Lo scopo della vita del discepolo Il modo per compierlo.... È una gran cosa vedere un uomo completamente posseduto da una passione stravolgente. icuramente un tale uomo è forte e se la passione è eccellente anche lui lo sarà.
L'uomo che ha uno scopo è davvero un uomo.
Le vite con molti obiettivi sono come l'acqua che scorre in innumerevoli affluenti, nessuno dei quali è sufficientemente ampio o profondo per far solcare il guscio di una barca; ma una vita con uno scopo centrale è come un fiume potente che scorre nel suo letto portando nell'oceano una moltitudine di barche e spargendo la fertilità sulle sue sponde.
Datemi un uomo non solo con un grande obiettivo nell'animo, ma interamente dominato da questo, le sue facoltà concentrate; un uomo ardente di zelo veemente per il suo sommo scopo e avrete prodotto davanti a me una delle più grandi fonti di potenza che il mondo possa offrire.
Datemi un uomo ripieno di santo amore nel cuore e di pensieri altamente celestiali nella mente e un tale uomo saprà il fatto suo e oso dire che il suo nome verrà ricordato dopo molto tempo che la sua sepoltura venga dimenticata.
Un uomo così era Paolo.
Non lo voglio mettere su un piedistallo, perché lo possiate guardare e ammirare, tanto meno che vi prostriate davanti a lui e lo adoriate come un santo. Cito Paolo perché ciò che era dobbiamo esserlo noi tutti anche se non possiamo condividere il suo ministero, non essendo apostoli; non possiamo condividere i suoi talenti e la sua vocazione, dobbiamo però essere posseduti dallo stesso spirito che lo rese tale e lasciatemi aggiungere che dobbiamo esserne posseduti con la stessa intensità.
Eccepite su questo?
Vi chiedo che cosa c'era in Paolo, con la grazia di Dio, che non possa essere in voi e che cosa fece Gesù per Paolo che non possa fare per voi?
Fu divinamente trasformato; e così lo siete stati voi quando passaste dalle tenebre alla Sua luce meravigliosa.
Egli aveva perdonato molto e così siete anche voi stati perdonati gratuitamente.
Egli fu redento dal Sangue del Figlio Dio e così lo siete stati anche voi o almeno così professate.
Era ripieno dello Spirito di Dio e così lo siete voi, se siete veramente ciò che la professione cristiana vi rende.
Riconoscendo quindi la vostra salvezza a Cristo, essendo debitori del prezioso Sangue di Gesù ed essendo vivificati dallo Spirito Santo, vi chiedo perché non dovrebbe esserci lo stesso frutto dalla stessa semina?
Perché non lo stesso effetto dalla stessa causa?
Non ditemi che l'apostolo era un'eccezione e che non può essere preso come esempio o come regola per la gente più comune, perché vi dico che dobbiamo essere come era Paolo, se speriamo di andare dove è Paolo.
Paolo non pensava di essere arrivato e nemmeno di essere già perfetto.
Pensiamo forse che lo sia stato e che sia inimitabile e decidiamo così di accontentarci?
No, davvero, ma siano le nostre incessanti preghiere, come credenti in Cristo, a farci diventare suoi seguaci nel modo che lui lo fu di Cristo e anche di più: laddove egli fallì nell'imitare il Signore, possiamo noi superarlo ed essere ancora più zelanti, più devoti a Cristo di quanto lo fu l'apostolo dei gentili.
Che lo Spirito Santo ci porti ad essere come il nostro Signore Gesù stesso!
Ci viene detto che era di «salvarne alcuni».
Guarderemo quindi nel cuore di Paolo e vi spiegherò alcuni dei motivi per i quali era così importante per lui che almeno alcuni fossero salvati.
Terzo, indicheremo alcuni mezzi che l'apostolo usò per questo scopo.
E con ciò, spero possiate cercare, miei cari, di «salvarne alcuni»; che perseguiate questo obiettivo a causa di motivi impellenti che non vi diano pace e che lo erseguiate con mezzi saggi tali che alla fine avrete la meglio.
1. Cari fratelli, qual era il grande scopo nella vita e nel ministero di Paolo?
Egli dice «...salvarne alcuni».
Ci sono al momento ministri di Cristo, insieme a missionari di città, donne che distribuiscono la Bibbia, insegnanti della Scuola domenicale e altri operai nella vigna del mio Padrone ai quali ardisco chiedere: è questo lo scopo in tutto il vostro servizio cristiano?
Il tuo scopo prima di tutto è di salvare le anime?
Temo che qualcuno abbia dimenticato questo grande obiettivo; ma miei cari amici, qualsiasi cosa inferiore a ciò, non è degno di essere il grande scopo della vita cristiana.
Temo che ci sia qualcuno che predichi tanto per divertire gli uomini; quando la gente si raccoglie in folle, le loro orecchie sono solleticate, si ritirano contenti di quello che hanno sentito, l'oratore è contento, si sfrega le mani e se ne va tutto soddisfatto di se stesso.
