(Giosuè 24:19; Deuteronomio 4: 24)
Abbiamo sminuito Dio?
Ultimamente ho sentito parlare di un canto nel quale Gesù fu chiamato un «compagnone».
Anche noi amiamo parlare dell'amore di Dio, del buon Dio, di Gesù, amico dei peccatori e dei fanciulli - ed infine del nostro «compagnone»?
Questo aggettivo corrisponde alla nostra immagine di Dio e al Dio rivelato nella Bibbia?
C'è un proverbio che dice: ogni moneta ha due facce.
Come viene descritto Dio nella Bibbia?
Vogliamo distinguere fra l'Antico ed il Nuovo Testamento.
Parliamo del buon Dio del Nuovo Testamento del Quale leggiamo e rileggiamo nei versetti che seguono: «Perché Dio ha tanto amato il mondo...; Chi ci separerà dall'amore di Dio...; Ma Dio, che è ricco di misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati...», ecc.
Penso che noi tutti li conosciamo.
Se consideriamo solo questa faccia della moneta, sembrerebbe che il peccato non venga preso molto sul serio. In questo modo si può vivere secondo la massima: occorre essere tolleranti.
...d'altronde Dio è un Dio d'amore!
Nel continuare la mia meditazione voglio esaminare un testo dell‘Antico Testamento.
«Or tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tal vista, tremava e stava lontano. E disse a Mosè: "Parla tu con noi e noi ti ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo"... Mosè disse al popolo: "Non temete, Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio, e cosi non pecchiate...". Il popolo dunque se ne stava lontano, ma Mosè si avvicinò alla nuvola dov'era Dio» (Esodo 20:18-21).
1. L'apparizione impressionante di Dio! (verso 18a)
Il testo in esame che descrive l'impressionante apparizione di Dio è il primo di questo genere nella Bibbia.
Questa manifestazione avvenne ai piedi del monte Sinai nel luogo dove Israele avrebbe dovuto servire Dio e dove Dio fece un patto con Israele.
Questo evento precede proprio il patto stesso.
Il popolo d'Israele aveva già testimoniato la potenza di Dio quando aveva attraversato il mar Rosso e lodato Dio con un cantico.
Il popolo era impressionato e pure intimorito davanti alla potenza di Dio, ma gli israeliti non Lo conoscevano personalmente.
Mosè era sempre il mediatore tra il popolo e Dio.
Se il popolo si ribellava, Mosè gridava a Dio ed Dio rispondeva.
Dio aveva scelto Israele; aveva mostrato a questo popolo la Sua potenza attraverso i Suoi miracoli e lo aveva guidato al monte Sinai.
Ma Israele, a sua volta, aveva scelto Dio?
Quando il popolo arrivò al monte Sinai, Dio spiegò a Mosè che Egli sarebbe disceso sul monte Sinai in una nuvola e gli avrebbe parlato di fronte a tutto il popolo affinché il popolo stesso potesse testimoniare che Egli parlò a Mosè.
In quel modo Dio avrebbe confermato la funzione mediatrice di Mosè.
Era ora compito di Mosè il preparare e santificare il popolo per questa apparizione e per l'incontro con il Dio Santo ed Onnipotente.
Come ci prepariamo noi all'incontro con Dio?
Qual'è il mio atteggiamento quando mi reco in comunità?
Come celebro la santa cena?
Avendo chiara in mente l'immagine di un Dio tre volte santo?
Quando Mosè si avvicinò al pruno ardente, Dio gli disse che la terra sulla quale egli si trovava era santa! Poi Mosè nascose il suo volto avendo paura di guardare il Dio vivente.
Quando Dio volle incontrare il popolo d'Israele al Sinai gli comandò di prepararsi separandosi dalle cose quotidiane, purificandosi e santificandosi.
Dio li ammonì anche di non toccare la montagna.
Quando i figli di Aaronne, che erano sacerdoti, offrirono un fuoco estraneo davanti a Dio nella tenda del convegno, uscì un fuoco dalla presenza di Dio e li divorò (Levitico 10).
Nel verso 3 leggiamo che Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il Signore ha parlato, quando ha detto: "Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo"».
Quando Davide si avviò per riportare l'arca di Dio da Baalè a Gerusalemme, c'era canto e gioia.
...e Uzza stese la mano verso l'arca di Dio e: «L'ira del Signore si accese contro Uzza perché egli aveva toccato l'arca senza timore di Dio ed egli mori in quel luogo» (2 Samuele 6:7).
Queste parole corrispondono alla nostra immagine di Dio?
Non si leva in noi un grido di protesta?
Come può un Dio d'amore agire cosi?
2. «L'uomo teme Dio, il Dio santo» (versi 18b-19)
Il popolo tremava e aveva paura.
