La grazia è dunque questa disposizione del cuore di Dio che vuol fare tutto per salvare l'uomo dalla situazione nella quale lo ha posto la sua disubbidienza. Dio non può essere preso alla sprovvista, per cui è «avanti i secoli» che la sua grazia» ci è stata data in Cristo Gesù» (2 Timoteo 1:9) prima ancora che noi fossimo creati e cadessimo nel peccato.
La manifestazione evidente di questa grazia di Dio è avvenuta il giorno della morte di Cristo sulla croce del Calvario, e ogni volta che l'Evangelo è annunciato questa grazia è offerta a chiunque crede. Basata sull'opera di Gesù Cristo che ha portato i nostri peccati nel suo corpo sulla croce, la grazia di Dio non contraddice per nulla la sua giustizia e la sua santità. Anzi, essa testimonia della piena sufficienza di quest'opera e della perfetta giustizia del Dio santo che ha fatto cadere il castigo contro il peccato sul suo stesso Figlio, quando si è caricato delle nostre colpe.
Molto prima della venuta di Gesù Cristo, lo Spirito di Dio lasciava intuire al credente che la grazia un giorno sarebbe stata offerta all'umanità colpevole. Elihu, nel racconto del libro di Giobbe, può dire a questo patriarca: «Se, presso all'uomo, v'è un angelo, un interprete... Iddio gli farà grazia e gli dirà: Risparmialo, che non scenda nella fossa! Ho trovato il suo riscatto» (Giobbe 33:23-24). Persino nel momento in cui dà la legge, l'Eterno lo proclama davanti a Mosè: «L'Eterno! l'Eterno! l'Iddio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in benignità e fedeltà» (Esodo 34:6). La grazia è dunque uno dei caratteri di Dio stesso, carattere che ha trovato nel peccato dell'uomo l'occasione per manifestarsi.
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