...Paolo, tuttavia, non faceva mostra di sé per divertire il pubblico e raccogliere le folle; se non le poteva salvare, sentiva che era inutile attirarle. A meno che la verità non trapassasse loro il cuore, influenzasse le loro vite e facesse di loro uomini nuovi.
Paolo sarebbe andato via piangendo: «chi ha creduto a ciò che abbiamo visto? e a chi è stato rivelato il braccio dell'Eterno?».
Sembra opinione comune al giorno d'oggi, che lo scopo dei cristiani sia di educare gli uomini.
Vi garantisco che la cultura è in sé una cosa di grande valore, di un valore così grande che sono sicuro che l'intera chiesa cristiana si rallegra grandemente d'avere un sistema nazionale educativo che ha bisogno solo di essere applicato in modo meticoloso per garantire ad ogni bambino di questa nazione la chiave della conoscenza. Qualsiasi altro prezzo diano gli altri all'ignoranza, noi siamo promotori della conoscenza e più sarà divulgata e più saremo compiaciuti.
Tuttavia, se la chiesa di Dio pensa di essere mandata nel mondo solamente per addestrare le facoltà mentali, ha commesso davvero un grosso sbaglio, perché lo scopo del cristianesimo non è di educare l'umanità alle proprie singolari chiamate, di educarla alle arti più raffinate, alle professioni più eleganti, a farle apprezzare le bellezza della natura o il fascino della poesia.
Gesù Cristo non è venuto al mondo per nessuna di queste cose, ma venne a cercare e a salvare ciò che era perduto; e per lo stesso compito ha mandato la Sua chiesa ed ella tradirebbe il Suo Padrone se è accecata dalla bellezza del gusto e dell'arte al posto di predicare Cristo crocifisso che è l'unico motivo per cui è stata istituita tra gli uomini.
Il compito della chiesa è la salvezza.
Il ministro deve usare ogni mezzo per salvarne alcuni; non è un ministro di Cristo se non ha in cuore quest'unico desiderio.
I missionari perdono l'obiettivo se pensano puramente di civilizzare i popoli; il loro primo obiettivo è la salvezza.
E lo stesso per l'insegnante della scuola domenicale e per gli altri operai tra i bambini; se hanno insegnato ai bambini solo a leggere, a ripetere canti eccetera, non hanno ancora toccato la loro vera vocazione.
Dobbiamo salvare i bambini. Questo deve essere sempre l'obiettivo da non perdere mai di vista: che ne salviamo alcuni con qualsiasi mezzo, perché non avremmo fatto niente se non ne salviamo alcuni.
Paolo non dice nemmeno che il suo scopo sia tentare di dare loro una morale.
Il migliore promotore della morale è il Vangelo.
Quando un uomo è salvato, ha una morale.
...o meglio, diventa santo.
Tuttavia, puntare in primo luogo alla morale, significa mancare il bersaglio; e se lo manchiamo, ci perdiamo lo scopo per cui siamo mandati nel mondo.
L'esperienza del dott. Chalmer è molto utile per chi pensa che i ministri cristiani debbano predicare solamente il moralismo, perché dice che nella sua prima comunità egli predicò la moralità e non vide sorgere nessun bene dalle sue esortazioni.
Non appena iniziò a predicare Cristo crocifisso, ci fu subbuglio, ribellione, tanta opposizione, ma alla fine la grazia prevalse.
Colui che ama il profumo, deve coltivare fiori.
Colui che desidera promuovere il moralismo deve fare in modo che gli uomini siano salvati.
Colui che vuole il movimento in un corpo deve prima cercare la vita.
Colui che desidera vedere una vita rettamente corretta deve prima desiderare un risveglio interiore nello Spirito Santo.
Non dobbiamo rimanere soddisfatti se abbiamo insegnato agli uomini a comportarsi civilmente verso il loro prossimo o a fare il loro dovere verso Dio; questo basterebbe a Mosè, ma non a Cristo.
La legge venne da Mosè, ma la grazia e la verità vennero attraverso Gesù Cristo.
Certo insegneremo agli uomini come si devono comportare, ma faremo di più; attraverso la potenza del Vangelo unita allo Spirito Santo, li renderemo come devono essere per la potenza dello Spirito di Dio.
Non mettiamo prima davanti agli occhi dei ciechi quello che dovrebbero vedere, ma apriamo loro gli occhi nel nome di Gesù.
Non diciamo ai prigionieri come dovrebbero essere liberi, ma apriamo le porte e portiamo via le catene.
Non accontentiamoci di dire agli uomini che cosa devono essere, ma mostriamo loro come si perviene a questo carattere e come Gesù Cristo presenta gratuitamente tutto ciò che è essenziale alla vita eterna a tutti quelli che ripongono la loro fiducia in Lui.
Osservate ora fratelli che se io, voi, uno di noi o noi tutti spendessimo la vita solo a divertire, educare, dare una morale agli uomini; quando dovremo rendere conto delle nostre azioni nell'ultimo giorno, saremo in una condizione davvero misera, e avremo un triste rendiconto da dare.
