Cracovia, 1939. L'industriale tedesco Oskar Schindler, bella presenza e temperamento avventuroso, manovrando i vertici nazisti tenta di rilevare un fabbrica per produrre pignatte e marmitte. Già reclusi nel ghetto di Podgorze, ed impossibilitati a commerciare, alcuni ebrei vengono convinti da Schindler a fornire il denaro per rilevare l'edificio: li ripagherà impiegandoli nella fabbrica, pagandoli con utensili da scambiare e sottraendoli al campo di lavoro comandato dal sadico criminale tedesco Amon Goeth. Dopo aver ricevuto la breve visita di Emilie, la moglie che subito torna in Moravia vista la vita di libertino impenitente del marito, Schindler, sempre più nelle grazie dell'alto comando nazista e di Goeth, costruisce un campo per i suoi operai, dove le milizie non possono entrare senza la sua autorizzazione. Infine, scatenatosi lo sterminio, decide di attivare, dando fondo a tutte le sue risorse finanziarie, una fabbrica di granate nella natia Brinnlitz. Con l'aiuto dell'inseparabile Itzhak Stern, il contabile ebreo, compila una lista di 1100 persone ebree perché vengano a lui affidate come operai. Mentre gli uomini arrivano a destinazione, le donne vengono per errore tradotte ad Auschwitz, e solo con grande rischio ed impiegando a fondo risorse e conoscenze, Schindler riesce a strapparle alla morte. Per sette mesi la fabbrica produce appositamente granate difettose, finché l'armistizio non trova l'industriale senza denaro. I suoi operai gli donano un anello d'oro con su incisa una frase del Talmud: "Chiunque salva una vita salva il mondo intero".
"Non c'è spazio per dire le bellezze del film, analizzarne il linguaggio, indicare i momenti di forza espressiva e le debolezze. Spielberg è riuscito nella rappresentazione dell'inferno della Shoah anche per altri motivi. Per l'insistenza ossessiva sul motivo della lista. Per la sapiente costruzione a gironi concentrici: Cracovia, il ghetto, la Deutsche Emailware Fabrik di Schindler, il 'lager' di Plaszow e il suo smantellamento nel '44. Ad Auschwitz, nel fondo dell'inferno, s'arriva dopo due ore e mezzo, ma se ne esce subito, per l'ultima tappa a Brinnlitz. Ci è riuscito soprattutto per l'ottica economica del racconto. E' un film dove contano il denaro, gli scambi in natura, le mance, la corruzione, la produzione, i salari, la forza-lavoro, i problemi logistici. Quanto vale un uomo in marchi? e un ebreo? che prezzo bisogna pagare per salvarne uno? fin dove si può arrivare nel mestiere della sopravvivenza? E', in fondo, la storia di un uomo che vende l'anima al diavolo per salvare un migliaio di vite. Oggi in Polonia gli ebrei sono meno di 4000. I discendenti dei 'Schindlerjuden' sono più di 6000. Steven Spielberg, ebreo americano, ha pagato il debito con il suo popolo, riaprendo una ferita che deve rimanere aperta." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 9 marzo 1994)
- 7 OSCAR: FILM, REGIA, FOTOGRAFIA, MUSICA, MONTAGGIO, SCENEGGIATURA NON ORIGINALE, SCENOGRAFIA.
- IN YIDDISH IL TITOLO SIGNIFICA "IL TRUCCO DI SCHINDLER".
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