«Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il Suo amore per gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la Sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, affinché, giustificati dalla Sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna» (Tito 3:3-7)
Avete mai sentito parlare del «Sintomo della Scuola Domenicale»?
Mi spiego: durante la Scuola Domenicale l'insegnante comincia a raccontare una parabola: «C'era una volta un uomo che aveva due figli...»
Immediatamente viene interrotto da un ragazzino sfacciato che dalla nascita è stato portato regolarmente in chiesa dai suoi genitori, così: «Ma questa storia la conosco a memoria! E' quella che parla dell'erede che s'intasca i soldi e poi scappa».
L'insegnante scrolla rassegnato le spalle e imbarazzato farfuglia: «Ehm, sì, giusto. Ma se conosci la storia così bene, allora, perché non ce la racconti tu ?»
A questo punto il bambino incrocia le braccia e risponde: «Perché non ne ho voglia; perché è noiosa!» E così non s'interessa più della lezione.
Ammiro moltissimo chi insegna ai bambini della Scuola Domenicale.
Quale grande impegno ci vuole per inventare sempre nuove attività creative per avvicinare i ragazzi alla Parola di Dio!
Che cosa bisogna fare per attirare la loro attenzione e per entusiasmarli in modo che credano di imparare qualcosa di nuovo? E' proprio necessario sentire sempre qualcosa di nuovo?
Forse anche noi non ci interessiamo più di nulla, se abbiamo l'impressione di essere già informati di tutto e che dunque non c'è niente di nuovo da imparare.
Gli adulti, forse, non reagiscono anche loro come quel ragazzino?
Che cosa pensano in cuor loro quando il predicatore annuncia che la sua omelia si baserà sul capitolo 3, verso 16, del Vangelo di Giovanni?
Gli adulti, però, sono capaci di nascondere meglio i loro veri sentimenti e sanno come devono comportarsi durante il culto. Tuttavia, nei loro cuori incrociano le braccia, si adagiano sulla sedia e pensano: «Ho ascoltato almeno dieci prediche che hanno trattato questo soggetto. Certo che anche oggi non imparerò niente di nuovo».
Quest'atteggiamento lo chiamerei «il problema ateniese» in base agli Atti degli apostoli, capitolo 17, verso 21: «Or tutti gli Ateniesi e i residenti stranieri non passavano il loro tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare novità».
Il succitato testo dall'epistola a Tito non è forse così noto come lo è, quello dal Vangelo di Giovanni, ma i cristiani maturi non ignorano il suo contenuto.
Qui si parla semplicemente del Vangelo, la cosiddetta Buona Notizia del cristianesimo.
Per quale motivo, dunque, la menzione della parola «Vangelo» ci lascia indifferenti, invece di far brillare i nostri occhi di gioia?
Credo che ciò scaturisca da un concetto erroneo, da una presupposizione falsa, che - coscientemente o no - serbiamo nei nostri cuori, vale a dire: c'immaginiamo che il Vangelo sia importante solo per chi appena comincia la vita cristiana.
Se supponiamo che il Vangelo sia una porta d'entrata per sperimentare la vera vita, allora una volta passati dall'altra parte non ci interessa più.
Forse abbiamo addirittura il seguente pensiero: «Il Vangelo interessa i non credenti e quando l'hanno ascoltato e accettato, valgono altre regole. Da quel momento in poi l'unica cosa che conta è seguire Gesù e vivere una vita secondo la Sua volontà».
È sbagliato pensare così, perché il Vangelo non è il primo passo di fede che bisogna superare in fretta per poi giungere a cose e dottrine più innovative.
Non si è mai troppo maturi per il Vangelo.
Al contrario, si matura sempre di più, studiando a fondo il Vangelo! Soltanto così si diventa veri seguaci e discepoli di Gesù.
Per quale motivo, altrimenti, gli autori del Nuovo Testamento non si stancavano mai di definire, spiegare e difendere il Vangelo nelle loro epistole che, tanto più, erano destinate in primo luogo a lettori cristiani?
Paolo, per esempio, scriveva nella sua lettera ai Corinzi: «Vi ricordo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante il quale siete salvati . . . »
Il Vangelo ci accompagna sempre.