A che cosa serve ad un uomo essere colto, quando è dannato?
Di che utilità sarà per lui essere stato intrattenuto quando la tromba suonerà e la terra e il cielo si scuoteranno e si spalancherà l'abisso con le fauci e inghiottirà l'anima non salvata?
A che cosa serve aver dato una morale agli uomini se questi resteranno alla sinistra del Giudice e se riecheggerà: «...dipartitevi voi tutti operatori di iniquità»?
L'abito dei cristiani di nome sarà macchiato di rosso sangue delle anime uccise, salvo che il loro fine, scopo e la loro opera sia stato «salvarne alcuni».
Fissatevi questo obiettivo e metteteci tutta la vostra forza nel nome di Cristo e nella forza dello Spirito Santo: che in qualche modo ne salviate alcuni dall'ira a venire.
Che cosa intendeva Paolo quando diceva di desiderare di salvarne alcuni?
Che cosa bisogna salvare?
Paolo intendeva dire che alcuni di loro devono rinascere, perché nessuno è salvato se non è fatto una nuova creatura in Gesù Cristo.
La vecchia natura non può essere salvata; è morta e corrotta; la cosa migliore e che resti crocifissa e sepolta con Cristo.
Deve essere trapiantata in noi dalla potenza dello Spirito Santo altrimenti non possiamo essere salvati.
Dobbiamo essere nuove creature come non lo siamo mai state; dobbiamo uscire dalle mani dell'Eterno Dio forgiati dal senno divino, freschi come quando lo fu Adamo nel paradiso.
Le parole del grande Maestro sono: «il vento soffia dove vuole e tu ne senti il suono, ma non sai dire da dove viene e dove va: così è di ognuno che è nato dallo Spirito». A meno che un uomo sia nato di nuovo (dall'alto) non può vedere il regno di Dio.
Questo intendeva Paolo, che gli uomini devono essere nuove creature in Gesù Cristo, che non troveremo mai riposo fino a quando non vedremo un tale cambiamento prodotto in loro.
Questo deve essere l'oggetto del nostro insegnamento e delle nostre preghiere, l'oggetto della nostra vita: che «alcuni» siano rigenerati.
Intendeva inoltre che alcuni vengano ripuliti dalle iniquità passate attraverso il merito del sacrificio espiatorio del Figlio di Dio.
Nessuno può essere salvato dal peccato se non per l'espiazione.
Nella legge giudaica era scritto: «maledetto colui che non osserva tutte le cose che sono scritte nel libro della legge».
Quella maledizione non è mai stata revocata e l'unico modo per sfuggirla è questo Gesù Cristo è stato fatto maledizione per noi, come è scritto: «maledetto colui che è appeso al legno».
Chi crede in Gesù, chi mette le mani sul capo di Gesù di Nazareth, il capro espiatorio del Suo popolo, ha perso i suoi peccati.
La sua fede è la prova sicura che le sue iniquità sono state da tempo messe sul capo del grande Sostituto. Il Signore Gesù Cristo è stato punito al nostro posto e non siamo più soggetti all'ira di Dio.
Attenzione, il sacrificio espiatorio è consumato e offerto sull'altare; il Signore lo ha accettato e ne è così compiaciuto che chiunque crede in Gesù è pienamente ed eternamente perdonato.
Così desideriamo vedere gli uomini perdonati.
Aspiriamo a far posare il capo del prodigo sul seno del Padre, la pecora smarrita sulle spalle del buon Pastore, la moneta perduta nelle mani del Proprietario; e fino che questo non si realizzerà non si sarà realizzato nulla.
Non intendo dire, fratelli, niente di spirituale, niente di eterno, niente che valga l'agonia di una vita cristiana, niente che meriti lo spirito immortale che si consumi per questo.
Signore, la nostra anima anela di vedere Gesù ricompensato dalla salvezza del Sangue acquistato! Aiutaci con la Tua grazia efficace a portare anime a Lui.
...e ancora, quando l'apostolo desiderava di poterne salvare alcuni, intendeva che essendo rigenerati e perdonati possono anche essere purificati e santificai, perché un uomo non è salvato se vive nel peccato.
Dicano quello che vogliono, ma un uomo non può essere salvato dal peccato mentre ne è schiavo.
Come può un alcolizzato essere liberato se si dà ancora all'alcool come prima?
Come si può dire che il bestemmiatore è liberato dalla bestemmia se è ancora profano?
Le parole devono essere usate con il loro vero significato.
Il grande scopo dell'opera cristiana è che alcuni possano essere salvati dal loro peccato, purificati e resi candidi, resi esempi di integrità, castità, onestà e rettitudine secondo il frutto dello Spirito di Dio; e se questo non succede, abbiamo faticato invano e sprecato le forze per niente.
Dichiaro davanti a tutti voi che in questa chiesa non ho mai cercato altro se non la conversione delle anime e mi siano testimoni cielo e terra e anche le vostre coscienze, che non ho mai faticato per nient'altro: di portarvi a Cristo, di presentarci alla fine davanti a Dio «accertati nell'Amato».
