Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Caro fratello ti invio la storia di Fanny Crosby, una straordinaria sorella che ha scritto tantissimi inni. Il testo che ti allego l'ho copiato dalla bacheca del fratello Silvano Creaco.
Ti abbraccio nel Signore.
Egidio (Chiesa dei fratelli di Urbino)

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"Lieta certezza",
"A Dio sia la gloria",
"Sicura in man di Cristo",
"Oh, Gesù, solo tu sei la mia vittoria",

Conoscete l'autrice di questi splendidi inni? Ecco la sua storia: Fanny Crosby fu la scrittrice di inni più prolifica nella storia. Scrisse il testo di più di ottomila inni, la stragrande maggioranza dei quali furono musicati.
 
La sua umiltà la indusse, nel momento della pubblicazione di questi inni, che nascevano come testi poetici, molto spesso a scopo evangelistico, ad usare pseudonimi per celare la propria identità.
 
Di lei si contano più di duecento diversi pseudonimi usati nelle raccolte di inni o nelle singole pubblicazioni su riviste cristiane.
 
Le capitò di scrivere fino a sette inni o poesie al giorno, quando era presa dal fervore della lode. Scrisse talmente tanti testi che, in molte occasioni, udendo cantare un inno mai sentito, chiedeva chi ne fosse l'autore, per poi scoprire che il testo era suo.
 
Frances Jane Crosby nacque in una famiglia di forte fede puritana il 24 Maggio 1820. Da bambina fu colpita da un'infezione oculare, curata da un medico incompetente, tanto da causarle la cecità. Pochi mesi dopo suo padre si ammalò gravemente e morì, così sua madre, una giovane di ventun anni, fu costretta a lavorare lontano da casa come cameriera e Fanny andò a stare dalla nonna Eunice, la quale non solo si preoccupò di educare Fanny negli insegnamenti umani, ma si prese soprattutto cura del suo spirito.
 
Nonna Eunice le leggeva la Bibbia e gliela spiegava con cura, dando enfasi all'importanza della preghiera. Quando, infatti, Fanny realizzò con tristezza di non poter imparare come fanno gli altri bambini, Nonna Eunice le insegnò a pregare chiedendo a Dio la conoscenza.
 
Anche un'altra donna ebbe un ruolo importante nella vita di Fanny. Questa fu la signora Hawley, la quale aiutò la giovane a memorizzare la Bibbia, e il Signore premiava la fede della piccola dandole la capacità di memorizzare fino a cinque capitoli alla settimana.Fanny sviluppò una memoria tale da stupire i suoi amici.
 
Nel 1834 venne a conoscenza dell'Istituto per ciechi di New York e capì che questa era la risposta alle sue preghiere. Entrò nell'Istituto a dodici anni e vi rimase come insegnante.Nel marzo del 1858,
 
Fanny sposò Alexander Van Alystyne, un ex allievo dell'Istituto che allora vi lavorava come insegnante. Era uno dei migliori organisti di New York. Anche Fanny era una brava musicista, infatti sapeva suonare l'arpa in modo eccellente, suonava il pianoforte ed aveva una bella voce di soprano. Anche in tarda età (visse fino a 95 anni) era solita sedere al pianoforte e suonare di tutto, dai brani di musica classica, agli inni, fino al ragtime.
 
Alle volte, persino, si dilettava a suonare i vecchi inni in stile jazz. Dopo il matrimonio, Fanny lasciò l'Istituto e dopo alcuni anni cominciò a dedicarsi a quella che sarebbe divenuta la propria vocazione, comporre inni, tanto che si accordò con un editore: avrebbe scritto tre inni alla settimana da usare nelle pubblicazioni per la Scuola Domenicale. Nonostante Fanny fosse in grado di comporre poesia piuttosto complessa e di improvvisare musica con una struttura classica, i suoi inni avevano come scopo quello di recare il messaggio dell'Evangelo a persone che non erano solite ascoltare le prediche in chiesa, quindi i suoi testi erano scritti in un linguaggio semplice e diretto.
 
Ogni qualvolta scriveva un inno, pregava Dio affinché se ne servisse per condurre a Sé più anime possibile.Quando ancora era in vita, il gruppo evangelistico di Dwight L. Moody e Ira D. Sankey presentò gli inni di Fanny alle folle di persone che assistevano alle riunioni evangelistiche, e Fanny fu molto attiva nel Movimento di Santità, un movimento in seno alle chiese evangeliche per la ricerca di una più profonda esperienza spirituale con Dio.Fino agli ultimi giorni della sua vita, nel 1915, Fanny fu impegnata nel lavoro missionario tra i poveri d'America.
 
La sua visione fu quella di portare le persone a Cristo non solo con i suoi inni, ma anche con la propria testimonianza di vita.Sulla sua cecità, Fanny disse: "Sembra che la benedetta provvidenza di Dio abbia voluto che io fossi cieca per tutta la vita, e ringrazio Dio per ciò. Se domani mi venisse offerta una vista umana, la rifiuterei. Non sarei mai riuscita a scrivere inni alla gloria di Dio, se fossi stata distratta dalle cose belle ed interessanti attorno a me... Se potessi scegliere, sceglierei comunque di rimanere cieca... perché, quando morirò, il primo volto che avrò mai visto sarà il volto del mio benedetto Salvatore".
Inviato da alex il

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