La ricorrenza dell’Unità d’Italia (1861-2011), ci ricorda anche la cruenta battaglia per stampare la Bibbia sul suolo patrio, irto di mortali contrasti, d’inaudite sofferenze sopportate da credenti eroi della fede. Bisogna ricordarsi che uno degli atti più rivoluzionari ed eversivi del Risorgimento era leggere la Bibbia.
La guerra, da parte della chiesa cattolica, portata nell’Ottocento contro la diffusione della Parola di Dio in lingua italiana, fu fatta per proteggere un potere temporale, con soprusi, violenze, roghi, impiccagioni.
Nel 1849 un’edizione romana fu promossa da Giuseppe Mazzini. Le varie polizie dei tanti staterelli in cui era divisa l’Italia vigilano là dove si erge il divieto di leggere la Bibbia, che pesa come un macigno sui pochi alfabetizzati italiani. Giuseppe Mazzini per le sue frequentazioni inglesi è affascinato dalla cultura anglosassone, impregnata da principi biblici, frutto di secoli di libera esamina dei Vangeli.
Il libero pensatore crede che per Roma sia giunta l’ora di conoscere appieno la Bibbia, di respirare la libertà dello Spirito, di formare uomini fuori dall’idolatria e consapevoli della Rivelazione biblica. In un suo pubblico discorso indica il Vangelo come fonte d’ogni liberazione. Nella sua concretezza e non solo retorica, Mazzini ordina la stampa di un Nuovo Testamento versione Diodati proprio nella città dei papi.
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unità d'Italia la storia mai raccontata | 107.73 KB |
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