Leggendo l'Antico Testamento notiamo che durante la dispensazione mosaica Dio aveva una dimora visibile tra gli uomini. La brillante nuvola che appariva tra le ali dei cherubini sovrastanti il propiziatorio e nel tabernacolo mentre Israele pellegrinava nel deserto e dopo, nel tempio, quando il popolo si stabilì nella propria terra, era la manifestazione visibile della presenza di Dio nel luogo consacrato al Suo culto.
Ma ogni cosa della dispensazione mosaica era un tipo, una figura, una serie di ombre, delle quali l'Evangelo è la realtà e la sostanza. È triste, tuttavia, constatare che spesso nei nostri cuori abbiamo ancora molto del vecchio giudaesimo, al punto che, frequentemente, torniamo ai vecchi e meschini elementi della legge, invece di proseguire e considerarli un tipo di qualcosa di spirituale e di celeste al quale dovremmo aspirare.
È penoso in questo nostro secolo ascoltare come la gente parla degli edifici religiosi; avrebbero fatto molto meglio ad aderire immediatamente al credo giudaico. Ricordo di aver ascoltato un sermone sul testo: "Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui" e la prima parte del sermone consisteva in una puerile maledizione contro chiunque avesse osato commettere un atto profano nel cortile della chiesa, o se avesse appoggiato il palo di una tenda durante la fiera della settimana seguente contro qualche parete di quell'edificio che mi sembrò come l'idolo dell'uomo che occupava il pulpito.
Esiste da qualche parte un luogo santo? C'è un luogo sulla terra dove Dio abiti in modo particolare? Io non l'ho mai incontrato. Ascoltate le parole di Gesù: "Credimi, l'ora vene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre... Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché tali sono gli adoratori che il Padre richiede".
Ricordate le parole dell'apostolo Paolo ad Atene: "Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da opera di mano".
Quando la gente parla di luoghi santi sembra ignorare il significato vero di ciò che dice. Può mai la santità abitare in mattoni e malta? Può esistere mai un campanile santo? Può accadere che esistano nel mondo una finestra moralmente elevata ed una porta santa? Rimango incredulo e sorpreso, anzi totalmente stupito se penso a quanto confuse sia la mente di coloro che attribuiscono virtù morali a mattoni e malta, a pietre e vetrate ornate. Quanto è profonda questa consacrazione e quanto elevata? Ogni cornacchia che vola su quell'edificio acquista una certa solennità?
Quello di cui stiamo parlando è, se trattiamo l'argomento in maniera più approfondita, un errore nel quale possiamo cadere, ma è un errore talmente stravagante per cui tutti possiamo facilmente commetterlo. Abbiamo rispetto per i nostri semplici locali di culto, ci sentiamo confortevoli quando, in un modo o in un altro, pensiamo che il luogo deve essere santo.
Perciò, con grande decisione ed indipendenza di pensiero abbandoniamo per sempre l'idea che la santità è connessa con qualsiasi cosa che non sia un agente cosciente ed attivo. Abbandoniamo totalmente tutte le superstizioni collegate ai luoghi. Un luogo è altrettanto consacrato che un altro e dovunque ci raduniamo con vero cuore per adorare Dio, quel luogo diviene per quell'occasione la casa di Dio.
Per quanto possa essere considerato con grande rispetto religioso, quel luogo, quando non c'è un cuore devoto che adora Dio, non è la casa di Dio; può essere una casa di superstizione, ma non la casa di Dio. Ma qualcuno obietterà: "Dio dovrà pur avere una dimora, il nostro testo non l'afferma?" Sì, certamente e di quella dimora parleremo. Esiste una casa di Dio; non è una struttura inanimata ma un tempio spirituale e vivente: "In lui", cioè in Cristo, "voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito".
La casa di Dio è edificata con pietre viventi di uomini e donne convertite. La Chiesa di Dio, che Cristo ha acquistato col proprio sangue, questo è l'edificio divino e la struttura nella quale Dio dimora anche oggi. Vorrei, tuttavia, fare una considerazione riguardante i luoghi nei quali offriamo il culto. Essi non posseggono una santità superstiziosa connessa con le strutture, ma nello stesso tempo esiste un tipo di sacralità collegata con la comunione con Dio.
