In un paesino situato vicino alle montagne del Gran Paradiso, viveva un uomo ormai avanti con l’età che tutti in paese conoscono come nonno Alberto, che forse molti di voi ricorderanno, come il nonno del contadino Tobia, della parabola del seminatore. Aveva quasi novant’anni nonno Alberto, la sua lunga barba bianca e il suo bastone erano per lui gli unici compagni della sua vita, e viveva nella sua casetta, in quello paesino sperduto sulle montagne fuori dal tempo!
Due galline gli facevano compagnia , Marta e Maria.
La gallina Marta non faceva altro che andare su e giù dal pollaio al cortile, sempre in cerca di qualcosa da beccare nel terreno, ed era sempre così ansiosa ,che non stava mai ferma un minuto, e la sera andava a dormire nel pollaio tutta stressata è con un gran mal di cresta!
Mentre l’altra gallina Maria, se ne stava buona e tranquilla vicino alle gambe di nonno Alberto e gli piaceva ascoltare le sue storie!
E poi c’era anche un porcellino e due anatroccoli , uno bianco e uno nero, che si chiamavano Bianchino e Nerina.
Non ricordo bene il nome del porcellino, per la verità non lo so, perché nonno Alberto non me lo ha mai voluto dire, forse per paura che lo avremmo sacrificato per farne delle gustose salsicce e delle buone soppressate!
Ma gli daremo un nome noi, lo chiameremo “Fanghino”, perchè si rotola sempre nel fango che gli piace molto!
Nonno Alberto era il nonno di tutti, e quando qualcuno del paese lo veniva a trovare, perché tutti i paesani gli volevano bene, gli portano sempre un fiaschetto di vino che lui beve volentieri, qualche salame e della frutta fresca, del pane caldo appena sfornato. e il nostro nonnino felice ringraziava tutti e li invitava dentro casa per raccontare loro una storia,
sempre la stessa storia, ormai da anni, è che tutti i paesani conoscevano a memoria!
Ma come si faceva a dire a nonno Alberto che non la volevano più sentire?
lui ci teneva tanto!
E così con pazienza, sacrificandosi un po’, si sedevano intorno al tavolo e ascoltavano per la centesima volta il racconto di nonno Alberto che parlava di una strana storia!
La storia della fabbrica dell’auto della felicità!
Eh sì, cari amici, dovete sapere che nonno Alberto, quando lui era giovane e forte come una quercia, lavorava in una bella fabbrica chiamata il “ Buon Samaritano”, in una grande città Americana ” Fedeynlandia” e lui lavorava in quella fabbrica dell’amore con tanto impegno e responsabilità!
Era un bravo operaio specializzato, lavorava alla catena di montaggio dove inseriva i fanalini posteriore nelle “Macchine della Felicità!”
Altri tempi oramai, quelle belle e forte macchine non li fanno più, adesso ci sono altre veicoli più sofisticati con il computer di bordo, il tom tom, il bluetooth , i sensori di parcheggio, insomma è tutta un’altra cosa!
Ma ai suoi tempi, queste diavolerie moderne non c’erano!
Ma le sue macchine erano belle lo stesso, perché semplici e molto robuste ,
la gente era così felice quando li comprava!
Erano tempi in cui si vedevano circolare molte macchine della felicità!
Erano gli anni del boom economico, e la macchina che costruiva lo stabilimento dove lavorava nonno Alberto, era alla portata di tutti!
Dovete sapere , che in quel tempo, verso gli anni cinquanta e sessanta, un ricco signore proveniente dall’Australia, dove aveva fatto fortuna , si stabilì in questo paese dove era nato, è decise di costruire nel suo paese nativo una grande fabbrica d’automobile!
Ma non delle macchine come si vedevano in giro tante, ma una nuova macchina rivoluzionaria, che avrebbe fatto felice chi la comprava,
“La macchina della felicità!”
Perché, lui aveva visto, che le persone erano tanto infelice e non sapevano più amare!
La gente era tutta presa dai loro problemi, i loro impegni quotidiani, dalle loro ansie , e non avevano più tempo e voglia di sorridere, di amare e volersi bene!
No, questo modo di pensare così egoista al nostro costruttore e amico Australiano ,non gli piaceva per niente!
