La sua natura divina
«Maria... si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo... Ciò che in lei è generato è dallo Spirito Santo. Ed ella partorirà un figliuolo e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati... La vergine sarà incinta e partorirà un figliuolo, al quale sarà posto nome Emmanuele, che interpretato vuol dire: Iddio con noi» (Matteo 1:18-23).
«Dio ha parlato a noi mediante il suo Figliuolo, ch’Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi; il quale, essendo lo splendore della sua gloria e l’impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, quand’ebbe fatta la purificazione dei peccati, si pose a sedere alla destra della Maestà nei luoghi altissimi» (Ebrei 1:1-3).
«Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio» (Giovanni 1:1).
La sua natura umana
«E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi» (Giovanni 1:14).
«Grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne» (1 Timoteo 3:16).
«Gesù è stato fatto di poco inferiore agli angeli... a motivo della morte che ha patita» (Ebrei 2:9).
«Io sono il primo e l’ultimo, e il Vivente; e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli» (Apocalisse 1:18).
La realtà della natura umana di Gesù è ampiamente dimostrata dalle narrazioni dei Vangeli; e la testimonianza che ne danno gli apostoli rende questa verità ancora più evidente.
Vogliamo tuttavia aggiungere ancora tre versetti indicanti la perfezione assoluta dell’umanità rivestita dal nostro Signore, poiché, pur «partecipando al sangue ed alla carne» (Ebrei 2:14), Egli non aveva la natura peccatrice dell’uomo:
«Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l’ha fatto essere peccato per noi» (2 Corinzi 5:21).
«Egli che non commise peccato...» (1 Pietro 2:22).
«In Lui non c’è peccato» (1 Giovanni 3:5).
L’unione della natura umana e della natura divina in una stessa persona è un mistero che non abbiamo la possibilità di analizzare. La Parola di Dio lo dichiara, e noi crediamo e adoriamo. I profeti lo avevano già annunziato, come in quel passo di Isaia: «Un fanciullo ci è nato (è la sua umanità), un figliuolo ci è stato dato (è la divinità, è Cristo figlio di Dio), e l’imperio riposa sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della Pace» (Isaia 9:6).
Questi vari titoli dimostrano la sua divinità e la sua umanità nello stesso tempo; Egli farà valere i diritti di queste sue caratteristiche secondo il suo potere divino, e a motivo della sua qualità di «Figlio dell’uomo», come Egli stesso dice: «Come il Padre ha vita in se stesso così ha dato anche al Figliuolo d’aver vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figliuol dell’uomo» (Giovanni 5:26-27).
L’opera di Gesù Cristo
«Il Figliuol dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti» (Marco 10:45). Egli è venuto per servire Dio, suo Padre, ma anche per servire il suo populo durante il tempo del suo ministerio di grazia.
Venuto nell’umiltà più profonda, il Signore Gesù ha preso «la forma di servo» (Filippesi 2:7) ed era fra i suoi discepoli come «colui che serve» (Luca 22:27). La perfezione del suo servizio a favore dei suoi è stata ed è altrettanto grande quanto la perfezione della sua abnegazione. Quest’umiltà nel servizio lo portò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Non c’era niente di troppo piccolo né di troppo modesto per il Servitore perfetto la cui completa gioia consisteva nel fare la volontà di Colui che l’aveva mandato.
«Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore» (Giovanni 10: 11). Gesù Cristo ha messo la propria vita al servizio dei suoi durante il suo ministerio, ma, ancora di più, ha dato la sua vita «come prezzo di riscatto per molti».
Indicheremo ora, con dei passi della Scrittura, vari aspetti dello scopo della morte del Signore Gesù sulla croce del Calvario:
«Gesù Cristo... ha dato se stesso per i nostri peccati» (Galati 1:4).
«Gesù Cristo uomo... diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2:6).
«Ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo sul legno» (1 Pietro 2:24).
«Gesù, nostro Signore... è stato dato a cagione delle nostre offese, ed è risuscitato a cagione della nostra giustificazione» (Romani 4:25).
«Cristo ci ha amati ed ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d’odor soave» (Efesini 5:2).
«Cristo,... mediante lo spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio» (Ebrei 9:14).
«Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi» (Giovanni 10:17).
Si potrebbero citare molti altri versetti della Parola di Dio, che ci indicano i due grandi scopi della morte di Gesù sulla croce:
1. rivendicare la gloria di Dio secondo i diritti della sua giustizia e della sua santità;
2. salvare l’uomo purificandolo dal suo peccato.
Il trionfo di Gesù Cristo
Mediante la morte Egli ha «reso impotente colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo» (Ebrei 2:14). Alla croce, il Signore ha trionfato sulle potenze delle tenebre, le ha spogliate e ne ha fatto un pubblico spettacolo (Colossesi 2:15).
Al termine delle ore trascorse sulla croce, prima di rimettere il suo spirito nelle mani del Padre, ha detto: «È compiuto» (Giovanni 19:30). Poi entrò nel soggiorno della morte ma come un vincitore, perché questa fortezza inespugnabile, custodita da Satana stesso, è ormai presa: «Egli ha rotto le porte di rame e ha spezzato le sbarre di ferro» (Salmo 107:16). Niente impedirà alla morte di restituire la sua preda; infatti il Signore è risuscitato; il sepolcro, nonostante la pesante pietra che ne chiudeva l’entrata, si aprì e fu visto vuoto. «La morte è stata sommersa nella vittoria» (1 Corinzi 15:54).
Ci sono numerose prove che attestano questa verità capitale: «Cristo è risuscitato dai morti» (1 Corinzi 15:20). Questo grande avvenimento è il fondamento della lede cristiana; non c’è da stupirsi quindi che i nemici dell’evangelo si siano accaniti contro questa grande verità.
Ma il trionfo di Gesù non si limita alla sua risurrezione: «L’ora viene in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne verranno fuori» (Giovanni 5:28). A Lui che è morto sulla croce e che è stato risuscitato sarà data la dominazione universale. Questo glorioso trionfo è dichiarato da numerosi testi delle Sacre Scritture, sia esplicitamente sia attraverso simboli e figure. Senza trascriverli tutti, proponiamo al lettore di cercare nella sua Bibbia quelli citati qui sotto, lasciandogli la cura di scoprirne altri:
- I Salmi 2; 8; 21; 22; 24; 45; 110 ecc.
- Apocalisse 19:6-16.
- La storia di Giuseppe, in Genesi cap. 39 a 41.
- La storia di Mardocheo, in Ester 6 a 8.
Fredy Gfeller
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