In qualsiasi luogo dove Dio ha benedetto l'anima mia, credo che sia nient'altro che la casa di Dio e la porta del cielo. Non perché le pietre siano santificate, ma perché mi sono incontrato con Dio ed il ricordo che ne ho lo rende consacrato per me. Quel luogo dove Giacobbe si adagiò per dormire, che era in quella circostanza la sua camera di riposo, fu per lui non altro che la casa di Dio. Spero che abbiate delle stanze nella vostra casa e "camerette", che sono più sacre di una qualsiasi maestosa cattedrale con le punte slanciate verso il cielo.
Dove c'incontriamo con Dio si manifesta questa sacralità, non è il luogo ma la comunione con Lui. Dove restiamo in comunione con Dio e dove Egli stende il Suo braccio, sia questo luogo una capanna o un filare o una brughiera o una montagna, diviene per noi la casa di Dio; il luogo è immediatamente consacrato, non però per considerarlo con riverenza superstiziosa, ma soltanto consacrato nel ricordo delle ore benedette che lì abbiamo speso in preziosa comunione con Dio.
Lasciando da parte queste considerazioni permettetemi di introdurvi nella casa che Dio ha costruito per la Sua dimora. Considereremo la Chiesa prima di tutto come un edificio, poi come una dimora ed infine come un tempio.
Consideriamo, prima di tutto, la Chiesa come un EDIFICIO e chiediamoci che cos'è una chiesa, che cos'è la Chiesa di Cristo? Una setta riserva per sé il titolo di chiesa mentre un'altra denominazione con veemenza lotta per appropriarsene, ma non appartiene a nessuno di noi. La Chiesa di Dio non è composta da alcuna denominazione umana particolare, ma da coloro i cui nomi sono scritti nel libro dell'eterna elezione divina; da coloro che sono stati acquistati da Cristo sulla croce, che sono stati chiamati da Dio mediante lo Spirito Santo e che, essendo stati vivificati da quello stesso Spirito, sono partecipi della vita di Cristo e divengono membri del Suo corpo, della Sua carne, delle Sue ossa.
Queste si trovano in ogni denominazione, tra ogni tipo di cristiani, alcuni lontani, dei quali neanche sogniamo l'esistenza. Troviamo qui e là, come per caso, un membro della Chiesa di Cristo, senza alcun contatto con una setta in particolare, lontano dai suoi fratelli, non avendone neppure conosciuto l'esistenza e che pur tuttavia ha conosciuto Cristo, perché la vita di Cristo è in lui. Questa Chiesa di Cristo, il popolo di Dio, in tutto il mondo, con qualsiasi nome sia essa conosciuta è nel nostro testo paragonata ad un edificio nel quale Dio dimora.
Permettetemi una piccola allegoria riguardante questo edificio. La Chiesa non è un mucchio di pietre collegate insieme, è un edificio. Il suo architetto l'ha progettato anticamente. Immagino di scrutare nell'eternità e vederlo disegnare il primo schizzo. "Qui", dice nella Sua sapienza eterna, "ci sarà la pietra angolare e lì il pinnacolo". Lo vedo stabilire la lunghezza e la larghezza della costruzione e le porte con eccezionale abilità, progettando ogni particolare senza lasciare neanche una piccola parte non disegnata.
Lo immagino, quel potente architetto, mentre sceglie personalmente ogni pietra dell'edificio, stabilendone la grandezza, la forma e perfino la posizione che deve occupare, se dovrà brillare sulla facciata o nascosta nel retro o sepolta al centro del muro. Immagino non soltanto il progetto di massima, ma tutti i particolari, tutti in ordine, stabiliti da un patto eterno, che è il piano divino del potente architetto sul quale la chiesa doveva essere costruita.
