Oggi sentiamo molte chiacchiere sul successo e di come le persone possano ottenerlo; il successo in termini biblici è immensamente differente. Mentre consideriamo coloro che Dio ha usato per risvegliare la loro generazione, scopriamo che gli elementi usati per forgiarli sono stati: tormento, dolore, sofferenza e fallimento.
Considerate il pio Giobbe; era un uomo che aveva fallito nelle sue motivazioni. Giobbe era orgoglioso della sua propria santità, dicendo: "Non ho mai fatto del male a nessuno, ho vissuto rettamente". In verità, mentre leggiamo nel suo libro, ci stupiamo di come Dio potesse aver avuto un così alto riguardo verso un uomo così orgoglioso. Anche se Giobbe era così devoto, evitando il male, era chiaramente convinto della propria rettitudine.
Ora considerate Davide; era un uomo che aveva fallito nella propria morale, nonostante fosse divenuto un grande uomo di Dio. Intere generazioni sono state sconcertate dalle azioni di Davide; come ha potuto un uomo così forte nella santità fallire in una tale lampante immoralità? Questo re finì per rivoltarsi nella polvere; come ha potuto qualcuno caduto fino a tal punto, concludere come dicono le Scritture: "un uomo secondo il cuore di Dio"?
Alla fine considerate Pietro; era un uomo che aveva fallito nella sua missione. Pietro aveva avuto una visione ed una chiamata; in verità fu la sola persona a cui Cristo affidò le chiavi del Suo regno. Ma questo stesso uomo finì col piangere sul pendio di una collina, dopo aver maledetto e rigettato il Cristo che amava. A dispetto di un così grande fallimento, Pietro divenne un uomo ricostruito, che servì come portavoce di Dio alla Pentecoste quando la chiesa del Nuovo Testamento nacque.
Quali sono le forze che concorrono alla formazione di un uomo o donna di Dio?
Cosa hanno in comune tutti i seguaci di Gesù? Se vogliamo il tocco di Dio nelle nostre vite, quali combattimenti interiori dobbiamo affrontare? Quali sono le forze e le pressioni che Dio usa per produrre giustizia dentro noi? Non oseremo pregare, "Usa me, Gesù," o "Signore, metti la Tua mano su di me" se non siamo disposti ad affrontare quello che verrà sicuramente.
Ho letto molte biografie di missionari, a cominciare dai contemporanei
fino alla storia antica. Penserete che tali preziose persone, così usate da Dio, abbiano avuto storie di amore costante, potenza e gioia: non è così. Le loro storie sono contrassegnate da angoscia, scoraggiamento, persino tradimento come per Giacobbe. Le loro non sono storie di avventure ma di paura; leggiamo di santi sfiniti che piangono loro stessi per dormire la notte, anime disperate che gridano
accoratamente: "Sono così propenso al peccato! Così incostante, sempre su e giù. Come potrebbe mai Dio usarmi?"
Se siamo sinceri nel nostro desiderio di conoscere le forze che producono santità, dobbiamo andare al Giardino di Getsemani, in breve a Gesù, il nostro esempio. Tutte le forze che erano state schierate contro Giobbe, furono disposte anche al Getsemani, schierate contro Cristo; allo stesso modo il crudele tentatore che andò alla ricerca del cuore di Davide mentre era sul terrazzo, è lo stesso tentatore che portò Gesù sul pinnacolo del tempio per distruggerlo. Tutte le forze del tormento che perseguitarono l'anima di Pietro erano ancora nel Getsemani per combattere con il nostro Salvatore.
Comprendete chiaramente: Cristo fu toccato dalla comprensione delle nostre infermità; non c'è prova per noi, che Egli non abbia affrontato.
[CONTINUA...]
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Di David Wilkerson
1 febbraio 2010
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