I cristiani sono nel mondo, hanno bisogno del mondo - Dietrich Bonhoffer

La comunità visibile

Il corpo di Cristo occupa dello spazio in terra. Con la sua incarnazione Cristo pretende dello spazio tra gli uomini. Venne «in casa sua». Ma alla sua nascita gli diedero una stalla, «perché non v’era posto nel loro albergo»: lo respinsero nella vita e nella morte, così che il suo corpo fu appeso tra cielo e terra, sulla forca. Ma l’incarnazione comprende il diritto ad uno spazio proprio in terra. Ciò che occupa dello spazio è visibile o non è corpo. Si vede l’uomo Gesù, lo si crede Figlio di Dio. Si vede il corpo di Gesù, lo si crede corpo di Dio divenuto uomo. Si vede che Gesù era incarnato, si crede che egli portò la nostra carne. «Devi indicare questo uomo e dire: è Dio» (Lutero). Una verità, una dottrina, una religione non ha bisogno di spazio per sé. È senza corpo. La si ascolta, impara, comprende: ecco tutto.

Grandi uomini di fede - Toliver Ralph

Dai giorni trascorsi sulla terra dal nostro Signore Gestì Cristo fino ad oggi: Iddio ha sempre avuto il suo cristiano che
canta. Ma questi non canta per essere udtìo dagli altri. Canta perché si affida a Dio per mezzo di Cristo ed esprime la gioia che ha in cuore con la lode e con ti canto. Ha trovato la via che porta alla vittoria.
Come il vero cristiano è colui che ha una fede vitale in Gesù Cristo, così la vera chiesa locale è un gruppo di persone

I cristiani nel mondo - ci fu un tempo in cui i cristiani erano il sale della Terra

Uno scorcio di quanto semplice ma straordinaria era la vita dei credenti nella prima era del cristianesimo - "I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano.

Essere cristiani – cosa significa?

Ecco una descrizione di uno scriba romano in una lettera all’ imperatore: «I cristiani conoscono Dio ed hanno fede  in  Lui.  Perdonano  chi  li  opprime  e diventano  loro amici. Fanno del bene ai loro nemici. Le loro donne   sono pure e le loro figlie sono pudiche. I loro uomini non fanno matrimoni irregolari e si tirano indietro davanti a qualsiasi impurità. Si amano. Salvano gli orfani dai violenti. Non si rifiutano di aiutare le vedove. Accolgono uno straniero come un vero fratello e si rallegrano. Ogni mattina e in ogni ora lodano Dio per la Sua bontà. Non si vantano davanti agli altri delle  loro buone opere, ma stanno attenti affinché nessuno le veda. È infatti un nuovo popolo», scrive Aristardes «e c’è qualcosa di divino in loro.»

Discepoli di Cristo

La parola “discepolo” deriva dal termine latino discipulus che significa “alunno, scolaro”, il quale a sua volta richiama il sostantivo greco mathetès e il relativo verbo manthàno, i quali rendono l’idea di “imparare” (come d'altronde il corrispondente vocabolo ebraico talmid).

Il concetto fondamentale, dunque, è quello dell'alunno che impara dal suo maestro. In tal senso, d'altronde, si esprime anche qualsiasi comune vocabolario della lingua italiana che, alla voce “discepolo”, riporta definizioni come questa: “Colui che professa i princìpi appresi, direttamente o indirettamente, da un maestro, al quale si sente legato da particolari motivi di affinità spirituale

Nella Parola di Dio vi sono numerosi brani che parlano di “discepoli”. Nel Nuovo Testamento, in particolare, l'attenzione del lettore verrà sicuramente attratta dalle figure dei “discepoli di Cristo” e, soprattutto, dei “dodici discepoli” che Egli scelse ad un certo punto della sua missione terrena, i quali vissero esperienze straordinarie al seguito del Figlio di Dio.

Luca 18:9-14 - La casa sottosopra - Andy Hamilton

Ascoltiamo il fratello Andy che, prendendo spunto da una attrazione turistica, vedi la foto, spiega come facilmente potremmo, sopratutto se nati in un tale ambiente, adattarci a vivere in una casa sottosopra, in un mondo sottosopra. Solo una voce da fuori, da sopra, può aiutarci a comprendere che la nostra prospettiva è spesso sbagliata...

Andy Hamilton
Roma 19 luglio 2015

 

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