Spesso purtroppo può accaderci di trasformare gli incontri settimanali della nostra chiesa locale (di adorazione, di studio biblico o di preghiera) in incontri quasi ripetitivi: uno si succede all'altro, settimana dopo settimana, mese dopo mese, senza particolari sussulti spirituali e senza evidenti frutti concreti nella vita di chi vi partecipa.
Eppure, quando ci riuniamo, ogni cosa dovrebbe essere fatta, come indica la Parola, "per l'edificazione" (1 Corinzi 14:26), cioè tutto dovrebbe contribuire alla crescita delle persone che formano la chiesa e che partecipano agli incontri.
Quando questo non accade, gli incontri invece che essere una ricchezza si trasformano in una perdita e non soltanto di tempo.
Nella Bibbia (Neemia 8) troviamo la descrizione di un incontro del popolo di Dio che ha prodotto dei concreti frutti spirituali:
- lacrime di sofferenza per un evidente pentimento-ravvedimento,
- la decisione di realizzare quanto richiesto dal Signore,
- la "grandissima gioia" derivante dall'ascolto della Parola e soprattutto dall'ubbidienza ad essa.
Voglio sottolinearne solo alcuni.
- "Il popolo si radunò come un solo uomo", cioè realizzò nell'incontrarsi il desiderio condiviso da tutti di stare insieme. Non c'è espressione più sintetica e, allo stesso tempo, più espressiva per ricordarci il valore della comunione fraterna che, in Cristo, abbiamo ricevuto come dono da vivere e da godere.
- "Il popolo... disse a Esdra, lo scriba, che portasse il libro della legge di Mosè che il Signore aveva data ad Israele": manifestò in questo modo il desiderio di porre al centro dell'incontro il Signore e la sua Parola. Non dobbiamo riunirci soltanto per rivederci, per scambiarci quattro chiacchiere, per comunicarci nuove notizie, per discutere di attività o di programmi. Il popolo di Dio non è (e non deve diventare!) un club o un'associazione socialculturalreligiosa, perché ciò che distingue ed identifica i suoi incontri sono la presenza del Signore e l'ascolto della Sua Parola.
- "Il popolo tendeva l'orecchio per sentire il libro della legge". Centinaia di persone: un solo orecchio! Cioè, come diremmo oggi, tutti erano sintonizzati su un unico programma d'ascolto. Non c'erano altri programmi da seguire e quell'unico programma attirava l'attenzione di tutti senza distinzione: piena disponibilità ad ascoltare la Parola del Signore, scopo principale del radunamento.
- "Tutti stavano in piedi al loro posto", mentre la Parola veniva letta da Esdra e dagli altri Leviti. Un particolare, questo, che trasmette non soltanto l'idea di attenzione ma anche quella di solennità. La presenza del Signore veniva avvertita e vissuta con un rispetto solenne, senza distrazione alcuna. Nessuno girellava o occhieggiava di qua e di là, nessuno parlottava o commentava a bassa voce: quando il Signore parla, si ascolta e senza divagarsi. La solennità non esprime certo cerimoniosità formale, ma il desiderio di essere interamente partecipi di quello che sta accadendo intorno a noi e, soprattutto, il desiderio di non lasciarsi sfuggire nulla, neppure una parola.
- "...gli altri Leviti spiegavano la legge al popolo... Essi leggevano nel libro della legge di Dio in modo comprensibile; ne davano il senso per far capire al popolo quello che leggevano". Chi è chiamato dal Signore ad esercitare un dono di insegnamento, di edificazione, di consolazione, di incoraggiamento, deve farlo modo serio e responsabile. Il suo impegno nel prepararsi e nell'esposizione della Parola deve avere due obbiettivi precisi: parlare in modo tale che la Parola del Signore sia compresa e che tutti i presenti capiscano il significato di ogni sua parola letta. Non si può essere arricchiti da ciò che non si è compreso!
Pensiamo a tutto questo ogni volta che ci riuniamo...
«IL CRISTIANO» febbraio 2010 www.ilcristiano.it
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