E per questo motivo, decise di venire in questo paese e costruire la fabbrica dell’auto della felicità!
Insieme ai suoi collaboratori che finanziarono il suo progetto, incominciò a studiare tutti i particolari per la costruzione di una bella automobile, che avesse tutte le caratteristiche per fare felice la gente!
Ma l’impresa non era facile!
I costi erano alti, e reperire il materiale per costruirla era una impresa, non era facile trovare la materia prima in questa terra!
C’era bisogno di una lamiera speciale fatta di lega “ Amore” molto rara e costosa, i fari dovevano essere di materiale “Serenità” che non se ne trovava più!
Il motore con accensione a “Compassione” era una rivoluzione in quei tempi abituati ai motori “Poco Zelo” rumorosi e inquinanti, che non davano tanta potenza al motore e tranquillità!
L’interno doveva essere di pelle di “Gioia” che il mercato non offriva più da tempo!
Insomma era una impresa da Dio!
Ma lui non si scoraggia, credeva nel suo progetto e lo voleva portare avanti a ogni costo!
Sapeva bene che la sua fabbrica dell’amore avrebbe trovato molti ostacoli e pochi finanziatori al suo progetto!
Per non parlare della concorrenza dell’Est dove si costruivano macchine di poco affidabilità e dai bassi costi, ma che non offrivano per niente garanzie di sicurezza!
La macchina “Soldi & Soldi” per esempio , costruita in Albania nella città di Tirana, che alla sua uscita sembrava che dovesse invadere il mercato Europeo con migliaia di vendite ,si era subito dimostrata un bluff, piena di tanti difetti che aveva provocato tanti incidenti mortali e le persone erano state vittime di questo inganno!
Costava poco , ma faceva infelice molti!
Oppure la macchina “Rancore City “ che doveva essere il prodotto di punta delle vendite della Romania e che invece ha lasciato i suoi acquirenti molto delusi e amareggiati!
Le altre fabbriche delle città vicine, la fabbrica dell’auto “Malcostume” , la fabbrica dell’auto “Maldicenza Sport”, che sfornavano auto a migliaia dai loro stabilimenti, facendo fare turni massacranti ai suoi operari, che lavoravano giorno e notte, vendevano queste auto perchè c’era una grande richiesta di questi veicoli ,che la gente comprava volentieri e prenotava anche alcuni mesi prima pur di averla!
E molti uomini d’affari finanziavano questi progetti sapendo che li avrebbero fatti ricchi!
Si, era una corsa contro “i tempi” e contro tutte le aspettative di successo, costruire una auto controtendenza!
Una macchina della felicità?
Non si era mai sentita una cosa simile!
Che cosa era?
Come era costruita?
A cosa sarebbe servita?
Tutte domande che si chiedeva la gente quando seppe del progetto!
Ma dopo tanti ostacoli, dovuti alla scarsità del materiale occorrente per costruire la macchina,
finalmente la fabbrica, un bel giorno incominciò a costruire il primo prototipo di auto!
La prima auto che uscì dallo stabilimento di “Gallipoli City “,era una coupè due posti a sei cilindri, con motore 3000 turbo a benzina , con trazione anteriore.
La sua esposizione al salone di Ginevra suscitò subito la curiosità e l’ammirazione dei visitatori!
Sorpresa e ammirazione del pubblico . elogio della critica, e l’auto dell’amore ottenne subito un grande successo!
L’auto esposta al salone di Ginevra era di colore rosso cavallino fiammante, fatta con materiale raro fatto venire direttamente dal paradiso, chiamato amore!
Il suo motore era di una lega inattaccabile ad ogni genere di corrosione, dalla ruggine al vecchio rancore, con la sua forza di 250 cavalli era spinto da sei pistoni
Il primo pistone a cilindro era fatto con lega “Amore” e dava tutta la potenza massima al motore!
Il secondo pistone si chiama “Gioia”
il terzo pistone si chiama “Pace”
il quarto pistone si chiama “Pazienza”
e tutti sono spinti dalle valvole di “Benevolenza” che accende la propulsione alla camera della “Bontà”,
Quattro ruote in lega leggera di “Fedeltà’ ,e delle gomme 165 extralarge di “Pazienza”,
in un sistema elettronico di “Autocontrollo” ,hanno fatto di questa auto una elitè del suo genere e contro questa auto non c’era legge,
cioè impossibile che potesse prendere una qualsiasi multa!
