Marito, la condizione di tua moglie riflette al mondo il tipo di uomo che sei.
Jodi non ne può più di suo marito. Ormai, lei rifiuta di acconsentire passivamente ad ogni pretesa e l’atteggiamento offensivo del marito. “Dal primo giorno è stato un marito dominante,” dice Jodi. “Mi tratta come se io fossi una schiava.”
Frank, al suo turno, lamenta, “Io non capisco perché mia moglie non mi ubbidisce come aveva promesso il giorno del nostro matrimonio. Io sono l’uomo. E lei, la donna. È il suo compito di servirmi, e la Bibbia lo conferma.”
Purtroppo, oggi, non mancano racconti simili a quello di Frank e Jodi. Un marito dominante trascina sua moglie alla Bibbia per sbatterle il naso sul versetto, “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore.” {Efesini 5:22} Ma se Frank continuasse a leggere, le Scritture gli darebbero un colpo letale al suo atteggiamento peccaminoso, “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei.” {Efesini 5:25}
L’attitudine maschilista di Frank è disgraziatamente l’esperienza di molte donne, le quali sentono di essere più uno zerbino che la sposa preziosa e amata di Cristo. Peggio ancora, oltre al danno inflitto al marito, alla moglie, e ai loro figli, un simile matrimonio è una povera testimonianza di Cristo e la Sua chiesa.
Secondo il disegno di Dio, il matrimonio presenta al mondo un’immagine del rapporto di Cristo e la Sua sposa, cioè la chiesa. I matrimoni come quello di Frank e Jodi distorcono il ritratto Biblico e lo rendono una rappresentazione erronea e travisata. Cristo è un tiranno meschino e piccolo come Frank? La Sua condotta rende la chiesa amareggiata come Jodi?
Moglie, Dio intende che la tua sottomissione al tuo marito sia un’illustrazione della sottomissione della chiesa al suo Signore, Gesù Cristo. È questo il motivo preciso che Paolo comanda le mogli di sottomettersi: “Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. {Efesini 5:23-24} Ecco due domande per le mogli: Quale messaggio state dando al mondo? Cosa dice la vostra sottomissione ai vostri mariti riguardo alla sottomissione della chiesa a Cristo?
Marito, ora tocca a te.
Il marito è un’illustrazione vivente di Cristo, il quale “ha amato la chiesa e ha dato SE STESSO per lei.” {Efesini 5:25b, il maiuscolo aggiunto} Notiamo che l’enfasi è interamente sul sacrificio di Cristo e il servizio per il bene della chiesa. Torniamo a leggere di nuovo il passeggio nell'intero: “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama se stesso. Infatti nessuno ha mai odiato la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo [, della sua carne e delle sua ossa]. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola. Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. Ma d’altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.” {Efesini 5:25-33}
Ricordiamo che il tema di Paolo in Efesini 5, iniziando dal versetto 21, è uno di sottomissione RECIPROCA: “…sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.” {Efesini 5:21} Quando Paolo presenta il marito come capo in versetto 23, non sta cambiando il discorso. Non sta dicendo che tutti quanti devono sottomettersi all'uomo, o che, come capo, l’uomo può imporre la propria volontà e i propri desideri al resto della famiglia. Non è affatto così. Il punto è proprio questo: Il marito dimostra al meglio la sua leadership (modellata da Cristo Stesso) con un servizio volontario e un amore sacrificale nei riguardi di sua moglie, i quali sono una forma di sottomissione quanto la lealtà della moglie alla leadership di suo marito o l’ubbidienza dei figli ai loro genitori.
La tendenza peccaminosa dell’uomo caduto è di dominare le mogli con la forza bruta. Perfino alcuni uomini cristiani sono colpevoli di abusare la loro autorità, come se il matrimonio fosse un rapporto di padrone-schiavo. Alcuni, come Frank, cercano di convalidare quest’idea sbagliata citando Efesini 5:24 dove è scritto che “le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in OGNI COSA.” (Il maiuscolo aggiunto) Ma questo è un punto di vista errato, opposto, e antitetico allo schema di leadership dato da Cristo.
Chiunque pensa come Frank deve semplicemente leggere meglio Efesini 5. Quando Paolo indirizza i mariti, non ha detto, “Mariti, dominate le vostre mogli; dagli ordini, comandate, regnate …” – no, per niente. Invece, Paolo dice di amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa: con sacrificio, con tenerezza, con umiltà, e con un cuore da servo. Ecco come i mariti devono praticare la sottomissione alle loro mogli.
L’amore genuino è incompatibile con un approccio dominante o despotico alla leadership. Quando Paolo comanda i mariti di amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa, stava, in effetti, vietando a loro di praticare un’autorità severa, rigida, o abusiva sulle loro mogli. Se il modello di questo amore è Gesù Cristo, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti,” {Matteo 20:28}, allora il marito convinto che sua moglie e i suoi figli esistono solo per poter servire lui è lontanissimo dalla verità.
