Io sono il primo e l`ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiave della morte e dell`Ades (Apocalisse 1:17,18).
Così si asprimeva un politico dopo avere subito un`operazione a cuore aperto. L`angoscia della morte è radicata in ogni essere umano; possiamo forse scacciarla con un`affermazione provocatoria?
La morte è il salario (la conseguenza) del peccato (Romani 6:23) e ogni uomo, dopo la morte, dovrà comparire in giudizio davanti a Dio.
Se comprendiamo questa dichiarazione della parola di Dio, riceveremo con profonda riconoscenza l`offerta che Dio propone a ciascuno di noi adesso: Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 6:23).
Dopo aver subito l`ira del Dio giusto e santo a causa del peccato dell`uomo, Gesù Cristo è entrato nella morte. Lo ha fatto per amore verso di noi; ma, poichè Lui non ha commesso nessun peccato (1 Pietro 2:22), la morte non lo ha potuto trattenere, non è rimasto nella tomba ma ne è uscito vittorioso.
Alla croce, Dio ha condannato Gesù Cristo al posto mio; se lo credo, beneficio gratuitamente della liberazione dei miei peccati. Ma la grazia divina va oltre: Se sono morto con Cristo, sono anche risuscitato con Lui e ho la vita eterna.
La morte del corpo, per il credente, non è altro che il passaggio dalla terra al paradiso, per essere eternamente con coLui che lo ha salvato.
Cristo stesso annuncia questa buona notizia: "Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24).
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