Il Vangelo non è soltanto un trampolino dal quale ci tuffiamo nell'oceano della vita cristiana. La verità del Vangelo stessa è l'oceano che mi circonda, che mi porta sulle sue onde e che mi ravviva. È talmente profondo e impenetrabile che non potrò mai raggiungere i suoi limiti, né misurare la sua vastità!
Le sue onde mi trasporteranno sempre verso nuove, meravigliose sponde.
I cristiani quindi hanno bisogno di essere «evangelizzati» tanto e quanto tutti gli altri uomini.
Anche loro devono ascoltare regolarmente il Vangelo.
Perciò vogliamo ora studiare i versi da 3 a 7 dall'epistola a Tito, al terzo capitolo; un passo che ho recentemente riscoperto. Infatti, riassume il Vangelo in modo meraviglioso e, anche se non contiene tutti gli ingredienti, ne menziona i punti salienti.
Spero che questo passo ci rivelerà, quanto il messaggio contiene del Vangelo sia unico e bello.
Il testo si suddivide in tre parti: la prima parla del passato oscuro (verso 3), la seconda della grande azione di Salvezza (versi 4 a 6) e la terza, infine, del futuro glorioso (verso 7).
1. Il passato oscuro (verso 3)
«Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi e odiandoci a vicenda».
Il Vangelo - la Buona Notizia - comincia sempre con una cattiva notizia..., cioè che tutti gli uomini sono peccatori davanti a Dio e dunque «insensati e ribelli».
Qui non si parla d'intelligenza, ma di saggezza agli occhi di Dio.
Tutti sono «ribelli», cioè disobbediscono a Dio.
Tutti «sono traviati», cioè non camminano sulla giusta strada e perciò non raggiungono la meta che Dio aveva destinato a loro.
Tutti si lasciano gestire dalla propria volontà e non dalla volontà di Dio, la loro vita è controllata «dalla cattiveria e dall'invidia».
E tutti questi peccati trasformano gli uomini in esseri poco amabili, «odiosi e odiandosi a vicenda».
Qui non si parla in primo luogo di opere visibili, ma dell'atteggiamento del cuore umano che non si piega alla volontà di Dio. Da questo cuore peccaminoso fuoriescono dunque tutti i pensieri, atteggiamenti, parole e opere peccaminose.
Usando la parola «noi», Paolo indica che implica se stesso e anche Tito, al quale ha indirizzato la lettera. Dice: «Eravamo tutti così».
I cristiani non sono migliori degli altri uomini e non credono di essere i «buoni»,- mentre, gli altri sono i «cattivi».
I cristiani si rendono conto del male che hanno commesso e che commettono ancora.
E tutto ciò si svolge sotto gli occhi di un Dio santo e giusto!
Non devi cercare di paragonarti ad altri uomini, convincendoti che sei migliore di loro. È Dio che deve pronunciare il giudizio sulla tua vita. Per questa ragione contano soltanto i Suoi criteri che nessun uomo, né io, né tu, può mai soddisfare, anzi è inevitabile che si fallisca in tale tentativo.
Per quale ragione Paolo e gli altri scrittori del Nuovo Testamento continuavano a ripetere ciò?
A tanti cristiani oggi non piace sentir parlare di peccato.
Non piace, perché crea un'atmosfera deprimente.
Certo che anche ai tempi di Paolo non era diverso.
Allora perché lui si serviva di queste parole dure?
Il Vangelo non avrebbe senso, se la nostra situazione non fosse veramente disperata.
Tutto quello che considereremo a proposito della grande azione della Salvezza, sarebbe inutile, se - in fondo - fossimo delle persone abbastanza per bene, così che Dio dovrebbe sentirsi onorato di ospitarci con Sé in cielo
Bisogna svelare a una persona, ammalata di cancro, che ha il cancro?
Certo che bisogna informarlo!
Ogni altro modo d'agire sarebbe senza amore, sarebbe un peccato.
Un cristiano non deve mai dimenticare da dove proviene. Soltanto se riconosce, quanto è immensa la sua colpa e quanto profondamente malvagio è il suo cuore, saprà veramente apprezzare quanto sia preziosa e inestimabile, la Grazia, della quale parleremo nel prossimo paragrafo.
A dir la verità, proprio quando sono profondamente consapevole della mia iniquità, solo allora sono più che mai commosso, pensando alla grande azione della Salvezza, che Dio ha messo in atto per me!
