Gli uomini hanno spesso assegnato dei nomi alle varie epoche: era della ragione, dell'acquario, della generazione perduta, del dubbio; era moderna; era del postmodernismo, dell'ottimismo, e molti altri.
Queste definizioni si adattano solo vagamente, perché contrassegnano una parte e non l'intera epoca. Se si dovesse trovare un appellativo per connotare la nostra epoca, forse anche nella sua totalità, questo potrebbe essere "l'era dissacrante". Il concetto di sacro è quasi inesistente. Nei libri, nelle riviste, in televisione e alla radio predomina uno spirito irriverente e ironico.
La religione, il sesso, la fede, la famiglia e ogni altro argomento sono diventati oggetto di derisione, satira, molestia e distorsione. Recentemente, l'infedeltà coniugale di un famoso uomo politico è diventata la trama di una commedia, rappresentata in teatro propri o in presenza del personaggio, accompagnato dalla moglie. Il problema, in particolare nel mondo di oggi, è che le persone non riescono a vedere la loro impurità, i loro peccati. Questo perché si confrontano con gli altri, oppure con il mondo circostante. Le persone troveranno sempre qualcuno peggiore di loro. Dopo tutto, è difficile vedere la sporcizia in un ambiente buio.