La tragedia inizia il 2 luglio per Rashid Emmanuel, 32 anni, pastore
protestante [evangelico, ndr], che assieme al fratello Sajjad, più
giovane di due anni, coordina un'organizzazione non governativa dedita
alla carità e soprattutto al dialogo interreligioso. I due sono accusati
da un commerciante musulmano di avere diffuso alcuni volantini
«blasfemi», in cui si deride Maometto e la sua religione. Loro si
difendono, ribadiscono in pubblico che non sono gli autori.
Nulla
da fare. Secondo le leggi «contro la blasfemia», promulgate nei primi
anni Ottanta dal dittatore golpista Mohammad Zia-ul-Haq e mai revocate,
qualsiasi cittadino appartenente alle minoranze religiose accusato di
offendere l'Islam da un musulmano va processato con rito accelerato e,
se riconosciuto colpevole, rischia la pena di morte. Pure, già dalle
prime udienze emerge la loro totale estraneità. Un esperto calligrafo
chiamato a testimoniare spiega che non è loro la firma quella sui
volantini divulgati in fotocopia. «Quando è stato evidente che i due
sarebbero stati presto liberati, i gruppi dell'estremismo locale sono
entrati in fibrillazione. E un commando armato li ha attesi fuori dal
tribunale», raccontano i reporter del quotidiano Dawn. Nella sparatoria
restano coinvolti anche i poliziotti di scorta, che avevano cercato di
reagire. Uno di loro è ferito grave. I due fratelli muoiono invece sul
colpo.
Torna così all'ordine del giorno la richiesta di abrogare una volta per tutte le leggi contro la blasfemia. «Da anni ormai ne abbiamo chiesto la cancellazione in nome della giustizia. Sono spesso utilizzate per derubare i cristiani delle loro proprietà. Ma il governo non fa nulla», dicono alla nunziatura di Islamabad. La recrudescenza estremista dal 2001 pone i cristiani (sono circa il 2% dei 165 milioni di pachistani) sulla difensiva. Ed è difficile parlare con l'arcivescovo di Faisalabad, Joseph Coutts. Qui regna la paura. Dall'inizio dell'anno una ventina di cristiani pachistani è stata assassinata nel Paese. Gli incidenti più gravi sono avvenuti proprio nella sua diocesi. Nelle ultime settimane più volte sono state tirate pietre contro la locale basilica del Sacro Rosario. Il quartiere cristiano di Waris Pura sembra abbia visto un forte esodo. Dicono gli abitanti: «Non è sicuro. Lasciamo che si calmino le acque, poi torneremo alle nostre case».
di: Lorenzo Cremonesi
da: Il Corriere della Sera
data: 20/7/2010
Torna così all'ordine del giorno la richiesta di abrogare una volta per tutte le leggi contro la blasfemia. «Da anni ormai ne abbiamo chiesto la cancellazione in nome della giustizia. Sono spesso utilizzate per derubare i cristiani delle loro proprietà. Ma il governo non fa nulla», dicono alla nunziatura di Islamabad. La recrudescenza estremista dal 2001 pone i cristiani (sono circa il 2% dei 165 milioni di pachistani) sulla difensiva. Ed è difficile parlare con l'arcivescovo di Faisalabad, Joseph Coutts. Qui regna la paura. Dall'inizio dell'anno una ventina di cristiani pachistani è stata assassinata nel Paese. Gli incidenti più gravi sono avvenuti proprio nella sua diocesi. Nelle ultime settimane più volte sono state tirate pietre contro la locale basilica del Sacro Rosario. Il quartiere cristiano di Waris Pura sembra abbia visto un forte esodo. Dicono gli abitanti: «Non è sicuro. Lasciamo che si calmino le acque, poi torneremo alle nostre case».
di: Lorenzo Cremonesi
da: Il Corriere della Sera
data: 20/7/2010
- Accedi per commentare
- 706 viste