Il fratello Massimo Albanesi, chiesa Berea di Roma, nel presentare l'opera: "Mani per gioire" medita sul brano di Marco 7
"32 Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani. 33 Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!» 35 E gli si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene. 36 Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; 37 ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare»."
Riflessioni davvero interessanti anche nell'analizzare il linguaggio, solo apparentemente bizzaro, che Gesù ha utilizzato in questa occasione. I fratelli sordi si sono poi esibiti in un canto speciale, toccante anche la recitazione poetica in LIS.... buona visione.
Massimo Albanesi
--- Roma 26 novembre 2017 ---
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