La parola “discepolo” deriva dal termine latino discipulus che significa “alunno, scolaro”, il quale a sua volta richiama il sostantivo greco mathetès e il relativo verbo manthàno, i quali rendono l’idea di “imparare” (come d'altronde il corrispondente vocabolo ebraico talmid).
Il concetto fondamentale, dunque, è quello dell'alunno che impara dal suo maestro. In tal senso, d'altronde, si esprime anche qualsiasi comune vocabolario della lingua italiana che, alla voce “discepolo”, riporta definizioni come questa: “Colui che professa i princìpi appresi, direttamente o indirettamente, da un maestro, al quale si sente legato da particolari motivi di affinità spirituale
Nella Parola di Dio vi sono numerosi brani che parlano di “discepoli”. Nel Nuovo Testamento, in particolare, l'attenzione del lettore verrà sicuramente attratta dalle figure dei “discepoli di Cristo” e, soprattutto, dei “dodici discepoli” che Egli scelse ad un certo punto della sua missione terrena, i quali vissero esperienze straordinarie al seguito del Figlio di Dio.
Come testimoniò uno di loro, i Dodici udirono con le loro orecchie parole meravigliose, videro coi loro occhi miracoli eccezionali, toccarono con le loro mani e contemplarono con il loro spirito qualcosa[1] della Parola della Vita (cfr 1 Gv 1:1)… Per questo, essi non poterono fare a meno di annunciare il Vangelo anche agli altri uomini, perchè questo era il messaggio della vita eterna, che permetteva la vera comunione con Dio e anche tra coloro che si erano convertiti a Lui (cfr. vv. 2-3).
I “discepoli di Cristo” sono i seguaci dell'Agnello di Dio che ha tolto il peccato del mondo e, in quanto tali, sono dei tralci legati alla Vite (cfr Gv 15:5) affinchè possa fluire in loro, e attraverso di loro, la vita stessa di Gesù Cristo. Perciò è necessario che essi dipendano completamente dal loro Maestro e che si nutrano costantemente della Sua Parola, perseverando in essa (cfr Gv 8:31). Se ciò accadrà, dovunque si troveranno, i “discepoli di Cristo” saranno a loro volta testimoni della Verità e indicheranno a tutti gli altri uomini l'unica Via da seguire affinchè possano anch'essi diventare “discepoli” di Gesù Cristo, l'unico Dio vivente (cfr Mt 28:19).
[1] Effettivamente, se solo pensiamo alle parabole che I Dodici ascoltarono, ai miracoli che essi videro, alla lavanda dei piedi cui assistettero... Per non parlare dell'esperienza di alcuni di loro durante la trasfigurazione e ancor più al Getsemani…. O ancora di ciò che accadde con la morte, la resurrezione e l'ascensione del Dio incarnato...
Perchè questo studio?
Molti libri e molti articoli sono stati scritti su quest'argomento[2] e il semplice fatto di riflettere e di meditare sugli aspetti che ho appena citato mi ha convinto di cominciare una ricerca biblica concernente la figura generale del discepolo nella Bibbia e quella più specifica del discepolo del grande Maestro, Gesù Cristo.
L'impostazione di fondo
La mia intenzione, in questa ricerca, non è stata quella di aggiungere un ulteriore manuale di discepolato ai tanti (ottimi) testi in circolazione. E neppure ho voluto parlare di “discepoli di Cristo” in senso generale, trattando il tema da un punto di vista dottrinale o teologico, magari con dotte citazioni desunte da scienze umane come la psicologia o la sociologia.
Il mio desiderio è stato, molto più semplicemente, quello di esaminare i dati biblici inerenti la parola “discepolo” e da quelli trarre degli insegnamenti che fossero utili per la vita quotidiana dei cristiani del XXI secolo. Per un tema così importante come quello del discepolato di Cristo Gesù, infatti, non potevamo attestarci su un piano puramente teorico ma era assolutamente necessario delineare delle conseguenze pratiche per la nostra esistenza quotidiana!
[2] Fra i tanti libri in materia, in questa sede ricordiamo il classico testo di W. MAC DONALD, “Il vero discpolo”, ed. Centro Biblico, Napoli, 1988; oltre ai più recenti testi di M. GOLDSMITH, Le relazioni interpersonali di Gesù, ed. Gruppi Biblici Universitari, Chieti, 2003; e di R. DIPROSE, Per essere discepoli, ed. Soli Deo Gloria, Piacenza, 2014. Fra i tanti articoli monotematici apparsi su riviste cristiane, citiamo qui il recente scritto di F. Flacone, “Discepolato e salvezza”, in Il Cristiano, Arezzo, n. 10, 2014, pp. 480ss.
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