Non ho cercato di gratificare appetiti depravati introducendo dottrine nuove o riti, ma ho mantenuto la semplicità del Vangelo.
Non ho trattenuto parte del prezzo della Parola di Dio da voi, ma mi sono sforzato di darvi tutto il consiglio di Dio.
Non ho cercato oratoria raffinata, ma ho parlato in maniera semplice direttamente alle vostre coscienze e ai vostri cuori.
...e se non siete salvati, mi lamento davanti a Dio dicendoGli che fino ad oggi, nonostante abbia predicato centinaia di volte, ho predicato invano.
Se non vi siete avvicinati a Cristo, se non siete stati lavati in quella fonte ripiena di sangue, siete pezzi di terra sprecata su cui non si raccoglierà frutto.
Mi direte, forse, che siete stati trattenuti da parecchi peccati, che avete imparato tanta verità nel venire qui in chiesa. Tanto meglio; ma posso permettermi di vivere di questo, soltanto di insegnarvi qualche verità, o trattenervi dal peccato dichiarato?
Come potrebbe appagarmi questo se sapessi che comunque siete sempre non salvati e dovrete finire, perciò, dopo la morte nelle fiamme dell'inferno?
No, miei cari, non faccio conto di essere degno della vita, dell'anima, dell'energia del vostro pastore se non per conquistarvi a Cristo. Niente altro che la vostra salvezza mi fa sentire che il desiderio del mio cuore è soddisfatto.
Chiedo ad ogni operaio di vedere questo: che non perda di vista l'obiettivo, propriamente che possa conquistare anime a Cristo e vederle nascere di nuovo in Dio e lavate nella fonte piena del Sangue.
Che il cuore degli operai languisca e si dolga e che urlino a squarciagola; che pensino di non aver realizzato niente fino a che non siano veramente salvati alcuni di loro. Come il pescatore anela prendere il pesce nella rete, come il cacciatore anela la preda, come la madre anela riabbracciare il figliolo perso, così dobbiamo penare per la salvezza delle anime; e dobbiamo averle, altrimenti moriamo.
Salvale Signore. Oh salvale per amore di Cristo!
Ma ora dobbiamo passare ad un altro punto.
2. Secondo, l'apostolo aveva validi motivi per scegliere un tale scopo nella vita.
Se fosse qui, penso che vi direbbe che i motivi erano di questo tipo: salvare le anime!
Se non lo sono, come è disonorato Dio!
Avete mai pensato al disonore che diamo al Signore nostro Dio ogni ora al giorno a Londra?
Prendete quest'ora, se vi pare, in cui veniamo ostentatamente a pregare.
Se i pensieri di questa assemblea fossero letti, quanti di noi disonorerebbero l'Altissimo! Ma fuori da ogni casa di preghiera, fuori da ogni luogo di adorazione, pensate alle migliaia e alle decine di migliaia che oggi hanno trascurato la verità dell'adorazione del Dio che li ha fatti e che li mantiene in vita!
Pensate a quante volte la porta sbatte in quest'ora nelle osterie, quante volte il nome di Dio è bestemmiato nei bar!
Ci sono cose peggiori di queste, se è possibile, ma non voglio alzare il velo.
Trasferite i vostri pensieri ad una tarda ora, quando scende il velo dell'oscurità.
La vergogna non ci permette neanche di pensare come viene disonorato il Nome di Dio in persone il cui primo padre fu fatto a immagine di Dio, eppure si contaminano per essere schiavi di satana e preda di lussuria bestiale!
Ahimé, ahimé per questa città piena di abominazioni di cui l'apostolo disse, «...è persino vergogna parlare di quelle cose che fanno in segreto».
Uomini e donne cristiane, niente, se non il Vangelo, può spazzare via il male sociale.
I vizi sono come le vipere e solo la voce di Gesù può allontanarle dal paese. Il Vangelo e basta è il grande scopo con cui ripulire la sozzura di questa città. Non cercherete, per amor di Dio il cui Nome è profanato ogni giorno, di salvarne alcuni?
Provate a pensare a tutte le grandi metropoli, anzi, provate a pensare a tutti gli idolatri della Cina e dell'Indostan, gli adoratori di falsi profeti e anticristi, che enorme provocazione!
Che fumo nelle narici di Geova deve essere questa falsa adorazione!
Quante volte dovrebbe impugnare l'elsa della spada per dire «ecco, mi vendicherò dei Miei avversari»; ma Egli sopporta pazientemente.
Non diventiamo insensibili alla Sua lunga sofferenza.
Giorno e notte gridiamo a Lui e fatichiamo per Lui quotidianamente, se riusciamo con qualsiasi mezzo a salvarne alcuni per amore della Sua gloria.
Pensate anche, cari amici, alla miseria estrema di questa nostra razza umana.
Sarebbe penoso pensare alla miseria di Londra in questo momento negli ospedali e nelle fabbriche.
