E' notizia di questi giorni che l'italiano Gnaro Mondinelli ha raggiunto la vetta del Broad Peak, è arrivato a questo traguardo senza ossigeno. Solo 8 persone al mondo, 2 italiani, possono essere annoverati tra coloro che hanno toccato la vetta delle 14 montagne più alte del mondo, che superano gli otto mila metri, senza ausilio di respiratori.
Viaggi faticosi, in mezzo alla bufera, sacrifici immensi, tenacia, volontà.
Sabato ho visto una fugace intervista su un notiziario nazionale, non ricordo quale TG.
Non sono appassionato di montagna ne di scalate, ma la notizia era data al TG, che ho l'abitudine di guardare, e l'intervista ha raccolto la mia attenzione.
Ciò che mi ha colpito sono state le parole dell'intervistato, del "record man". Mi sarei aspettato gioia e felicità per aver raggiunto un traguardo da lui molto ambito, che gli è costato tempo e sacrificio. E invece le prime parole che ha detto, nell'intervista, sono state rivolte alla morte e alla vecchiaia. A Parlato dei suoi amici morti, il cui ricordo andava, e del fatto che si sentiva d'un tratto vecchio.
A dato quasi l'impressione, è una mia personale sensazione, che il raggiungimento di ciò che si era preposto non abbia riempito il suo cuore ma che, anzi, lo abbia svuotato.
Mi sono tornate in mente le parole di Gesù quando disse:
Matteo 4:4 Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"».
Ci troviamo molto spesso a sfamare il nostro corpo, con del cibo solido. Oppure le nostre ambizioni, aspirazioni, con l'impegno e la dedizione. Ma Dio ci parla di un altro cibo. Della Sua Parola. Un cibo di cui la carne non ha bisogno, ma che è vitale per lo spirito. Cibarci di questo pane ci consola, ci fortifica l'anima, ci riempie.
La società, il mondo il modo in cui viviamo ci danno indicazioni su come riempire il senso di vuoto. Pubblicità, consumismo, beni, tutto sembra dirci: "ecco ciò di cui hai bisogno per stare bene".
Forse per breve ci soddisfa, un bene, un traguardo, ma poi il senso di vuoto si fa risentire, abbiamo bisogno d'altro. Ed ancora ci si propina dell'altro, questo cellulare, questa donna, questo uomo, questa squadra, questo partito, questo lavoro, questa religione.
Non sempre, però, forse quasi mai, quello che ci si propone è il sostentamento dello spirito. Ma della carne, delle nostre passioni. Così mentre nutriamo qualcosa destinata a divenire polvere, trascuriamo quello che è destinato a l'eternità.
Cibiamoci all'ora della Parola, da soli, o in comunione, analizziamo, meditiamo, preghiamo. Non ci è chiesto di essere teologi, filosofi, ma curiosi, come bimbi, scrutatori e infine "assaporatori" della Parola di nostro Padre. E' vero il nemico ci distrae, mille trucchi, ha una esperienza millenaria. Può accadere di cadere nei suoi inganni. Cerchiamo in Dio, chiediamo a Lui, ciclicamente, quella forza per aprire la Bibbia, il discernimento per comprendere, l'umiltà di accostarci a lei con la consapevolezza della necessità di nutrire la nostra anima.
In questi giorni di agosto Carlo e Massimo CERRELLA, anziani della'adunanza che frequento, sono impegnati in un campo biblico a Poggio Ubertini con un gruppo numeroso di ragazzi. La mia preghiera è che gli oratori invitati, i predicatori, possano insegnare anche questo ai ragazzi, "non di solo pane vive l'uomo....."
PADRE CELESTE, NOSTRO IMMENSO DIO, E' MIO DESIDERIO CIBARMI DI TE. IN OGNI OCCASIONE. ALLONTANA IL MALIGNO E LE SUE MACCHINAZIONI. BENEDICI LA TUA PAROLA E CHI SI ACCOSTA CON CUORE SINCERO AD ESSA. PONI LA TUA MANO SUL CAPO DI CHI TI CERCA, RICOLMALO DI BENEDIZIONI PARLA DI TE. TI PREGO PER I RAGAZZI IMPEGNATI NEL CAMPO DI POGGIO UBERTINI, CIBALI DELLA TUA PAROLA, CONVICILI, SUSSURAGLI LE TUE PAROLE, ACCAREZZAGLI L'ANIMA, CUSTODISCILI PER LA TUA VIA....AMEN
Il tuo inutile servo, Alex
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