2. La grande azione della Salvezza (versi 4 a 6)
«Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il Suo amore per gli uomini sono stati manifestati, Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la Sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, che Egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore ».
Perché mai dovrebbe Dio interessarsi a noi e intervenire in modo da liberarci e salvarci dalla nostra condizione di anime perdute e corrotte?
Non c'è niente e nessuno che costringe Dio ad agire per liberare l'uomo dalla sua miseria!
Egli è Santo, Perfetto, Giusto e Buono.
Egli è libero, indipendente, in pace con Se Stesso.
E ciò non cambia, anche se tutta l'umanità dovesse distruggersi perché ha scelto di seguire la propria, superba ed empia volontà.
Certo, Dio non ha bisogno del servizio dell'uomo per sentirsi sicuro e contento di Sé!
Essendo un Dio trino, la comunione che esiste tra Padre, Figlio e Spirito Santo è completa e meravigliosa.
Dio non soffre di complessi d'inferiorità, quando ci rifiutiamo di mostrarGli la nostra gratitudine.
Non esiste alcun vuoto in Lui che noi dovremmo colmare.
Per quale ragione, allora, dovrebbe Dio salvarci?
Paolo ci da la risposta al verso 4: è la «bontà» (o dolcezza) di Dio e il Suo «amore per gli uomini»!
In altre parole, il piano di salvezza per noi uomini ha origine nella natura di Dio !
Sì, Dio è santo, giusto e serba ira contro il peccatore ! Ma, allo stesso tempo, Egli è molto di più: Dio è di natura inconcepibilmente buono, gentile, amorevole e Gli piace condividere questo Suo amore con noi e di farci partecipi delle Sue qualità.
Dio desidera spargere la Sua gloria su di noi.
Non vuole che gli uomini periscano perché li ama e desidera che si ravvedano e che si salvino.
Dalla parola greca «amore per gli uomini» deriva la parola «filantropo» che si usa ogni tanto ancora oggi. Un filantropo è letteralmente una persona che «ama gli uomini».
Si definiscono così persone che si distinguono perché disposti a fare sacrifici eccezionali o perché sono molto generosi. Persone anche che, elargiscono gran parte del loro patrimonio per il prossimo.
Tuttavia, questi gesti molto nobili svaniscono davanti al più grande filantropo di tutti i tempi: DIO! Il Suo amore per gli uomini si riversa anche su quelli che sono disprezzati da tutti.
E il valore del Suo amore è incommensurabile.
Non soltanto elargisce il Suo patrimonio, ma Egli si sacrifica per noi nel Suo Figlio Gesù Cristo.
Paolo proferisce poi una seconda ragione per la quale Dio ci vuole salvare!
«Per la Sua misericordia e non per opere giuste da noi compiute».
Paolo non si stanca mai di rilevare ciò ripetutamente nei suoi scritti. Dio non salva perché vede certi buoni presupposti dei quali Lui si possa servire.
Nessun uomo può meritarsi qualcosa da Dio per mezzo delle sue buone opere.
Dio non si lascia abbagliare dalle esteriorità e penetra le apparenze.
E spesso ciò che vede non Lo soddisfa.
Tuttavia, Dio è misericordioso e, per amore della Sua misericordia, ha pietà di noi e così decise di intervenire!
Abbiamo appena considerato il perché della salvezza! Ora vogliamo parlare del come della salvezza !
Come l'ha compiuta Dio?
Per mezzo dell'opera salvifica di Gesù!
La medesima definizione di «Salvatore» che nel verso 4 è attribuita a Dio, il Padre, viene poi attribuita nel verso 6 a Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Gesù è Dio come lo è il Padre!
Ciò significa, che anche Lui è autore della nostra salvezza!
Se nel verso 4 c'è scritto che la bontà di Dio e il Suo amore per gli uomini sono stati manifestati, allora significa che sono stati manifestati nella persona di Gesù Cristo.
Gesù quindi personifica questa dolcezza e quest'amore per gli uomini!
Se vogliamo sapere come si esprime la dolcezza e l'amore di Dio dobbiamo contemplare Gesù! La Sua opera ne è prova: Egli si sacrificò per gli uomini, visse quella vita che avrebbe dovuto essere la nostra, passò per la morte che avrebbe dovuto essere la nostra. In questo modo Egli soddisfece il Padre e placò l'ira del Dio giusto. Occupò il nostro posto affinché noi potessimo prendere il Suo. E poi fu risorto dai morti ... Questo sì che è il cuore del Vangelo!