Scrutando ancora, vedo quell'Architetto scegliere la pietra angolare. Guarda in cielo e ci sono gli angeli, quelle pietre lucenti, osserva ciascuno di loro, ma dice: "Nessuno di loro è adatto. Debbo trovare una pietra angolare che sostenga il peso dell'edificio, perché tutto deve poggiarvi sopra".
Tuttavia, già nell'eternità bisognava trovare una pietra e doveva essere presa dalla stessa cava delle altre. Dove doveva esser trovata? Dove era l'uomo adatto per fungere da pietra angolare di tale maestoso edificio? No, né gli apostoli, né i profeti, né i dottori erano adatti. Messi tutti insieme sarebbero stati come un fondamento di sabbia e la casa avrebbe vacillato e sarebbe caduta.
Ecco come la mente divina risolse il caso: "Dio diverrà uomo, vero uomo, Egli sarà della stessa sostanza delle altre pietre del tempio, ma sarà anche Dio e perciò forte abbastanza per portare il peso di quest'immensa struttura la cui cima raggiungerà il cielo".
Immagino di vedere la posa in opera della pietra del fondamento; si assisterà ad una manifestazione di giubilo? No, vi sarà del pianto. Gli angeli si radunano intorno alla pietra che è stata posta, ed ecco gli angeli piangono, le arpe del cielo sono coperte di sacco e non si ode alcun canto. Avevano cantato di gioia quando il mondo fu creato, perché non cantano ora?
Guardate e ne comprenderete la ragione. Quella pietra è imbevuta di sangue, quella pietra angolare deve essere coperta di sangue. Quel cemento vermiglio che esce dalle vene sante deve saturarla. Lì è deposta la prima pietra dell'edificio divino. Cominciate di nuovo a cantare o angeli del cielo. La pietra del fondamento è posta, la cruenta cerimonia è completata ed ora da dove raccoglieremo le pietre per costruire questo tempio?
La prima pietra è al suo posto, dove sono le altre? Scaveremo ai lati del Libano? Cercheremo queste pietre preziose delle cave di marmo dei re? NO, dove correte voi operai di Dio? Dove andate? Dove sono le cave? Essi rispondono: "Andremo a scavare nelle cave di Sodoma e Gomorra, nella profondità della peccaminosa Gerusalemme, in mezzo alla Samaria errante".
Li vedo togliere il terriccio, mentre scavano profondamente nella terra e alla fine giungono a quelle pietre; ma quanto sono grezze e ruvide, quanto sono dure, quanto irregolari. Sì, ma sono le pietre elette da tanto tempo con un patto e queste devono essere le pietre e non altre.
Devono essere modificate, devono essere raccolte, lavorate allo scalpello, lucidate ed infine messe al loro posto. Vedo gli operai all'opera. La dura scure della legge le taglia e poi viene il cesello lucidatore dell'Evangelo. Vedo le pietre messe al loro posto e la Chiesa che è edificata. I ministri come saggi costruttori corrono intorno al muro per mettere ogni pietra spirituale al suo posto; ogni pietra è poggiata sulla grande pietra angolare e ogni pietra dipende dal sangue e trova sicurezza e forza in Gesù Cristo, la Pietra angolare "eletta e preziosa". Non vedete anche voi l'edificio che si va innalzando, ed ognuno degli eletti da Dio sono raccolti, chiamati per grazia e vivificati? Notate come le pietre viventi con amore santo ed in sacra fratellanza sono collegate insieme?
Siete mai entrati in quell'edificio per vedere come quelle pietre poggiano una sull'altra portando il peso una dell'altra e così adempiendo la legge di Cristo? Considerate come la Chiesa ami Cristo e come i suoi membri si amino?
Come prima di tutto la Chiesa è legata alla Pietra angolare ed ogni pietra unita a quella più prossima e la prossima alla vicina finché l'edificio diventa un'unità? Ecco, la struttura si eleva ed alla fine è completata. Ed ora aprite bene gli occhi vostri e mirate quale glorioso edificio è la Chiesa di Dio.
