Una famiglia in vacanza guidava la propria macchina in una strada di campagna, con i finestrini abbassati, godendosi la tiepida brezza di una giornata soleggiata.
All’improvviso una grossa ape scura sfrecciò attraverso il finestrino della macchina cominciando a ronzare all’interno.
Una bambina sul sedile posteriore, altamente allergica alle punture dell’ape, cercò di nascondersi per la paura: se lei fosse stata punta avrebbe rischiato la morte entro un’ora.
Oh, papà “gridò nel terrore, è un’ape! Sta per pungermi!”.
Il padre fermò la macchina e cercò di afferrare l’ape.
Ronzando contro di lui l’ape andò a sbattere contro la parete frontale del parabrezza dove il padre la intrappolò nel suo pugno. Il padre attese l’inevitabile puntura.
L’ape punse la mano del padre, che con visibile sofferenza la lasciò andare. L’ape si perse di nuovo nella macchina. La piccola ragazzina fu di nuovo spaventata. “Papà, mi sta per pungere!”.
Ma il padre con gentilezza disse:
“No cara, non ti pungerà più ora, guarda la mia mano”. Il pungiglione dell’ape era lì conficcato nella sua mano.
Oh morte dov’è la tua vittoria? Oh morte dov’è il tuo dardo?
(1 Co 15:55)
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