<<Va bene nonno!>>
dissero i paesani che ascoltarono per l’ennesima volta il racconto di nonno Alberto,
<<ma adesso i tempi sono cambiati>>
<<quest’ auto non fanno più storia>>
<<sono solo auto d’epoca, e buone solo per qualche amatore>>
<<a chi vuoi nonno, che interessano più queste auto con la gioia, l’amore, la pace!>>
<<le nuove auto non li hanno più e sono optional che non li richiede più nessuno!>>
<<adesso abbiamo auto più potenti, che si fanno sentire sulle strade quando passano,>>
<<hanno istallati dei potenti motori: odio, maldicenza, egoismo, e vanno veloci come il vento!>>
<< queste auto piacciono ai giovani d’oggi!>>
<<Si, va bene..>>
rispose nonno Alberto con la voce malinconica,
<<ma queste auto portano alla distruzione e all’infelicità,>>
<< perché sono costruite con materiale scarso e di poco valore>>
<<mentre le mie macchine erano costruite con materie prime, inattaccabili dal tempo, e dagli agenti esterni celesti>>
<<nessuno li poteva distruggere e duravano per anni e anni, e chi li possedeva non si è mai pentito di averla, perché li faceva felice>>
<<e chi li comprava aveva speso bene il loro tempo e denaro!>>
<<Arrivederci nonno!>> dissero i bravi paesani salutando nonno Alberto
<<noi adesso dobbiamo proprio andare!>>
<<abbiamo impegni importanti, ma tu riguardati mi raccomando!>>
<<non prendere freddo!>>
E uscirono di casa, ridendo e scherzando sulla storiella raccontata da nonno Alberto e sulle sue strane macchine che un tempo costruivano!
La macchina della felicità!
che fantasia!
Quel vecchio modello non era più in circolazione da molto tempo, e nessuno li voleva più!
La fabbrica dovette chiudere e licenziare tutti i suoi dipendenti, compreso nonno Alberto, che all’epoca era molto più giovane.
E nonno Alberto appena andarono tutti via da casa , si alzò dalla sua sedia aiutandosi con il bastone, e andò davanti all’uscio della sua casetta.
Da lassù poteva vedere tutta la vallata e il paese.
Uno strano paese dove i suo abitanti non credevano più ai sogni !
E nonno Alberto si ricordava ancora quando assistette al famoso discorso di Martin Luther King, a Washington il 28 agosto del 1963 quando disse:
<<I have a dream>>
Io ho un sogno..
<<I sogni non sempre si realizzano Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perchè noi smettiamo di crederci.>>
E quelle parole pronunciate dal famoso reverendo di Atlanta erano state per nonno Alberto la linfa e i compagni della sua vita!
Che futuro ha un paese dove smette di sognare?
Per questo la gente del paese non sorrideva più!
Da lassù nonno Alberto poteva udire i rumori festosi di una sagra paesana dove veniva festeggiato il Santo del paese, patrono di Gallipoli.
La gente era felice e per una sera avrebbero dimenticato i loro problemi con panini e coca cola.
E l’illusione che la felicità era una utopia.
Ma pazienza se la gente la pensava così!
Lui da giovane ci aveva creduto nella macchina della felicità, ma poi la fabbrica venne chiusa e lui ritornò di nuovo in campagna dove si mise a coltivare la sua terra.
La fabbrica fallì, perché il suo proprietario donava gratuitamente le auto a tutti, è la possibilità di averla senza pagare nulla!
Ma la gente sai com’è.
Preferiva spendere soldi per acquistare altre macchine fabbricate in paesi straniere, che non davano nessuna garanzia di felicità, ed erano solo sponsorizzati da una pubblicità ingannevole!
Ma lui, nonno Alberto ci credette fino in fondo a questo sogno, che le sue auto della felicità si potessero donare a chiunque gratuitamente, bastava solo avere accettato Gesù nel loro cuore.
E tutto era gratis!
ma erano altri tempi..
Armando Sansone
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