Gli uomini parlano dello splendore delle loro architetture, questa è veramente architettura. Non secondo i modelli greci o gotici, ma secondo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. C'è stata mai struttura tanto attraente come questa, pulsante di vita in ogni atomo? Su ogni pietra ci sono sette occhi e tutte sono piene d'occhi e di cuori. Era stato mai pensato un edificio così massiccio costituito da anime, una struttura formata da cuori umani? Non c'è altra abitazione per il riposo che quella del cuore.
Lì l'individuo può trovare pace col suo simile; ma c'è una casa dove Dio si diletta di abitare, costruita con cuori viventi che pulsano d'amore santo; costruita con anime redente, scelte dal Padre, acquistate dal sangue di Gesù Cristo. La parte superiore di questo edificio è in cielo, una parte dei credenti dimora già oltre le nuvole. Molte delle pietre viventi dimorano ora nel pinnacolo del paradiso. Noi invece siamo qui, ma la costruzione s'innalza, la muratura sacra diviene sempre più imponente, mentre anche la pietra angolare si eleva, così tutti noi edifichiamo finché alla fine l'intera struttura dalle sue fondamenta, fino al pinnacolo, raggiungerà il cielo e vi rimarrà per sempre: la nuova Gerusalemme, il tempio della maestà di Dio.
Riguardo a questo edificio desidero fare qualche altra considerazione prima di passare al punto successivo. Quando gli architetti progettano un edificio commettono degli errori nel formularne il piano. I più diligenti omettono qualche particolare ed altri più dotati scoprono che qualcosa è sbagliato.
Ma notiamo che la Chiesa di Dio è costruita secondo regole precise, con compasso e con regoli ed alla fine non si potrà trovare alcun errore. Forse fratello sei una pietra piccina nel tempio e pensi che avresti dovuto essere più grande. Però, non è stato commesso alcun errore. Hai un solo talento: è abbastanza, se ne avessi due rovineresti la costruzione. Forse sei stato messo in un angolo, nascosto e dici a te stesso: "Oh, se fossi in una posizione preminente". Invece, se fossi maggiormente in evidenza staresti fuori posto ed una pietra fuori posto nell'architettura tanto delicata come quella divina, rovinerebbe tutto.
Ti trovi dove dovresti essere e restaci. Siine certo non c'è un errore. Quando infine percorreremo la via intorno alle mura dell'edificio, noteremo le torri ed ognuno sarà indotto ad esclamare: "Quanto è gloriosa Sion!". Quando i nostri occhi saranno illuminati ed i nostri cuori istruiti, ogni parte di questo edificio riceverà la nostra ammirazione.
La pietra più alta non è il fondamento, né quest'ultimo può stare in cima. Ogni pietra è della forma giusta, del giusto materiale e la struttura intera si adatta perfettamente al suo scopo: la gloria di Dio, il tempio dell'Altissimo. In quest'edificio di Dio si riconosce la Sapienza infinita.
Bisogna riconoscere anche un altro particolare: la sua forza inespugnabile. Quest'abitacolo di Dio, questa casa non è il prodotto di mano d'uomo, ma è l'edificio di Dio che è stato attaccato spesso, ma mai espugnato. Moltitudini di nemici hanno assalito i suoi antichi bastioni, ma li hanno attaccati invano: "I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme" ma che cosa è accaduto? Si sono coalizzati contro a lei, ognuno di loro con uomini potenti, ognuno con la sua spada sguainata, ma che cosa è successo? L'Eterno li ha dispersi. Come neve dispersa sui monti da una tempesta improvvisa, così si sono dileguati, o Dio e si sono sciolti davanti all'alito delle nostre narici.
La Chiesa non è in pericolo e non lo sarà mai. Vengano anche i nemici ma può resistere. La sua maestosa staticità, il suo silenzio come roccia li spinge a sfidarla. Vengano ora e siano distrutti, si scaglino pure contro di lei ed imparino che quella è la via per la loro immediata distruzione. Ella è salva e sarà salva fino alla fine. Perciò, questo possiamo affermare riguardo alla sua struttura, è costruita con sapienza infinita ed è sicuramente inespugnabile.