Non ho niente contro la povertà: ovunque giunga è una malattia amara; ma noterete che mentre pochi sono indigenti per circostanze inevitabili, una gran parte di povertà a Londra è il puro e vero risultato di spreco, mancanza di buon senso, indolenza e peggio di tutto l'alcoolismo.
L'alcoolismo!
Quello è il male peggiore.
Se ci potessimo sbarazzare del bere, saremmo sicuri di conquistare lo stesso demonio.
L'alcolismo creato dalle infernali distillerie abusive che appestano tutta questa grande città è disgustoso.
No, non parlo inconsultamente con parole troppo grosse; parecchie delle osterie sono semplicemente infernali; per certi aspetti sono peggio, perché l'inferno ha i suoi usi come la protesta divina contro il peccato, ma riguardo alle osterie non ci sono scuse.
I vizi del secolo causano i tre quarti di tutta l'indigenza.
Se vedeste le case, le case disgraziate dove le donne tremano al suono dei passi dei mariti che tornano a casa, dove i bambini si accovacciano impauriti sui loro giacigli di paglia perché il bruto umano che si fa chiamare "uomo" viene a casa barcollando dal luogo dove ha soddisfatto i suoi appetiti; se vedeste una tale cosa e ricordaste che questa scena si ripeterà migliaia di volte "stanotte", penso che direste "Dio aiutaci con qualsiasi mezzo a salvarne alcuni!".
Poiché l'ascia per abbattere l'upas alle sue radici è il Vangelo di Cristo, ci aiuti Dio a impugnare quell'ascia e ad operarla costantemente fino a che il grosso tronco del velenoso albero cominci a vacillare avanti e indietro, lo abbattiamo, Londra sia salvata e il mondo sia salvato dalla disgrazia e dalla miseria che gocciola da ogni ramo!
E ancora, cari amici, i cristiani hanno altre ragioni per cercare di salvarne alcuni; principalmente a causa del terribile futuro per le anime impenitenti. Quel velo che mi sta davanti non può essere penetrato da tutti gli sguardi; ma colui che ha gli occhi unti del colino celeste vede attraverso esso e che cosa vede?
Miriadi e miriadi di spiriti in processione che trapassano da cadaveri che vanno dove?
Non salvati, non rigenerati, non lavati nel Sangue prezioso, li vediamo marciare verso il banco degli imputati da cui viene emessa in silenzio la sentenza e sono banditi dalla presenza di Dio, banditi per affrontare orrori inauditi e impensabili.
Questo basta da solo a turbarci giorno e notte.
Questa decisione del destino ha una solennità terribile.
...tuttavia, la tromba della resurrezione suona.
Quegli spiriti escono dalla loro prigione.
Li vedo tornare sulla terra, sorgendo dalla fossa e incarnarsi nei corpi che possedevano; e ora li vedo in piedi; moltitudini e moltitudini, moltitudini, moltitudini nella Valle della Decisione.
...ed Egli viene, seduto sul grande Trono Bianco, con la corona in capo e i libri davanti a Lui; ed eccoli in piedi come prigionieri sul banco degli imputati.
Ora la visione li percepisce: come tremano!
Vacillano, come le foglie del pioppo nella bufera.
Dove possono fuggire?
La roccia non li può nascondere, i monti non possono aprire le viscere per nasconderli!
Che cosa ne sarà di loro?
L'angelo tremendo afferra la falce e li miete come si miete la zizzania per gettarla nel fuoco; mentre li raccoglie li getta dove la disperazione sarà il loro eterno tormento.
Guai a me, mi viene il cuore in gola mentre li vedo andare incontro alla loro sorte, e sento i terribili urli del loro tardo risveglio.
Salvatene alcuni, cristiani!
Per quelle fiamme, per quell'oscurità là fuori, i pianti, i lamenti, lo stridore dei denti, cercate di salvarne alcuni!
Sia questo, come lo è stato per gli apostoli, il vostro grande scopo dominante nella vita, che in qualche modo ne salviate alcuni.
...infatti, se fossero salvati, osservate il contrasto.
I loro spiriti ascenderebbero al cielo e dopo la resurrezione anche i loro corpi con loro loderebbero l'amore che redime.
Nessun dito più agile del loro suonerebbe l'arpa!
Nessuna nota più dolce della loro mente canterebbero «a Lui che ci ha amati e lavati dai nostri peccati col Suo Sangue e ci ha fatti re e sacerdoti in Dio Padre; a Lui sia la gloria e il regno per sempre».
Che benedizione vedere quelli che una volta erano ribelli, condotti nella casa di Dio e gli eredi dell'ira divenuti titolari del cielo!
Tutto questo implica la salvezza.
Che ne possano pervenire miriadi a questo stato benedetto!
«Salvatene alcuni», oh salvatene alcuni almeno.
Cercate che qualcuno possa essere là nella gloria.
Contemplate il vostro Maestro.
Egli è l'esempio.
Egli lasciò il cielo per salvarne alcuni.
