Affinché la mia allegrezza dimori in voi, e la vostra allegrezza sia resa completa (Giovanni 15:11) - Qual era l'allegrezza di Gesù? Parlare di felicità, in rapporto a Gesù Cristo, è un insulto. La Sua allegrezza consisteva nel sottomettersi completamente al Padre, nel sacrificare tutto Se stesso, nel fare quello per cui era stato mandato. "Io prendo piacere nel fare la Tua volontà". Gesù chiese che pure la nostra allegrezza potesse farsi piena e completa fino a diventare come la Sua. Ho permesso a Gesù Cristo di farmi conoscere la Sua allegrezza?
Tutto il corso della mia vita non è diretto al benessere fisico, nè a controllare gli eventi e nemmeno a far sì che le opere di Dio raggiungano il successo per il mio tramite; ma è diretto alla comprensione perfetta di Dio e ad una comunione con Lui che sia quella che aveva Gesù Cristo. Le prime insidie a questa allegrezza sono la cavillosità e l'irritazione causate dai nostri piani per affrontare le circostanze della vita. Infatti, dice Gesù, le preoccupazioni di questo mondo soffocano la parola di Dio. Siamo travolti dagli eventi prima ancora di accorgercene. L'opera che Dio ha compiuto per noi è solo la soglia del luogo ove Egli vuole condurci perchè siamo Suoi testimoni e proclamiamo Chi è Gesù.
Che la tua relazione personale con Dio sia quella giusta; cerca in essa la tua gloria, e da te sgorgheranno fiumi d'acqua viva. Sii una di quelle fonti dalle quali Gesù Cristo fa scaturire acqua viva. Cessa di essere autocosciente, smettila di essere un saputello santificato, e vivi la vita nascosta con Cristo. La vita che ha la giusta relazione con Dio scorre naturale come il respiro, ovunque si svolga. Le esistenze umane che più hanno portato benedizioni agli altri sono proprio quelle che ignoravano di esercitare sugli altri un'influenza benefica.
Tratto dal libro: "L'impegno per l'Altissimo" di Oswald Chambers edizioni GBU
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