Infine, è gloriosa nella sua bellezza. Non è mai esistita una costruzione simile. Gli occhi si possono rallegrare dall'alba al tramonto, rimirandola per poi iniziare di nuovo. Gesù stesso si diletta in lei. Dio si è compiaciuto nell'architettura della Sua Chiesa; Egli si è rallegrato della Chiesa come non ha mai fatto del mondo. Quando Dio creò il mondo, elevò i monti e scavò i mari. Coprì le vallate con l'erba, creò tutti gli uccelli del cielo e tutte le bestie della campagna e fece l'uomo alla Sua propria immagine. Quando gli angeli videro il risultato, cantarono insieme e si rallegrarono, ma Dio non cantò. Non c'era un tema tanto importante per cantare per Lui che è "Santo, Santo, Santo".
Egli poté soltanto dire che "era molto buono", era però la bontà dell'idoneità non quella della santità. Ma quando Dio edificò la Chiesa allora cantò e quello è da considerare uno dei passi più straordinari di tutta la Bibbia, quando Dio è descritto mentre canta: "L'Eterno il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per via di te, si acquieterà nell'amor suo, esulterà per via di te con gridi di gioia" (Sofonia 3:17).
Fratelli, pensate a Dio stesso che rimirando la Sua Chiesa, così bella e preziosa nella sua struttura, si rallegra e manda canti di gioia per l'opera Sua, mentre ogni pietra è messa al suo posto. La Divinità stessa canta. È stato mai composto un canto simile a quello? Oh, cantiamo, esaltiamo insieme il nome di Dio, lodate Colui che loda la Chiesa, costituita come Sua dimora particolare!
Ma la vera gloria della Chiesa di Dio consiste nel fatto che non soltanto è un edificio, ma è una DIMORA. Possiamo notare una grande bellezza in una struttura inabitata, ma rimane sempre una venatura di malinconia. Viaggiando nel nostro paese, spesso incontriamo qualche torre smantellata o qualche castello diroccato. Sono costruzioni attraenti. ma non c'è segno di gioia, anzi soltanto qualche dolorosa riflessione. Chi desidera osservare dei palazzi desolati? Chi ama vedere la terra svuotata dei suoi figli e le sue case senza abitanti? C'è però gioia in una casa illuminata ed ammobiliata, dove si sentono le grida dei fanciulli. Diletti, la Chiesa di Dio ha questa particolarità della quale gloriarsi, che è una casa abitata, che è la dimora di Dio per lo Spirito.
Quante chiese sono soltanto case ma non dimore! Potrei presentarvi una chiesa di Dio formale, che è stata costruita con squadra e compasso, ma il suo modello ha copiato qualche credo antico, non la Parola di Dio. È precisa nella sua disciplina, secondo le proprie norme ed accurata in tutte le osservanze secondo il proprio modello. Quando entrate a far parte di quella chiesa, la cerimonia è imposta, l'intero culto forse vi attrae per un pò, ma uscirete da quel luogo consci che non avete incontrato la vita di Dio, che è una casa, ma senza inquilino.
Può essere una chiesa professante, ma non è dimora del Santo; è una casa vuota che presto sarà dilapidata e cadrà. Temo che questa sia la fine di molte nostre chiese, istituzionalizzate o indipendenti.
Esistono troppe chiese che non sono altro che un mucchio di formalismo morto e deprimente, dove non v'è la vita di Dio. Potete andare ad adorare con tali persone, giorno dopo giorno e il vostro cuore non palpiterà mai, il vostro sangue non scorrerà mai più velocemente nelle vostre vene, l'anima vostra non sarà mai arricchita, perché si tratta di una casa vuota.
L'architettura dell'edificio può essere attraente, ma essendo vuota è soltanto un deposito; non c'è una mensa apparecchiata, non c'è gioia, non è stato "ucciso il vitello ingrassato", non c'è il canto di allegrezza.