Andò alla croce, alla tomba "per salvarne alcuni".
Questo è stato il grande obiettivo della Sua vita, di deporre la Sua vita per le Sue pecore.
Amò la Sua Chiesa e diede Se stesso per lei per poterla redimere in Se stesso.
Imitate il vostro Maestro.
Imparate la Sua abnegazione e la Sua beata consacrazione, se in qualche modo riuscite a salvarne alcuni.
L'anima mia desidera "salvarne alcuni" personalmente, ma il desiderio sarebbe più grande.
Vorrei che tutti voi, miei cari amici, uniti qui in questa comunione di chiesa, diventaste genitori spirituali di figli di Dio. Che tutti voi possiate "salvarne alcuni!".
Si, miei stimati fratelli, voi giovani uomini e donne, non siete troppo giovani per essere reclutati al servizio del Re.
Se il regno dovrà andare per sempre al Signore (e sarà così), non lo sarà mai per pochi ministri, missionari o evangelisti che predicano l'Evangelo. Deve essere attraverso ognuno di voi che predicate il Vangelo: nei negozi e attorno
al focolare, quando si cammina e quando si è seduti in camera.
Dovete sempre cercare di "salvarne alcuni".
Vorrei arruolarvi tutti di nuovo questa sera e investirvi con gli stendardi del Re. Vorrei che vi innamoraste di nuovo del vostro Maestro e provaste una seconda volta il primo amore per il vostro Sposo.
C'è un inno di Cowper che cantiamo qualche volta «Oh, per un cammino più vicino a Dio!».
Potessimo arrivare a camminare più vicino a Lui; e se lo facciamo, sentiremmo un desiderio più impellente di magnificare Cristo nella salvezza dei peccatori.
Non potete farlo da soli, lo so; intendo dire, però, quanti ne ha portati a voi lo Spirito di Dio?
Quanti ho detto?
È certo che ne avete portato almeno uno a Cristo?
Non riuscite a ricordarvene uno?
Allora, vi compatisco!
Il Signore disse a Geremia riguardo a Ieconia, «dichiara quest'uomo senza figli».
Questa era considerata una maledizione spaventosa.
Vi dichiaro senza figli, miei cari amici?
I vostri figli, le vostre mogli non sono salvati e voi siete spiritualmente senza figli.
Riuscite a sopportare questo pensiero?
Vi prego, svegliatevi dal sonno e chiedete al Signore di rendervi utili.
"Vorrei che ai santi importasse dei nostri peccati", disse una volta un giovane.
"A essi importa", replicò un altro, "A essi importa molto di voi".
"Perché non lo dimostrano allora?" disse, "Spesso ho desiderato parlare di cose buone, ma il mio amico, che è membro di chiesa non solleva mai l'argomento e sembra che se ne guardi bene dal farlo quando ci sono io".
Non permettiate che dicano così.
Dite loro le cose divine e di Cristo e fissatevi questo scopo, ognuno di voi, che se gli uomini muoiono non sia per la mancanza delle vostre preghiere o dei vostri amorevoli e onesti ammaestramenti.
Dio vi dia grazia, ad ognuno di voi, di prendere la decisione di impegnarvi per "salvarne alcuni" e di portare a compimento la vostra decisione!
- Il tempo scorre, però e ora devo citare in ultimo luogo il grande metodo usato dall'apostolo.
Come ha fatto, colui che desiderava "salvarne alcuni"?
Bene, innanzitutto predicando semplicemente l'Evangelo di Cristo.
Non cercò di suscitare certe sensazioni con dichiarazioni esilaranti, nemmeno predicando dottrine distorte al fine di conquistare la simpatia del pubblico.
Temo che alcuni evangelisti predichino ciò di cui sono consapevoli che non è giusto.
Trattengono certe dottrine, non perché non siano vere, ma perché non concretizzano abbastanza lo scopo del loro delirio, quindi esprimono certe esternazioni perché sperano di raggiungere più persone.
Per quanto onesto sia un uomo riguardo alla salvezza dei peccatori, non credo che abbia il diritto di rilasciare dichiarazioni che con sobrio giudizio non giustificherebbe.
Penso di aver sentito di cose dette e fatte negli incontri di risveglio che non erano secondo la sana dottrina, ma che erano sempre giustificate dall‘entusiasmo della situazione.
Ritengo di non avere il diritto di divulgare una falsa dottrina, anche se sapessi di salvare un'anima.
La supposizione è ovviamente assurda, ma vi illustra che cosa intendo.
Il mio lavoro è di recare gli uomini non alla menzogna, ma alla verità e non sarei giustificato per nessun motivo se appioppassi una bugia alla gente.
E' certo che nascondere il Vangelo non è il metodo giusto e nemmeno onesto di salvare gli uomini.
Presentate al peccatore tutte le dottrine.
Se siete calvinisti, come spero, non biascicate qualche parola, ma dite tutta la verità. Dipende; molti risvegli sono stati temporanei perché l'intero Evangelo non è stato proclamato.
