Da un giornale gratuito distribuito alle fermate della metro di oggi (03 dicembre 2008)
- Uccide i genitori col machete: "Mi sono allenato".
Armato di machete Valerio Ullasci di 30 anni ha massacrato i propri genitori. La mattanza in una violletta due notti fa a Mentana.
La confessione, agghiacciante dell'uomo: "Mi sono allenato tutto il giorno col machete, poli li ho colpiti"... prosegue in Cronoca.
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Ancora da un'agenzia di stampa del 27 settembre 2008
- Uccide figli a martellate poi si da fuoco in auto a Pisa Cep
APCOM del 01 dicembre 2008
- Uccide figlia neonata, "piangeva troppo". Ma non se lo ricorda Catanzaro, 1 dic. (Apcom) - Aveva solo 14 giorni Annarita e la sua unica colpa era quella di piangere. Così, al termine dell'ennesimo litigio tra i suoi genitori, sua madre l'ha gettata più volte a terra uccidendola. Una tragedia familiare, quella che si è consumata ieri notte a Gagliano, quartiere alla periferia di Catanzaro, dove una ragazza di appena vent'anni, mamma da 14 giorni appena, non ha retto al peso di una situazione familiare che negli ultimi tempi era diventata per lei insostenibile. Secondo quanto accertato dai carabinieri che ieri hanno arrestato dopo un lungo interrogatorio Morena Loprete, la donna al termine di un violento litigio con il convivente, il 24enne Rosario Donato, ha ucciso la sua figlioletta, morta a causa di alcuni politrauma al cranio e all'addome, come ha chiarito il medico legale Giulio Di Mizio dell'università di Catanzaro. Lei nega tutto, dice di non ricordare cosa sia successo alla bambina. Ammette solo di aver litigato con il compagno ma alla piccola dice di non avere fatto alcun male. Anzi, non è vero neppure che Annarita è morta, sono i carabinieri a dirlo ma non è possibile che sia così, continua a ripetere.
Lo stato di choc della donna è evidente. Non era infrequente sentirli litigare, hanno riferito i vicini di casa sentiti dagli inquirenti, ma ieri notte c'era qualcosa di diverso in quel litigio. Urla, grida d'aiuto, lacrime, minacce. Così, quando i carabinieri della compagnia di Catanzaro arrivano sul posto trovano la donna da sola in casa e tracce di sangue sparse tutto intorno. Poco dopo li ha raggiunti il giovane convivente, che presentava una ferita all'addome e il lobo dell'orecchio strappato a morsi dalla compagna. Sembrava solo l'infelice epilogo di un litigio scaturito per motivi banali, ma in realtà si è rivelato solo il preludio della tragedia che i carabinieri hanno scoperto di lì a poco. Nella seconda stanza del bilocale, accanto al letto stretto, c'è una culla: i militari si avvicinano e dentro trovano una bambina. Non respira. Mentre il padre viene portato in ospedale per le cure mediche, nel reparto di chirurgia del Pugliese-Ciaccio, i medici del servizio 118, arrivati intanto sul posto, constatano che la neonata è senza vita. Partono le indagini.
La donna viene portata in caserma e inizia a raccontare la sua versione dei fatti: "Abbiamo litigato con Rosario e l'ho colpito con un coltello". La donna, accerteranno i carabinieri si è scagliata contro l'uomo, e lo ha colpito all'addome, ma l'uomo nel tentativo di difendersi è riuscito a divincolarsi e disarmarla. Ma la donna a quel punto si è nuovamente scagliata contro l'uomo e con un morso è riuscita a staccargli il lobo dell'orecchio sinistro. La donna della bambina dice di non sapere nulla, ma a parlare, però, sono quei traumi sul corpo di Annarita. Al punto da convincere i carabinieri ad arrestare la donna, su disposizione del sostituto procuratore Elia Taddeo, richiusa nel carcere femminile di Castrovillari, con l'accusa di omicidio volontario della figlioletta e tentato omicidio del marito, ma la donna continua a dichiararsi innocente per quanto riguarda la morte della figlia. Non era il primo litigio, all'interno della coppia formata da due giovanissimi sul quale era arrivata, pesante come un macigno, la responsabilità di una figlia. Proprio questo, secondo il racconto dei vicini, avrebbe acuito i litigi, fino al dramma della scorsa notte.
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Questi sono solo alcuni recenti casi, purtroppo la sequela è lunghissima e appare senza fine. Anzi sembrano in crescita.
Il mondo offre la sua pace. Chimere quale ricchezza, successo. L'edonismo, la bellezza, il possedere, l'avere, più che l'essere.
Una pace che pace non è. Promette libertà e pace, come Cristo, ma ne è l'antitesi. E i frutti li viviamo in prima persona.
Grazie a Dio, però, perchè ha la pazienza, ancora, di attenderci. Attende che volgiamo lo sguardo dal corruttibile all'incorrutibile, da ciò che finisce a ciò che è eterno. Attende che ogni ginocchio riconosca la propria fragilità e si inchini davanti al solo che può alzarci fino, gloria a Dio, alla Sua statura. Questo è amore. questa è pace, la pace del tutto è compiuto, la pace di Cristo. Ci accompagni in questo viaggio.
Giovanni 14
27 Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.
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