Benché la parola «trinità» non si trovi nella Parola di Dio, la realtà di quello che essa esprime vi è ampiamente confermata.

Quando è parlato della creazione dell’uomo, il verbo è al plurale: «Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza» (Genesi 1:26). Al versetto 2 di questo stesso capitolo troviamo menzionato lo Spirito di Dio, quando è detto: «Lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque». Le attività dello Spirito sono indicate a più riprese nell’antico Testamento. Esso agiva con potenza nei giudici e nei profeti, sia per il compimento di opere particolari, sia per la testimonianza che quegli uomini di Dio dovevano rendere. Sotto la guida dello Spirito Santo è stata scritta la Bibbia, tanto la parte storica quanto la parte profetica e quella poetica. Pietro scrive che «degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pietro 1:21).

Leggendo il Nuovo Testamento, impariamo a conoscere meglio questa Persona divina, la terza persona della gloriosa Divinità.

 

La sua origine e la sua natura

Lo Spirito Santo procede dal Padre (Giovanni 15:26), e il Padre lo manda a nome del Figlio (Giovanni 14:26). In seguito alla glorificazione di Gesù, la promessa riguardante la discesa dello Spirito Santo si compie il giorno della Pentecoste sui discepoli riuniti. Mentre, fino a quel momento, lo Spirito Santo esercitava il suo potere in occasioni particolari, a partire dal giorno della Pentecoste esso è venuto sulla terra per abitare in ogni singolo credente e nella Chiesa del Signore (Efesini 2:22).

È nominato «Spirito di Dio», «Spirito di Cristo», «Spirito di Gesù» e, più frequentemente, «Spirito Santo» o semplicemente «Spirito». I passi della Bibbia che lo riguardano sono così tanti che non possiamo citarli: gli scritti del Nuovo Testamento ne sono pieni.

Quanto alla natura divina dello Spirito e al fatto che sia una persona distinta dal Padre e dal Figlio, proponiamo al lettore di considerare i seguenti passi: Matteo 28:19; 1 Corinzi 12: 4-6; 2 Corinzi 13:13, come pure le tre parabole di Luca 15 dove possiamo vedere rappresentati il Figlio nella prima, lo Spirito nella seconda e il Padre nella terza.

 

Le sue funzioni essenziali

Nei capitoli 14. 15 e 16 del vangelo di Giovanni, il Signore Gesù ammaestra i suoi discepoli in vista del tempo in cui sarebbero stati lasciati sulla terra senza di Lui. Nel corso di questi intrattenimenti di deliziosa intimità, il Signore fa spesso allusione allo Spirito Santo, chiamandolo «il Consolatore». Questo termine (in greco «Paracletos») ha anche il significato di avvocato, assistente, difensore.

Lo Spirito Santo sostituisce il Signore sulla terra nella parte che Gesù aveva mentre era con i suoi discepoli. Pertanto, non poteva essere mandato prima che Gesù Cristo fosse glorificato (vedere Giovanni 7:39; 14:16; 16:7). Le funzioni di questo Consolatore sono date nei seguenti versetti:
«Lo Spirito Santo... v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v’ho detto» (Giovanni 14:26);
«Egli testimonierà di me» (Giovanni 15:26); «convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio» (Giovanni 16:8);
«Egli vi guiderà in tutta la verità... e vi annunzierà le cose a venire» (Giovanni 16:13);
«Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà» (Giovanni 16:14).

Lo Spirito Santo è come un «sigillo» che Dio mette su ogni uomo che crede quale segno che appartiene a Lui. È anche «il pegno» (cioè la caparra) dei beni celesti che Dio ci darà in eredità (Efesini 1:13-14). È Lui che ci fa comprendere la Parola di Dio e, per la sua testimonianza in noi, noi conosciamo la relazione che abbiamo con Dio per la fede (vedere 1 Giovanni 2:27; Romani 8:15-16; 1 Giovanni 3:24; 4:13).

Lo Spirito Santo è anche la «potenza» che opera nella vita di ogni credente, e la sua azione non deve venire né «rattristata» né «soffocata» né «spenta». Lo Spirito Santo agisce nel cuore dei riscattati del Signore per sviluppare degli affetti sinceri per il loro Salvatore e guidarli a desiderare più ardentemente il suo ritorno. «Lo Spirito e la sposa dicono: Vieni!» (Apocalisse 22:17).

Ma la sua opera non è solamente un’azione nel cuore di ogni singolo credente, ma è pure un’azione collettiva. Egli agisce nella Chiesa del Signore per mezzo di svariati «doni» tendenti tutti all’edificazione (vedere 1 Corinzi 12 e 14 come pure Efesini 4:11-13).