Date alla gente tutta la verità, tutta la verità battezzata nel fuoco santo e ogni verità avrà il proprio utile effetto sulle menti.
Eppure, la grande verità è la croce: «Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliolo affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna».
Fratelli, attenetevi a questo.
Questo è ciò che dovete proclamare.
Ditelo, ditelo!
Continuate a dirlo.
Suonate forte le note dei vostri strumenti a fiato; se siete solo corni dell'ariete, suonate forte e le mura di Gerico crolleranno.
Ahimé, per queste raffinatezze culturali dei moderni teologi!
Li sento urlare e denunciare i miei consigli fuori moda.
Parlare di Cristo crocifisso è considerato arcaico, convenzionale, obsoleto e assolutamente inadeguato alle raffinatezze di quest'epoca meravigliosa.
È stupefacente come siamo cresciuti culturalmente di recente.
Stiamo diventando così saggi che temo presto raggiungeremo la scemenza totale tra non molto, se non ci siamo già arrivati!
La gente vuole ‘pensare' oggigiorno, così si dice; e gli operai si indirizzano dove si deifica la scienza e il ‘pensiero' profondo viene idolatrato.
Ho notato, come regola generale, che ovunque il nuovo pensiero scaccia l'Evangelo, si raccolgono più ragni che persone; ma laddove si predica Gesù Cristo, il luogo è gremito.
Nient'altro riempie un locale di riunione per qualsiasi durata se non la predicazione di Gesù crocifisso.
Riguardo a questo, sia Egli conosciuto o ignoto, siamo decisi e pronti ad agire.
Non abbiamo, domande riguardo al nostro metodo.
Se fosse stoltezza predicare l'unzione per il Sangue, allora saremmo stupidi; se fosse follia attenersi all'antica verità, come lo ha trasmesso Paolo in tutta la sua semplicità, senza raffinatezze o miglioramenti, intenderemmo attenerci ad essa anche se fossimo etichettati di non essere al passo coi tempi. Siamo infatti persuasi che questa «follia della predicazione» è un ordinamento divino e che la croce di Cristo, nella quale inciampano molti e da molti ancora è ridicolizzata, restano la potenza e il senno di Dio. Sì, proprio come l'antica verità: se credi sarai salvato; a questo ci atterremo e possa Dio mandare benedizioni secondo i Suoi eterni propositi!
Non ci aspettiamo che questa predicazione diventi famosa, ma sappiamo che Dio la giustificherà tra non molto.
Nel frattempo non vacilliamo perché: "come una dote di fanciulli e sogni deliranti; la verità è che amiamo un mondo cieco e blasfemo il pericolo lo vedono, ma non lo negano; ridere ai loro unici rimedi e morire".
Oltre a ciò Paolo pregò molto.
Il Vangelo da solo non sarà benedetto; dobbiamo pregare per le nostre predicazioni.
Ad un grande artista fu chiesto con che cosa mescolava i suoi colori ed egli rispose "con il suo cervello".
Ben detto da un pittore, ma se qualcuno chiedesse ad un pastore con che cosa mescola la verità dovrebbe rispondere la preghiera, molta preghiera.
Quando un pover'uomo stava spaccando il granito sul ciglio della strada, era in ginocchio mentre sferrava i colpi e un pastore che passava li accanto disse "Ah, amico eccoti al lavoro. Il tuo lavoro è come il mio: tu devi spaccare le pietre e così faccio io". "Sì" disse l'uomo "e se riesci a spaccare cuori di pietra, allora ti devi inginocchiare come faccio io".
L'uomo aveva ragione: nessuno può usare il martello del Vangelo bene a meno che non sia in ginocchio, ma il martello del Vangelo presto frantuma i cuori di pietra; quando si riesce ad avere la meglio con Dio, si ha la meglio anche con gli uomini.
Direttamente dalla cameretta al pulpito veniamo con l'unzione fresca dell'olio dello Spirito di Dio su di noi.
Ciò che riceviamo nel segreto, siamo gioiosi di trasmetterlo in pubblico.
Non avventuriamoci mai di parlare di Dio agli uomini fino a che non abbiamo
parlato per gli uomini a Dio.
Sì, cari ascoltatori, se volete benedizioni per l'insegnamento della scuola domenicale o qualsiasi altra forma di sevizio cristiano, mescolatelo con ferventi intercessioni.
Osservate ancora un'altra cosa.
Paolo andava all'opera, lo faceva sempre con un'intensa solidarietà per coloro con i quali aveva a che fare, una solidarietà che lo rendeva capace di adattarsi in ogni circostanza.
Se parlava ad un giudeo non attaccava discorso sputando in faccia che egli era l'apostolo dei gentili, ma diceva che era un giudeo, come in effetti era.
Non sollevava questioni circa la nazionalità o i riti.
Voleva parlare ai giudei di Colui di cui Isaia disse, «uomo disprezzato e rigettato dagli uomini, Uomo di dolore e abituato alla sofferenza», al fine che la gente credesse in Gesù e fosse salvata.
