Vi è mai successo di imbattervi in qualche articolo di quotidiani locali in cui si parli di uno dei cosiddetti “viaggi della speranza”, nei quali centinaia se non migliaia di persone provenienti da paesi dell’Africa raggiungono avventurosamente le coste italiane con la speranza di potersi costruire qui un futuro, dato che nel loro paese ciò è improponibile?
Vi è mai capitato di ascoltare dialoghi, spesso molto accesi, tra persone che la pensano in maniera diametralmente opposta su quello che dovrebbe essere l’atteggiamento del nostro Governo e di noi tutti nei confronti di queste persone, variamente definite “migranti” oppure “profughi” o genericamente “stranieri”?
Sono sicuro di sì. Articoli di giornale e discussioni di vario genere, anche in campo politico, abbondano nella nostra quotidianità e sono sicuro che anche tu, che hai cominciato a leggere questo studio, hai le tue convinzioni in materia e magari le hai già ampiamente dibattute con i colleghi di lavoro oppure a scuola, o magari coi parenti e coi vicini di casa… oppure anche in chiesa.
Ecco, se sei un cristiano nato di nuovo, che desidera fare la volontà di Dio e vuole seguire l’Agnello dovunque Egli vada, questo studio è fatto proprio per te. Ma, prima ancora di cominciare, vorrei ricordare alcune parole[1] che il re Davide pronunciò nel suo ultimo discorso riportato nella Bibbia, poco prima della sua morte (1 Cr 29:15):
“Noi siamo dinanzi a Te dei forestieri e dei pellegrini,
come furono tutti i nostri padri;
i nostri giorni sulla terra sono come un'ombra…”
Prima ancora di chiederci che cosa la Bibbia affermi in merito all’atteggiamento da tenere verso gli stranieri, è bene ricordare che noi stessi siamo qui come degli stranieri e dei pellegrini, in una situazione non diversa da coloro che ci hanno preceduto: la nostra vita è breve e, se siamo dei figli di Dio, siamo diretti verso un’eternità alla Sua presenza…
Ogni altra cosa impallidisce rispetto a questa Verità, e ad essa vanno rapportate tutte le altre realtà quotidiane, ivi inclusa ogni discussione o scontro di opinioni su qualsasi argomento, anche quello di cui abbiamo accennato poc’anzi, riguardante il comportamento da tenere verso gli stranieri.
Ma, se proprio vogliamo o dobbiamo parlare di questo tema, nel caso in cui siamo dei cristiani nati di nuovo non potremo (spero) fare a meno di riferirci a ciò che la Bibbia dice in merito, evitando al massimo i famosi “io penso che…”, e piuttosto ragionando sulla base di meno famosi “nella Bibbia c’è scritto che…”.
[1] Nella redazione di questo lavoro, mi sono avvalso quasi sempre della versione cd. “Nuova Riveduta” della Bibbia, ovvero della traduzione edita dalla Società Biblica di Ginevra, in particolare nell’edizione del 2007. In qualche caso ho adoperato altre versioni, come in questo primo versetto, per il quale ho preferito riportare la traduzione della Bibbia Riveduta, cd. “Luzzi” del 1923.
- Introduzione. 3
Perché questo studio?. 4
La Bibbia può ancora dire qualcosa su questo tema?. 5
Definizioni e parole ebraiche. 7
1. Definizioni 7
2. Le parole ebraiche. 8
Limiti di questo studio e ordine della successiva trattazione. 10
1. I limiti del presente studio. 10
2. L’ordine della successiva trattazione. 11
- Capitolo 1: Lo straniero come l’israelita. 12
Principi generali 12
Applicazioni in Israele. 14
1. Esodo e Levitico. 14
2. Numeri e Deuteronomio. 20
3. Altri libri dell’AnticoTestamento. 24
Quali applicazioni per noi oggi?. 27
- Capitolo 2: L’israelita verso lo straniero. 28
Un principio generale ed alcuni comandamenti 28
1. Innanzitutto… l’amore! 28
2. Comandamenti… molto concreti 29
Alcune possibili applicazioni in Israele. 32
L’atteggiamento di Dio verso gli Israeliti 35
1. Esempi negativi 35
2. Aneliti di esempi positivi 38
Quali applicazioni per noi oggi?. 40
- Conclusioni 42
- Bibliografia. 43
- Elenco dei brani citati 45
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Giuseppe Martelli
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