È significante, al proposito, che i mariti non sono comandati in questo passaggio di dominare le loro mogli, e nemmeno di guidarle. Sono comandati semplicemente di AMARE le loro mogli. Infatti, il tema principale nell'intero passaggio qui è l’amore. Appare ben cinque volte nell'elenco breve d’istruzioni per i mariti.
Consideriamo le implicazioni del comando di amare. Un comando. Questo suggerisce che l’amore genuino non è meramente un sentimento romantico né un’attrazione involontaria. È una scelta risoluta della volontà. Per questo motivo è in una forma imperativa. Più che qualcosa che succede per caso, l’amore autentico richiede un impegno volontario e deliberato di sacrificare ciò che possiamo per il bene della persona che amiamo.
In 1° Corinzi 13:4-8, l’apostolo Paolo ci indica le caratteristiche del vero amore. “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; {l’amore} non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno e la conoscenza verrà abolita.”
Notate che nessun tratto del vero amore è involontario, passivo, o basato sull’emozioni. Invece, Paolo usa i verbi attivi dove possibile piuttosto che gli aggettivi, sottolineando la verità che l’amore è sia dinamico sia deliberato.
Quando Paolo comanda ai mariti di amare le loro mogli, sta indicando tutte le virtù trovate in 1° Corinzi 13: pazienza, gentilezza, generosità, umiltà, mansuetudine, comprensione, benevolenza, fiducia, bontà, onestà …
È importante notare che tutte le proprietà di amore mettono l’accento sull'altruismo e sul sacrificio. Il marito che ama veramente sua moglie non può brandire la sua autorità su di lei come un bastone. Invece di essere un signore supremo della famiglia, il marito (e il papà) secondo Dio fa di se stesso il servo di tutti. Non è facile. In realtà, è impossibile per i non-credenti di ubbidire il comando di Paolo in Efesini. Soltanto il marito convertito, rinato e riempito dello Spirito Santo può amare sua moglie come Gesù Cristo ama la chiesa. E questo è l’unico modo che gli altri vedranno nel matrimonio la vera immagine del Salvatore.
Questo è il modello di Dio per il matrimonio. È un’immagine di Cristo e il Suo rapporto con la chiesa.
Tratto in parte da Grace to You: www.gty.org
Jodi non ne può più di suo marito. Ormai, lei rifiuta di acconsentire passivamente ad ogni pretesa e l’atteggiamento offensivo del marito. “Dal primo giorno è stato un marito dominante,” dice Jodi. “Mi tratta come se io fossi una schiava.”
Frank, al suo turno, lamenta, “Io non capisco perché mia moglie non mi ubbidisce come aveva promesso il giorno del nostro matrimonio. Io sono l’uomo. E lei, la donna. È il suo compito di servirmi, e la Bibbia lo conferma.”
Purtroppo, oggi, non mancano racconti simili a quello di Frank e Jodi. Un marito dominante trascina sua moglie alla Bibbia per sbatterle il naso sul versetto, “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore.” {Efesini 5:22} Ma se Frank continuasse a leggere, le Scritture gli darebbero un colpo letale al suo atteggiamento peccaminoso, “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei.” {Efesini 5:25}
L’attitudine maschilista di Frank è disgraziatamente l’esperienza di molte donne, le quali sentono di essere più uno zerbino che la sposa preziosa e amata di Cristo. Peggio ancora, oltre al danno inflitto al marito, alla moglie, e ai loro figli, un simile matrimonio è una povera testimonianza di Cristo e la Sua chiesa.
Secondo il disegno di Dio, il matrimonio presenta al mondo un’immagine del rapporto di Cristo e la Sua sposa, cioè la chiesa. I matrimoni come quello di Frank e Jodi distorcono il ritratto Biblico e lo rendono una rappresentazione erronea e travisata. Cristo è un tiranno meschino e piccolo come Frank? La Sua condotta rende la chiesa amareggiata come Jodi?
Moglie, Dio intende che la tua sottomissione al tuo marito sia un’illustrazione della sottomissione della chiesa al suo Signore, Gesù Cristo. È questo il motivo preciso che Paolo comanda le mogli di sottomettersi: “Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo. Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. {Efesini 5:23-24} Ecco due domande per le mogli: Quale messaggio state dando al mondo? Cosa dice la vostra sottomissione ai vostri mariti riguardo alla sottomissione della chiesa a Cristo?
Marito, ora tocca a te.