Se incontrava un gentile, l'apostolo dei gentili non avrebbe mai ostentato nessuna delle futili sottigliezze che ci si sarebbe aspettato da uno di chiara educazione giudea. Mangiava, beveva, sedeva come i gentili e parlava con loro senza mai sollevare questioni sulla circoncisione o incirconcisione; voleva unicamente dire loro di Cristo che venne al mondo per salvare sia i giudei che i gentili e di unirli in un tutt'uno.
Se Paolo avesse incontrato uno scita, avrebbe parlato in lingua barbara e non in greco classico.
Se avesse incontrato un greco gli si sarebbe rivolto come fece nell'Areopago, nella lingua adatta a dei colti ateniesi.
Tutto veniva fatto per gli uomini, affinché potesse salvarne alcuni.
Sia così anche per voi popolo cristiano.
Il vostro compito nella vita è di portare gli uomini a credere in Gesù Cristo per la potenza dello Spirito Santo e tutto il resto deve essere in funzione di questo. Se riuscite a salvarli, tutto il resto verrà al momento giusto.
Hudson Taylor, un caro uomo di Dio, che ha faticato molto nell'entroterra della Cina, trova utile vestirsi come i cinesi e farsi la treccia. Si mescola sempre con il popolo e cerca di vivere il più possibile come loro.
Questa mi sembra una linea veramente saggia.
Intendo che noi conquisteremo un'assemblea di cinesi diventando cinesi il più possibile; e se è il caso siamo tenuti a essere cinesi con i cinesi per salvare i cinesi.
Non sarebbe inopportuno diventare zulù per salvare gli zulù, pur tenendone presente lo scopo e non fare come fece Colenso (? N.d.t.).
Se ci mettiamo al livello di quelli che cerchiamo di salvare, è più facile riuscire nel nostro scopo anziché rimanere estranei o alieni e poi parlare di amore e unità. Annullare me stesso per salvare gli altri è l'idea dell'apostolo.
Mettere da pane le peculiarità e cedere su altri punti irrilevanti al fine di portare gli uomini a Gesù, è la nostra saggezza, se vogliamo far avanzare il regno del nostro Signore.
Non sia mai che le nostre convenzioni o capricci frenino un'anima dal considerare l'Evangelo: questo sarebbe terribile.
Molto meglio essere personalmente incomodati con acquiescenza o con cose diverse, piuttosto di ritardare un peccatore al pentimento con dispute futili.
Se Gesù Cristo fosse qui oggi, sono certo che non indosserebbe quegli abiti pomposi in cui si dilettano i Puseiti.
Non riesco a immaginare il nostro Signore Gesù Cristo vestito in quel modo.
Ecco, gli apostoli insegnano alle donne di vestirsi con modestia e non penso che Cristo porrebbe i Suoi ministri come un esempio di idiozia.
Anche negli abiti, però, c'è qualcosa che si può fare sulla base del nostro testo.
Quando Gesù era qui che cosa indossava?
A dirla con parole semplici, indossava un camicione. Indossava l'abito comune dei campagnoli, una tunica intessuta da capo a piedi senza cuciture.
...e penso che Egli vorrebbe che i Suoi ministri indossassero quell'abito che i loro ascoltatori indossano normalmente e quindi anche negli abiti adattarsi agli ascoltatori ed essere uno di loro.
Vorrei che voi insegnanti, se volete salvare i vostri bambini, parlaste loro come bambini e vi rivolgeste a loro come bambini se poteste.
Voi che volete attirare i cuori dei giovani dovete cercare di essere giovani.
Voi che volete visitare i malati dovete essere solidali con loro nella malattia.
Parlate a loro come vorreste che gli altri vi parlassero se foste malati.
Scendete verso quelli che non possono salire a voi.
Non potete tirar fuori la gente dall'acqua se non vi immergete e li afferrate.
Se avete a che fare con tipacci, dovete scendere verso loro, non nei loro peccati, ma nel loro modo grezzo di comportarsi e nel loro linguaggio al fine di afferrarli.
Prego Dio che possiamo apprendere l'arte di conquistare le anime adattandoci a loro.
La chiesa di Whitefield di Moorfields é chiamata "la trappola per anime".
Whitefield ne era entusiasta e disse che avrebbe sempre desiderato che fosse una trappola per anime.
Oh, che tutte le nostre case di preghiera fossero delle trappole per anime, ogni cristiano un pescatore di uomini; ognuno facesse del proprio meglio come fanno i pescatori con ogni accorgimento per pescare ciò che vogliono.
Potremmo ben usare ogni mezzo per vincere un così grande premio come uno spirito destinato all'eterna sciagura o all'eterno Valalla.
I sommozzatori si immergono nelle profondità per trovare le perle e noi possiamo accettare qualsiasi fatica o rischio per vincere le anime.
Alzatevi fratelli per portare avanti quest'opera di Dio e possa il Signore benedirvi nel farlo!
Spurgeon
Tratto e liberamente adattato dalla rivista « SOLI DEO GLORIA»
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