Diletti facciamo attenzione che anche le nostre comunità non divengano così, che non diveniamo un insieme di persone senza vita spirituale e di conseguenza case disabitate, perché Dio non le abita più. Ma una vera chiesa, che è visitata dallo Spirito di Dio, dove la conversione, l'istruzione e la devozione sono ugualmente presenti per l'influenza vitale e propria dello Spirito Santo: una Chiesa siffatta è la dimora di Dio.
Consideriamo ora questo amabile tema. Una chiesa costituita d'anime viventi è la dimora propria di Dio. Cosa voglio affermare? Una casa è il luogo dove un individuo trova serenità e si ristora. Fuori combattiamo col mondo, là abbiamo ogni nervo in tensione per mantenere la rotta in mezzo ad un mare in tempesta e non essere trascinati via. Fuori, tra la gente, incontriamo coloro che parlano un linguaggio diverso dal nostro, che spesso, rapidamente, colpiscono e feriscono i nostri cuori.
Perciò dobbiamo stare in guardia e spesso ripetiamo: "L'anima mia è in mezzo ai leoni, dimora tra gente che vomita fiamme". Nel mondo che ci circonda abbiamo poco riposo, ma finita la giornata andiamo a casa e qui troviamo requie. Il nostro corpo è ristorato. Mettiamo da parte l'armatura che abbiamo indossato e non combattiamo più. Non abbiamo davanti a noi dei visi estranei, ma occhi benevoli che ci guardano.
Non udiamo più un linguaggio tanto oltraggioso ai nostri orecchi. L'amore si esprime e noi rispondiamo. La nostra casa è il luogo del nostro ristoro, del nostro conforto, del nostro riposo. Dio ha definito la Chiesa la Sua dimora, la Sua Casa.
Notatelo dall'esterno. Egli utilizza i tuoni e fa udire la sua voce sulle acque. AscoltateLo perché la Sua voce "spezza i cedri del Libano" e "fa partorire le cerve". RimirateLo quando va alla guerra, guidando il carro della Sua potenza, Egli scaccia gli angeli ribelli dai bastioni del cielo giù nella profondità dell'abisso. RimirateLo come si eleva nella maestà della Sua forza! Chi è Costui così glorioso? È Dio Altissimo e tremendo.
Ma rimirateLo mentre mette da parte la Sua spada fiammeggiante, non porta più il Suo arco. Egli torna a casa. I Suoi figli sono intorno a Lui. Si acquieta e si riposa. Non pensate che vada oltre nella descrizione. Egli si riposa nel Suo amore, trova pace nella Sua Chiesa. Non è più un fuoco consumante, un terrore ed una fiamma. Ora è amore e amabilità, dolcezza e canto.
Quanto è bella l'immagine della Chiesa come Casa di Dio, il luogo dove Egli si compiace: "Poiché l'Eterno ha scelto Sion, l'ha desiderata per sua dimora. Questo è il mio luogo di riposo in eterno, qui abiterà, perché l'ho desiderata" (Salmo 132:13).
Inoltre, la casa è il luogo dove l'individuo dimostra la sua vera personalità. Se incontrate un uomo al mercato, parla con decisione, sa con chi sta trattando ed agisce come con una persona qualunque. Ma, quando lo vedrete parlare con i suoi figli a casa, direte: "È differente, non posso credere che sia la stessa persona". Osservate il professore in cattedra mentre istruisce i suoi alunni e notate la sua decisione quando parla d'argomenti difficili. Ma non crederete che sia la stessa persona, quando alla sera metterà i suoi piccini sulle ginocchia e racconterà loro delle favole o ripeterà le "ninna nanna" della fanciullezza.
Ed è proprio cosi. Guardate al re che cavalca sul suo destriero in grande pompa, migliaia sono intorno a lui e le acclamazioni giungono al cielo. Quale portamento maestoso. È proprio un monarca in ogni sua fibra, si eleva al di sopra delle moltitudini. Ma lo avete mai visto a casa? Allora è proprio come tutti gli altri uomini; ha i suoi piccini attorno a sé, sta sul pavimento e gioca con loro. Ma è questo il re? Sì! Perché non agisce così nel suo palazzo o per le strade? Perché non è nella sua dimora privata. Soltanto là un uomo esprime totalmente se stesso.
