Ancora martoriata quella terra. O meglio sono molti anni dal 14 maggio 1948, da quando cioè si compì il miracolo della ricostruzione dello Stato di Israele, che quella terra è martoriata.
Un lembo di terra così piccolo eppure sempre al centro del mondo. Sempre circondata da nemici che vogliono distruggerla. Quando ripenso a quello che ha vissuto, passato e superato quel popolo, massacrato, disperso, senza mai perdere l'identità nazionale, a come dopo 2.000 anni è ritornato nella terra che era stata sua, bhe lo considero un segno vivente, uno dei molti, dell'esistenza di Dio, e della fedeltà della Sua parola.
E mi turba accendere il telegiornale e vedere scene terribili di guerra, sempre deprecabile. Ma netta sale l'impressione che l'odio sempre latente antisemita salga e, oltre alle manifestazioni contro Israele in tutto il mondo, anche il modo di proporre le notizie sia ambiguo.
Certo l'ambiguità, la scorretteza dell'informazione mondiale, e sopratutto italiana, credo sia purtroppo probabilmente un dato di fatto, in ogni campo. Isole felici nella quale ci si limita a dare l'informazione e lasciare il giudizio al lettore sono sempre meno.... ma divago troppo....
In merito ad Israele mi chiedo cosa avranno detto, se si saranno pronunciati, tutti quelli che oggi la condannano, per tutti gli attentati che ha subito, e gli attacchi militari che subisce, con il lancio di missili nel suo territorio, da quando, in segno di distensione, si ritirò dalla striscia di Gaza?
Certo la guerra è terribile e prego perchè cessi, ma in questi giorni, e anche negli altri, dove si brucia e si è bruciata la bandiera d'Israele perchè cerca di difendersi e sopravvivere, nel mio piccolo ... preferisco innalzarla.
Infatti così parla il SIGNORE degli eserciti: È per rivendicare la sua
gloria che egli mi ha mandato verso le nazioni che hanno fatto di voi
la loro preda; perché chi tocca voi, tocca la pupilla dell'occhio suo.
Zaccaria 2:8
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