato e dobbiamo abbandonare?
Che al nostro esaminarci seguano passi concreti con l’ambizione non di diventare un’alternativa migliore alle tante chiese con un nome, ma semplicemente di essere, in modo semplice ma chiaro, la Chiesa di Dio.
Bruno Aresca
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