 

Le sue azioni occasionali

«Fan tutti dei miracoli? Tutti hanno i doni delle guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti?» (1 Corinzi 12:29-30). Queste domande dimostrano che i doni dello Spirito sono soltanto prerogativa di alcuni (*). Se la necessità di un dono non si presenta, questo dono può non esserci. Non c’è niente che impedisca allo Spirito di agire, allora come oggi, nello stesso modo, se le circostanze lo richiedono. In generale non esistano più, per lo meno nei paesi cristianizzati, le condizioni che rendevano necessari i doni citati nei versetti qui sopra. Questi doni erano indispensabili quando la Parola di Dio non era interamente scritta e il Cristianesimo era ancora sconosciuto.

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(*) A ciascuno è stato dato un dono dello Spirito (1 Cor. 12:7). Però questo dono non è lo medesimo per tutti (Rom. 12:6).
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Gli ultimi versetti del Vangelo di Marco e il versetto 4 del capitolo 2 dell’epistola agli Ebrei, ci dicono che i miracoli «accompagnavano» la Parola di Dio e la «confermavano». Sia l’ambiente idolatra dei paesi pagani vicini ad Israele, sia il formalismo del culto levitico praticato dagli Ebrei, come pure la filosofia dei Greci e il tradizionalismo dei Giudei, tutto era diametralmente opposto alla verità dell’evangelo. Lo Spirito Santo doveva dunque dimostrarne la potenza per sconfiggere gli oppositori. Nei tempi futuri, descritti nell’Apocalisse, questa potenza dello Spirito di Dio agirà in modo ancor più spettacolare per mezzo dei due testimoni che allora saranno suscitati (Apocalisse 11:4-6).

 

Il tempio dello Spirito Santo

«Il Padre... vi darà un altro Consolatore, perché sia con voi in perpetuo, lo Spirito della verità... Egli dimora con voi e sarà in voi» (Giovanni 14:16-17).
«Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?» (1 Corinzi 3:16).
«Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio?» (1 Corinzi 6:19).
«E in Lui voi pure entrate a far parte dell’edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito» (Efesini 2:22).

Questi versetti dicono chiaramente quale sia il «tempio» dello Spirito Santo sulla terra. Non si tratta di una construzione umana né di un edificio particolare. Come si è detto, il credente, riscattato dal sangue di Cristo, nato di nuovo per la fede nell’opera di Gesù, è egli stesso il tempio dello Spirito Santo. Ne è suggellato e ne ha l’unzione, secondo la Parola di Dio (vedere 2 Corinzi 1:21-22; Efesini 1:13). Anche il più giovane e semplice convertito possiede questo privilegio, come leggiamo: «Quanto a voi, avete l’unzione dal Santo e conoscete ogni cosa... L’unzione che avete ricevuta da Lui dimora in voi» (1 Giovanni 2:20,27).

Il passo di Efesini 2:22 presenta l’aspetto collettivo di questa verità; è l’insieme dei credenti, la Chiesa di Dio sulla terra che è il tempio dello Spirito Santo. Tale aspetto collettivo risalta pure dal pensiero del legame che troviamo in 2 Corinzi 1:21 e in Efesini 4:3: «Colui che con voi ci rende fermi in Cristo e che ci ha unti, è Dio»; «Studiandovi di conservare l’unità dello Spirito col vincolo della pace».

 

Ciò che limita l’azione dello Spirito Santo

«Non contristate lo Spirito Santo di Dio col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione (Efesini 4: 30).
«Siate ripieni dello Spirito» (Efesini 5: 18). «Non spegnete lo Spirito» (1 Tessalonicesi 5: 19).

Ne risulta così che il nostro comportamento può impedire allo Spirito di agire liberamente, sia nella nostra vita individuale, sia nella Chiesa di Dio in generale o in quella che ne è la rappresentazione locale, il radunamento dei credenti in un certo luogo.

Perché tanta infedeltà generale? Perché tanta pigrizia nella testimonianza individuale? Ci sono cose che nuociono alla libera azione dello Spirito Santo. Lo Spirito non può riempire completamente il nostro cuore se questo è ancora ingombro di tante altre cose. Non dobbiamo cercare altrove le cause della debolezza della testimonianza cristiana. Lo Spirito di Dio c’è, ma la sua azione è intralciata da quella della nostra carne; e ciò si riflette sulla testimonianza collettiva tanto più quando, venuta a mancare la libera azione dello Spirito, l’uomo cerca di sostituirla con organizzazioni umane.

 

Fredy Gfeller

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