Il marito è un’illustrazione vivente di Cristo, il quale “ha amato la chiesa e ha dato SE STESSO per lei.” {Efesini 5:25b, il maiuscolo aggiunto} Notiamo che l’enfasi è interamente sul sacrificio di Cristo e il servizio per il bene della chiesa. Torniamo a leggere di nuovo il passeggio nell'intero: “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla dopo averla purificata lavandola con l’acqua della parola, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama se stesso. Infatti nessuno ha mai odiato la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo [, della sua carne e delle sua ossa]. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una carne sola. Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo e alla chiesa. Ma d’altronde, anche fra di voi, ciascuno individualmente ami sua moglie, come ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.” {Efesini 5:25-33}
Ricordiamo che il tema di Paolo in Efesini 5, iniziando dal versetto 21, è uno di sottomissione RECIPROCA: “…sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.” {Efesini 5:21} Quando Paolo presenta il marito come capo in versetto 23, non sta cambiando il discorso. Non sta dicendo che tutti quanti devono sottomettersi all'uomo, o che, come capo, l’uomo può imporre la propria volontà e i propri desideri al resto della famiglia. Non è affatto così. Il punto è proprio questo: Il marito dimostra al meglio la sua leadership (modellata da Cristo Stesso) con un servizio volontario e un amore sacrificale nei riguardi di sua moglie, i quali sono una forma di sottomissione quanto la lealtà della moglie alla leadership di suo marito o l’ubbidienza dei figli ai loro genitori.
La tendenza peccaminosa dell’uomo caduto è di dominare le mogli con la forza bruta. Perfino alcuni uomini cristiani sono colpevoli di abusare la loro autorità, come se il matrimonio fosse un rapporto di padrone-schiavo. Alcuni, come Frank, cercano di convalidare quest’idea sbagliata citando Efesini 5:24 dove è scritto che “le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in OGNI COSA.” (Il maiuscolo aggiunto) Ma questo è un punto di vista errato, opposto, e antitetico allo schema di leadership dato da Cristo.
Chiunque pensa come Frank deve semplicemente leggere meglio Efesini 5. Quando Paolo indirizza i mariti, non ha detto, “Mariti, dominate le vostre mogli; dagli ordini, comandate, regnate …” – no, per niente. Invece, Paolo dice di amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa: con sacrificio, con tenerezza, con umiltà, e con un cuore da servo. Ecco come i mariti devono praticare la sottomissione alle loro mogli.
L’amore genuino è incompatibile con un approccio dominante o despotico alla leadership. Quando Paolo comanda i mariti di amare le loro mogli come Cristo ama la chiesa, stava, in effetti, vietando a loro di praticare un’autorità severa, rigida, o abusiva sulle loro mogli. Se il modello di questo amore è Gesù Cristo, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti,” {Matteo 20:28}, allora il marito convinto che sua moglie e i suoi figli esistono solo per poter servire lui è lontanissimo dalla verità.
È significante, al proposito, che i mariti non sono comandati in questo passaggio di dominare le loro mogli, e nemmeno di guidarle. Sono comandati semplicemente di AMARE le loro mogli. Infatti, il tema principale nell'intero passaggio qui è l’amore. Appare ben cinque volte nell'elenco breve d’istruzioni per i mariti.
Consideriamo le implicazioni del comando di amare. Un comando. Questo suggerisce che l’amore genuino non è meramente un sentimento romantico né un’attrazione involontaria. È una scelta risoluta della volontà. Per questo motivo è in una forma imperativa. Più che qualcosa che succede per caso, l’amore autentico richiede un impegno volontario e deliberato di sacrificare ciò che possiamo per il bene della persona che amiamo.
In 1° Corinzi 13:4-8, l’apostolo Paolo ci indica le caratteristiche del vero amore. “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; {l’amore} non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non verrà mai meno. Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno e la conoscenza verrà abolita.”
Notate che nessun tratto del vero amore è involontario, passivo, o basato sull’emozioni. Invece, Paolo usa i verbi attivi dove possibile piuttosto che gli aggettivi, sottolineando la verità che l’amore è sia dinamico sia deliberato.
Quando Paolo comanda ai mariti di amare le loro mogli, sta indicando tutte le virtù trovate in 1° Corinzi 13: pazienza, gentilezza, generosità, umiltà, mansuetudine, comprensione, benevolenza, fiducia, bontà, onestà …
È importante notare che tutte le proprietà di amore mettono l’accento sull'altruismo e sul sacrificio. Il marito che ama veramente sua moglie non può brandire la sua autorità su di lei come un bastone. Invece di essere un signore supremo della famiglia, il marito (e il papà) secondo Dio fa di se stesso il servo di tutti. Non è facile. In realtà, è impossibile per i non-credenti di ubbidire il comando di Paolo in Efesini. Soltanto il marito convertito, rinato e riempito dello Spirito Santo può amare sua moglie come Gesù Cristo ama la chiesa. E questo è l’unico modo che gli altri vedranno nel matrimonio la vera immagine del Salvatore.
Questo è il modello di Dio per il matrimonio. È un’immagine di Cristo e il Suo rapporto con la chiesa.
Tratto in parte da Grace to You: www.gty.org
Argomenti
- Accedi per commentare
- 1589 viste