Tutto quello che è necessario per ristabilire la comunione con Dio, Gesù lo ha compiuto in vece nostra. Per citare le parole di Martin Lutero: questo è «lo scambio gioioso»!
Tutto ciò Gesù Cristo compì 2000 anni fa!
Si tratta obiettivamente di un fatto storico che rimane valido indipendentemente da chi lo crede o no. Tuttavia, diventa efficace soltanto per chi crede; ed è qui che subentra lo Spirito Santo. Quando ci chiediamo come si svolge la Salvezza, la prima risposta è «per opera di Gesù Cristo», e la seconda: «per opera dello Spirito Santo»!
L'azione divina della Salvezza non finisce qui, perché non dipende dalla reazione dell'uomo nei confronti dell'opera di Gesù.
Egli sa che l'uomo, di natura, non è disposto ad accettare la Salvezza. Per questa ragione Egli opera per mezzo dello Spirito Santo in ciascun individuo!
Se il Vangelo, il messaggio della Salvezza offerta da Dio in Gesù, è annunciato, allora Dio opera per mezzo dello Spirito Santo, che è in grado di convertire i cuori degli uomini, affinché credano al messaggio.
Questa trasformazione si chiama nel testo succitato «il lavacro della rigenerazione» e «rinnovamento». L'anima perduta ha bisogno di una trasformazione totale!
Il patriarca Crisostomo disse una volta: «Se una casa è andata in rovina, allora non si deve per niente ricostruirla su pilastri o aggiungerci un altro edificio, ma bisogna abbatterla fino alle sue fondamenta e poi ricostruirla di nuovo. Lo stesso vale anche per noi: Dio non ci restaura soltanto, ma ci rinnova completamente !»
Dio ci purifica, ci lava dai nostri peccati e ci dona una vita nuova.
Chi è stato rinnovato da Dio in questa maniera, riceverà da Lui una nuova identità e gli sarà accordato il diritto di diventare figlio di Dio.
D'ora in poi Dio lo aspetterà in cielo.
3. Il futuro glorioso (verso 7)
E ora riflettiamo sullo scopo della nostra salvezza!
«... affinché, giustificati dalla Sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna».
La vita nuova comincia dal momento che un uomo nasce di nuovo.
Ma non tutto ciò che è parte di questa vita nuova si può sperimentare già qui sulla terra. Lo Spirito Santo che ci rinnova, già vive in noi e ci trasforma poco a poco, affinché assomigliamo sempre di più a Gesù.
L'abbondante ricchezza di questa vita nuova, però, ci aspetta nell'aldilà,
perché siamo diventati figli di Dio, Egli ci nomina Suoi eredi!
Per sempre avremo il diritto di condividere la Sua ricchezza con il Figlio.
Egli ci offre la speranza della vita eterna e tale speranza è ferma e sicura, perché garantita dalla risurrezione di Gesù Cristo stesso!
In quel tempo i nostri desideri più profondi d'amore, pace, giustizia, serenità e sicurezza saranno colmati: Dio Stesso li soddisferà!
Rileggendo continuamente questi versi e tutti gli altri passi biblici che parlano della divina azione della Salvezza, si deve costatare che il Vangelo non è soltanto una buona notizia, ma è la notizia migliore che ci sia mai stata.
Il Vangelo è Dio Stesso!
Egli è il Soggetto della Salvezza!
E noi non abbiamo contribuito in alcun modo per ottenerla!
L'unica cosa che possiamo fare è di accettarla per fede e anche questo è un dono di Dio! Si manifesta qui come, in modo meraviglioso, tutte le persone della Trinità - il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo - sono coinvolti nella Salvezza delle anime!
- Il Padre concepisce il piano e poi prende l'iniziativa,
- Il Figlio compie l'opera.
- Lo Spirito Santo produce la nuova nascita e il rinnovamento.
Dio opera sovranamente in questo intero processo e raggiunge la Sua meta.
Infine, si deve sempre rendere onore a Dio per il Suo meraviglioso piano!
Se questo messaggio è vecchio, allora io non voglio ascoltare niente di nuovo! Voglio invece occuparmene sempre di più, studiare sempre di più la Bibbia che contiene questo Vangelo.