È così anche del nostro glorioso Dio: nella Sua Chiesa è dove manifesta Se stesso e non nel mondo. Un individuo comune punta il proprio telescopio verso il cielo, vede la gloria di Dio nelle stelle e dice: "O Dio quanto sei infinito!". Con devozione rimira il mare e osserva anche le sue tempeste e dice: "Ecco la potenza e la maestà della divinità". L'anatomista seziona, analizza e scopre in ogni parte del corpo umano la saggezza divina ed esclama: "Quanto è sapiente Dio!".
Ma è soltanto il credente che in ginocchio nella sua stanza può dire: "Mio Padre ha fatto tutto questo" e continuare: "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome". Vi sono cose sublimi che Dio comunica alla Sua Chiesa e che invece non dona ad altri. È lì che prende i Suoi figli in seno; è lì che apre il Suo cuore e permette ai Suoi di conoscere le fonti dell'anima Sua infinita e tutta la potenza del Suo affetto. Non è forse dolce il pensiero di Dio a casa con i Suoi familiari, felice nella Sua casa, la Sua Chiesa?
Mi colpisce, però, anche un'altro pensiero. La casa di un uomo è la sede di tutto quello che fa. Ecco una grande fattoria, costituita da costruzioni rurali, capanne e pagliai, ma nel mezzo c'è la dimora del padrone, il centro di tutta l'attività.
Non importa quanto sia grande il raccolto di frumento, tutto quello che si produce va nei magazzini della casa. È per il mantenimento della famiglia che il padrone porta avanti la propria attività. Potrai sentire il muggito delle mandrie e potrai contare tutte le pecore sparse sulle colline, ma la lana viene portata a casa e tutte le mammelle producono latte per i figli di quella famiglia, perché la dimora del padrone è al centro di tutto. Ogni rivolo d'industriosità scorre verso il quieto lago della famiglia. Non è la Chiesa di Dio il centro dell'opera Sua?
Egli agisce fuori nel mondo, opera qua e là, ovunque, ma tutta la Sua attività verso cosa tende? Verso la Chiesa. Perché Dio ricopre d'abbondanza i colli? Per cibare il Suo popolo. Verso quale scopo rivolge la Sua provvidenza? Perché muta le guerre e le tempeste in pace e calma? Per la Sua Chiesa! Nessun angelo si mette in movimento se non ha una missione per la Chiesa.
Questa può manifestarsi direttamente o indirettamente ma è sempre per quell'unico fine. Non c'è un arcangelo che adempia i piani dell'Altissimo, senza portare sulle sue larghe ali la Chiesa e trasportare i Suoi figli, perché non inciampino in alcuna pietra. I depositi di Dio sono per la Sua Chiesa. Le profondità dove sono nascosti i tesori delle ricchezze infinite di Dio, sono tutti per il Suo popolo. Non c'è nulla che
Egli possieda, dalla corona risplendente alle ricchezze nascoste sotto il Suo trono, che non siano per i Suoi redenti. Tutte le cose concorrono e cooperano al bene della Chiesa eletta da Dio, che è la Sua casa: la Sua dimora quotidiana. Sono certo che se continuerete a meditare su questa benedetta realtà scoprirete quanto sia prezioso questo fatto sublime che, come la casa è il centro d'ogni cosa, così la Chiesa è il centro di tutto ciò che Dio compie e possiede.
Un'altra considerazione ancora. Una cosa può essere detta con una certa sicurezza, che siamo in molti ad essere uomini di pace e non ci piace prendere la spada. Alla prima vista del sangue ci sentiamo male, siamo esseri pacifici, non siamo favorevoli alla lotta e alla guerra.
