QUANDO A GAZA SPENSERO LA LUCE
Venerdì passato durante l'incontro settimanale ci è arrivata una lettera dalla Società Biblica Italiana, ci veniva chiesto sostegno spirituale ed economico per la famiglia Rami Khader Ayyad. Ucciso il 6 ottobre (2007) scorso a Gaza. Non conoscevamo la storia, in Italia fa più clamore e la notizia diviene ridondante quando la persecuzione riguarda dei cattolici piuttosto che persone di altre confessioni. Nessuna nota polemica, le morti sono tutte uguali, solo una constatazione.
Ma il punto più importate, nel "rivivere" questa notizia, è l'occasione dataci per riflettere, ancora una volta, della grande benedizione, del privileggio che abbiamo qui in Italia nel poter liberamente leggere, studiare la Bibbia, testimoniare, etc.
Spesso però subentra la vergogna, il timore di testimoniare, annunciare. Esempio di martirio come questo che ancora oggi si compiono non possono che farci riflettere.
Riporto alcune notizie e il video di questo fratello in Cristo, reperite in giro su internet.
Segnalo per notizie simili e quindi spunti per soggetti di preghiera il sito di Porte Aperte: http://www.porteaperteitalia.org
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Cordoglio degli evangelici italiani per il giovane battista Rami Ayyad ucciso a Gaza
La notizia dell'uccisione del battista Rami Ayyad, giovane direttore della libreria cristiana evangelica della città di Gaza gestita dalla Società biblica palestinese, ha suscitato profondo dolore tra gli evangelici italiani. Nei giorni scorsi sono giunte da più parti dichiarazioni di solidarietà sia alla famiglia della vittima - Ayyad, brutalmente assassinato nella sera di sabato 6 ottobre, lascia la moglie incinta e due figli piccoli -, sia alla Società biblica palestinese.
Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha assicurato che "la preghiera dei cristiani d'Italia segue i fatti di Palestina e sente vicino a sé i cristiani di quella terra lontana geograficamente, ma vicina al nostro popolo, e chiede a Dio di benedirli". Il presidente della FCEI ha inviato una lettera fraterna al direttore della Società biblica palestinese affinché si faccia tramite di questi sentimenti per la Società Biblica e per la famiglia di Rami Ayyad.
Il pastore Salvatore Rapisarda, vice presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), nell'esprimere grande dolore per l'assassinio del giovane battista, ha voluto ricordare come la comunità cristiano-palestinese abbia sempre partecipato alle lotte di liberazione del popolo palestinese e che nei Territori occupati rappresenta e ha rappresentato "un punto di riferimento per una testimonianza cristiana e per l'affermazione della libertà religiosa e del dialogo tra le fedi". L'auspicio dell'UCEBI è che in Palestina vi sia una "stretta vigilanza a difesa delle minoranze cristiane" e un "impegno forte a promuovere una cultura che sappia debellare ogni fanatismo, ogni settarismo e qualsiasi spirito di crociata".
Eugenio Bernardini, vice moderatore della Tavola valdese, ha espresso il profondo dolore e la solidarietà delle chiese metodiste e valdesi, ricordando come "l'opera della Società biblica, per il suo carattere aconfessionale, potrebbe essere un elemento essenziale in un dialogo interreligioso e non si può che formulare un augurio che anche dopo questa prova la Società biblica mantenga la sua presenza".
Parole di dolore sono arrivate anche da Valdo Bertalot, segretario generale della Società Biblica in Italia e direttore responsabile della Società biblica britannica e forestiera.
Tratto da NEV - Notizie evangeliche del 10 ottobre 2007
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Terra Santa: Cristiano ucciso a Gaza; Catford (Bible Society), "Una tragedia. Ma la testimonianza dei cristiani continua"
"La morte di Rami è una tragedia. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la sua famiglia", così James Catford, presidente della "British and Foreign Bible Society", organizzazione protestante per la diffusione della Bibbia, che ha filiali in tutti i paesi del mondo, ha commentato la morte di Rami Ayyad, manager della libreria gestita da questa associazione a Gaza. In un comunicato la "Bible society" spiega di non conoscere i responsabili dell'omicidio, commesso sei mesi dopo che la stessa libreria era stata incendiata. "I dipendenti della libreria dove lavorava Rami Ayyad devono operare in un contesto di continua violenza nel quale rischiano ogni giorno la vita, ma sono decisi a dimostrare ai palestinesi il messaggio rivoluzionario contenuto nella Bibbia", ha detto Catford per il quale "Rami non era diverso da loro e la libreria nella quale lavorava era un'oasi a Gaza city. La sua morte è una tragedia. La nostra preghiera è con la sua famiglia e i dipendenti della Bible society".
Fonte: Agenzia SIR - Lunedì 08 Ottobre 2007
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