A volte fra i credenti ricorre un pensiero che le sofferenze fisiche e morali di Gesù, non sono stati tanto importanti come quelle spirituali di essersi caricato di tutti i peccati del mondo.
Devo dire però che l'incarnazione di Gesù oltre a quest'ultimo principale obbiettivo era anche quello di immedesimarsi nelle sofferenze e debolezze umane e di esperimentarle in prima persona. A nostra volta, in questa meditazione, cercheremo con tanta umiltà di immedesimarci nelle sofferenze divine, le sofferenze del nostro amato Salvatore Gesù. Cercando, a parte la teologia, di toccarle con mano. Dio, perché Dio, non è al disopra delle sofferenze, ma soffre come ognuno di noi, per come constateremo biblicamente.
"Infatti" dice lo scrittore della lettera agli Ebrei 4:15-16 "15 non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno." Lo scrittore alla lettera agli Ebrei, ci vuole dire, che il Signore, non è che non ci possa capire in tutte le nostre problematiche e prove del pellegrinaggio della vita. Egli li può capire chiaramente, perché le ha attraversate in prima persona. E simpatizzare vuol dire: un sentire comune, cioè, il poter capire l'altro perché si è passati per le stesse esperienze.....
La meditazione è allegata.....
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