Ma se l'individuo più pacifico immagina che l'invasore è sbarcato sulle nostre coste, che le nostre case sono in pericolo e che saranno saccheggiate dal nemico, tutta la nostra opposizione alla guerra finirebbe e mi chiedo se ci sarebbe qualcuno tra noi non disposto a prendere le armi per fermare il nemico. Al grido: "I nostri cuori e le nostre case", combatteremmo contro l'invasore. Non vi sarebbe potere tanto forte da paralizzare le nostre braccia e fino a che non cadremmo morti, combatteremmo per le nostre case; nessun ordine tanto severo potrebbe fermarci, spezzeremmo ogni legame ed il più debole tra noi diventerebbe un gigante e le nostre donne delle eroine nel giorno della difficoltà.
Ogni mano troverebbe un'arma per frenare l'invasore. Amiamo le nostre case e le difendiamo. Ora consideriamo la Chiesa come la casa, la dimora di Dio. Non la difenderà Egli stesso? Permetterà che la Sua dimora sia saccheggiata e tormentata? Sarà il cuore del Divino macchiato dal sangue dei Suoi figli? Può essere mai che la Chiesa sia vinta, la sua struttura distrutta e la sua pacifica dimora data in balia del fuoco e della spada?
No, mai, finché Dio ha un cuore amorevole e fino a che chiama il Suo popolo la Sua casa, la Sua dimora. Venite rallegriamoci in questa sicurezza, sia pur tutto il mondo in guerra, noi dimoriamo in pace, perché il Padre nostro è in casa, nella Sua dimora ed Egli è Dio Onnipotente.
Vengano pure contro di noi, non temiamo, il Suo braccio li vincerà, l'alito delle Sue narici li distruggerà, una parola li annienterà, essi si scioglieranno come grasso di montone, "come grasso d'agnelli saranno consumati e andranno in fumo". Tutte queste considerazioni mi fanno credere che la Chiesa sia la dimora di Dio.
Infine la Chiesa sta divenendo IL GLORIOSO TEMPIO DI DIO. Non appare ancora così oggi, ma lo sarà. Questa preziosa realtà è stata già menzionata. La Chiesa di Cristo s'innalza oggi e continuerà ad innalzarsi fino a raggiungere "il monte della Casa dell'Eterno (che) si ergerà sulla vetta dei monti e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v'accorreranno e diranno: Venite saliamo al monte dell'Eterno" ed adoriamoLo.
Allora la gloria della Chiesa comincerà. Quando questa terra passerà, quando i monumenti degli imperi saranno dissolti e si scioglieranno come lava ardente, allora la Chiesa sarà rapita nelle nuvole e poi sarà esaltata nel cielo stesso, per divenire un tempio che occhio non ha mai veduto.
Ora, fratelli, sorelle, in conclusione: se la Chiesa di Dio è la dimora di Dio, che faremo tu ed io? Dobbiamo cercare ardentemente d'essere parte del tempio nel quale dimora il Suo grande Abitatore.
Non contristiamo lo Spirito Santo, altrimenti lascia la Sua chiesa per un pò, ma soprattutto non siamo degli ipocriti altrimenti non prenderà dimora nei nostri cuori. Se la Chiesa è il tempio e la dimora di Dio, non la contaminiamo. Se contaminiamo noi stessi guastiamo la Chiesa, perché il tuo peccato, se sei un membro della Chiesa, è il peccato della Chiesa.
L'impurità di una pietra in un edificio rovina tutta la sua perfezione. Vigiliamo per essere santi come Egli è santo. Il tuo cuore non divenga la dimora di Beliar. Non pensare che Dio ed il diavolo possano abitare nella stessa dimora. Donati totalmente a Dio. Cerca di più il Suo Spirito, affinché come una pietra vivente possa essere completamente consacrato.
Non essere mai contento finché non senti in te la perpetua presenza del divino Inquilino che dimora nella Sua Chiesa. Benedica Dio ogni pietra vivente del Suo tempio. E voi che ancora non siete stati liberati dal peccato, prego che la grazia divina v'incontri e possiate essere rinnovati e convertiti e alla fine essere "partecipi dei santi nella luce".
Dio dimora in noi
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