Quando ancora non c'era la televisione, nelle fredde serate invernali la neve scendeva giù copiosamente dal cielo grigio lasciando sulle strade e sulle case, uno splendido manto bianco.
La famiglia patriarcale stava riunita intorno al camino con il fuoco allegro e scoppiettante.
A tratti il vento, sembrava rompere quel silenzio fatto di spasmodica attesa, si intrufolava tra gli spifferi delle finestre e sembrava dire: Ci sono anch'io!
Pendevamo tutti dalle labbra del nonno, che doveva incominciare il tanto atteso racconto della sera!
Fuori della casa, l'abbaiare continuo di un cane randagio , ci dava un fastidio noioso in quella stanza avvolta solo da un mistico silenzio.
E lì, davanti al camino, il più anziano della famiglia raccontava le storie , a volte non avevano nulla di straordinario, ma il tepore e la compagnia le rendevano di una bellezza particolare.
Allora il racconto assumeva forza e vita dandogli il suo giusto valore, le parole diventavano immagini che si riflettevano sul caminetto come su uno schermo , ognuno di noi a secondo della sua fantasia, poteva vedere le parole prendere vita in quel fantastico racconto serale, ammaliati dalla voce calma del vecchio patriarca , il quale spesso, da attore consumato, mimava la scena a volte facendoci saltare dalla paura, altre volte strappandoci qualche risata.
- Il villaggio
- Una trappola mortale
- Una strana combriccola
- La fattoria
- La fattoria di nonno benson
- Parabola del seminatore
- La banda dei corvi neri
- La 'ndrangheta delle Rocce
- La mafia delle spine
- L'auto della felicità
- Corri Martino, corri!
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