Abi racconta come una ragazza trova la salvezza prima di morire. Una ragazza assetata di indipendenza era fuggita dalla casa paterna. Aveva lasciato la via della purezza per condurre una vita di vergogna a Buffalo, una grande citta americana. Ma ben presto si rese conto che si raccoglie quello che si semina.
Si ammalò e i cosiddetti amici la abbandonarono.
Su un tram un giorno Abi le regalò un trattato: "Io sono pronto a morire, e tu?". La ragazza lo lesse e cominciò ad avere paura. Capì che la sua vita era sbagliata e, per redimersi, andò a suonare nei bar e nelle sale da ballo. Cercò di ritrovare la famiglia, ma scoprì che la madre era morta e gli altri famigliari si erano trasferiti senza lasciare indirizzo.
Due anni dopo per caso rivide Abi che le diede un altro trattato intitolato: "L'Uomo che è morto per me". Anche questa lettura la impressionò profondamente e fece sgorgare in lei il desiderio di trovare il riposo e la pace dell'anima. Tuttavia passò ancora molto tempo e solo un anno dopo Abi fece avere alla giovane altri trattati tra cui "Sicurezza, certezza, possesso" e "Il cammino della salvezza". Su uno aveva scritto il suo nome e il suo indirizzo, aggiungendo una nota nella quale invitava chi volesse avere ulteriori spiegazioni per ottenere la pace dell'anima, di rivolgersi a lei.
Una mattina pervenne ad Abi un'urgente chiamata dall'ospedale. Accorse e trovo la giovane che, resasi conto di essere arrivata al termine della sua vita, le raccontò tutto il suo passato di peccato e chiese con insistenza di poter essere salvata.
Abi le racconto l'antica e pur sempre nuova storia del Salvatore morente sulla croce, affinchè lei potesse avere vita eterna! Insistè sul fatto che doveva confidare in quello che Gesù aveva fatto per lei; solo così avrebbe immediatamente ottenuto il perdono dei peccati e la salvezza. Tuttavia, come molti altri, anche questa ragazza pensava che per avere la vita eterna avrebbe dovuto compiere qualche opera meritoria.
La salvezza si ottiene per mezzo dell'opera che Gesù ha compiuto e non per quello che noi possiamo fare. Ma per la morente tutto questo sembrava troppo bello per essere vero...
Abi rimase per molte ore accanto al suo letto, per presentarle l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e per esortarla a deporre il pesante fardello dei suoi peccati ai piedi della croce, confidando nell'opera perfetta di Cristo.
«E puoi rallegrartene?» «Oh, si, certamente. Ma cosa posso fare per colui che ha portato i miei peccati?». «Cosa vuoi ancora fare?», le chiesi. «Posso fare qualcosa per gli altri, per fare sapere anche a loro che Lui ha portato i loro peccati!»
Poi, con mia grande sorpresa la giovane mi chiese di pensare al suo funerale, provvedendo a tutte le spese. Le risposi che mi sarei confidata in Dio, nel Padre di quel Gesù che aveva portato i suoi peccati, sicura che avrebbe provveduto il denaro necessario.
Vedendo avvicinarsi la fine, Abi passo un braccio sotto il capo della morente per darle un bacio, ma la poveretta alzo la mano e disse:« No! Io sono una peccatrice e voi no!».
« Per Dio siamo tutti peccatori. Tu, come lo sono io, sei una peccatrice perdonata». Abi l'attirò a sè e la coprì di baci dicendole: «Annie, mia cara sorella, Dio ti ama, rallegrati!». Un dolce sorriso le illuminò il volto ed esclamo: « Si che mi rallegro. Gesù ha portato i miei peccati e io mi rallegro!»".
E così passò da questo mondo alla presenza di Colui che " ha portato i nostri peccati sul suo corpo sul legno ".
Tratto dalla rivista: IL TRAGUARDO 1/2/2007
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