Sono convinto che questo messaggio non sarà mai noioso, perché ci trovo Dio Stesso, il Quale mi fa scoprire un tesoro dopo l'altro.
Quale effetto ha dunque il Vangelo, quando ha messo le radici nel cuore dell'uomo?
Nei versi precedenti (1 e 2) del nostro testo, Paolo esorta i cristiani a obbedire al governo, di non litigare, di non parlare male e di essere gentili con tutti. Ma per quale ragione i cristiani dovrebbero comportarsi così?
Troviamo la risposta al verso 3: «Perché anche noi un tempo eravamo insensati ... !»
In altre parole, un tempo non eravate capaci di vivere una vita che piaceva a Dio. Il Vangelo, però, ha cambiato tutto e vi ha trasformato in uomini nuovi.
Dio vi ha dato un cuore nuovo, una nuova identità, e lo Spirito Santo ora abita in voi!
Adesso siete capaci di vivere una vita che renda onore a Dio e che sia al servizio per gli altri!
Paolo, dopo il passo biblico che stiamo considerando, continua nella stessa vena affermando al verso 8: «Certa è questa affermazione, e voglio che tu insista con forza su queste cose, perché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi a opere buone ».
Qualcuno ha detto una volta: «Siamo soltanto salvati per fede, ma non per una fede che rimane isolata !» In altre parole, non siamo stati salvati per mezzo delle nostre buone opere, ma per mezzo della grazia di Dio che accogliamo per fede.
Questa fede nel Vangelo, però, ha un esito e produce frutto!
Questo frutto si esprime in una nuova vita che piace a Dio!
Il miglior incentivo a fare il bene, è aver fede nel Vangelo, che mi ricorda di contemplare l'amore immenso che Dio ha riversato su di me!
Il Vangelo non soltanto offre l'unica base per compiere buone opere, ma ci rende capaci di vincere il peccato.
Ti viene forse ogni tanto il pensiero: «Dio non potrà più perdonarmi» o «La mia colpa è troppo grande»?
Il messaggio del Vangelo conferma che Dio ti ha perdonato in Gesù Cristo «una volta per sempre»!
Ti viene forse ogni tanto il pensiero: «Non posso resistere al peccato, è troppo potente» ?
Il messaggio del Vangelo afferma: Gesù Cristo è più potente. Egli ha vinto il peccato e il diavolo, Egli ha spezzato il potere del peccato.
È vero, comunque, che il peccato non è sparito dalla tua vita e che devi continuare a resistergli fino alla morte. Tuttavia, è un combattimento pieno di speranza, perché prospetta la vittoria che Gesù ha già ottenuto per te. Ed Egli ti concede sempre di nuovo il Suo perdono!
Il Vangelo ti ha trasportato in un ambiente nel quale tu puoi cambiare e diventare simile a Gesù!
Certo che tu devi contribuire a questa trasformazione, mettendoci tutta la tua volontà.
Questo però non significa che sei stato salvato per Grazia e che ora devi sforzarti per mantenere la tua Salvezza! Il Vangelo afferma: ogni cosa avviene per Grazia. Per mezzo di questa Grazia lo Spirito Santo opera in te e ti trasforma sempre di più portandoti fino alla tua meta!
Come posso vivere attingendo sempre al Vangelo?
L'unica risposta a questa domanda è: annuncia ogni giorno il Vangelo a te stesso
Più d'ogni altra cosa, hai proprio bisogno di questo!
I seguenti suggerimenti ti saranno utili:
- Ricordati ogni giorno che sei un peccatore.
- Confessa i peccati di cui sei consapevole.
- Ricorri alla Grazia e al perdono di Dio che il Vangelo ti rivela.
Ogni tanto dobbiamo prevalere sulla voce del nostro cuore timoroso e incredulo, imparando a memoria e ripetendo i versi biblici che ci promettono il perdono.
La divulgazione del Vangelo - il mandato immutabile della chiesa.
Mi auguro che non ci vergogniamo mai del messaggio del Vangelo, come lo afferma Paolo nella sua lettera ai Romani, ma che siamo coraggiosi nell'annunciarlo senza compromessi; che non predichiamo il Vangelo soltanto agli altri, ma in primo luogo a noi stessi. E infine mi auguro che noi tutti sperimenteremo il Vangelo quale potenza di Dio che ci trasforma sempre di più nell'immagine di Gesù ! Amen.
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