Se Dio ci mostrasse la Sua potenza, non avremmo paura pure noi?
Se riconosciamo di nuovo la nostra impotenza e la Sua onnipotenza?
Forse leggiamo questo passo in un angolo comodo di casa nostra e non ci rendiamo conto della magnificenza di questa apparizione divina così sconvolgente.
Intorno a noi tutto è tranquillo.
Ci ritroviamo solo con un rapporto stampato con lettere nere su carta bianca.
Questo è forse la ragione perché non siamo cosi impressionati come lo era il popolo di Israele in quei tempi.
Leggiamo il testo e non tremiamo.
Il popolo stava lontano.
Gli israeliti non volevano avvicinarsi di più alla montagna.
Il popolo di Israele sentì la voce di Dio, realizzò quanta potenza era in questa apparizione e ne ebbe paura.
Diverse volte viene riportato nei Vangeli che i discepoli di Gesù si spaventarono quando videro il Suo operato potente.
Avevano timore di Lui!
Si chiesero chi fosse.
Come poteva Egli avere potere sulla malattia, le forze della natura e la morte?
Da dove proviene questo timore di Dio?
Già in Genesi leggiamo di questa paura.
Adamo e Eva avevano paura di Dio.
Non avevano ubbidito a Dio e si erano ribellati al Suo comandamento.
...quando poi sentirono la voce di Dio che si stava avvicinando, per paura si nascosero - e ne avevano ragione perché la punizione seguì.
Il timore di Dio viene su di noi quando abbiamo peccato, quando abbiamo disubbidito e «non abbiamo ascoltato Dio».
Quando incontriamo Dio ce ne rendiamo ben conto.
Tutto questo potrebbe sembrare molto deprimente come se, avendo paura, non potessimo fare più niente e dovessimo tremare tutto il giorno.
Ma c'è un aspetto della paura che viene menzionato nel verso 20: «Dio è venuto per mettervi alla prova, perché ci sia in voi timore di Dio e cosi che non pecchiate».
Il timore di Dio ci preserva dal peccato.
Quando si divulgò un nuovo sistema educativo anti-autoritario, si pensò che fosse un metodo educativo eccellente.
Non si doveva più ubbidire a nessuno e non si doveva temere alcuna punizione.
Nelle scuole si insegnò ai bambini a ribellarsi ai genitori, di chiedere spiegazioni per ogni cosa e a non rispettarli più.
Di conseguenza i bambini ad un certo punto si comportarono cosi anche nei confronti degli insegnanti stessi. In questo modo era impossibile tenere le lezioni e si affrettarono a ristabilire il rispetto e l'autorità per mezzo di ammonimenti e punizione.
Senza timore di Dio l'uomo perde il suo appoggio, si mette al posto di Dio vivendo secondo le sue proprie regole.
Lutero ha espresso in modo eccellente il rapporto tra il timore di Dio e l'amore per Dio: «E nostro dovere avere timore di Dio in ogni cosa amandoLo e confidando in Lui».
In Deuteronomio, capitolo 10:12 e 13 leggiamo: «E ora, Israele, che cosa chiede da te il Signore, il tuo Dio, se non che tu tema il Signore, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le Sue vie, che tu Lo ami e serva il Signore, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima ma, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti del Signore e le Sue leggi che oggi ti do?».
Temere Dio significa amare Dio, darGli priorità nella tua vita, ubbidirGli e onorarLo.
Mi ricordo molto bene come provocai un incidente d'auto.
Come siamo svelti a dimenticare il pericolo e quanto ci sentiamo sicuri della situazione!
...ma talvolta ci sbagliamo nel giudicare correttamente le distanze.
Credevo di fare in tempo ad uscire in strada dal mio box prima che arrivasse l'auto sulla via. Di fronte erano parcheggiate delle macchine e la strada era stretta.
Non c'è la feci.
L'auto che mi veniva incontro dovette frenare forte e per evitarmi andò a sbattere contro un albero.
Fui grato a Dio che ci furono solo danni materiali. Ma dopo quell'esperienza cambiai il mio stile di guida e diventai più cauto.
L'incontro di Dio con il popolo d'Israele avevo lo stesso scopo.
Lo vediamo scritto nel verso 20: «...perché ci sia in voi timore di Dio e cosi che non pecchiate».
Ciò significa che temere Dio cambia il mio modo di vivere!
Purtroppo la nostra memoria è corta.
Poco dopo il ricordo della mia esperienza si era di nuovo indebolito. Perciò mi sforzo a ricordare per cambiare il mio modo di guidare.
Pure il popolo d'Israele presto si dimenticò di Dio e non volle più servirLo.
Non ci sorprende quando leggiamo che poco dopo quel grande evento si misero ad adorare il vitello d'oro.
Avevano sentito la voce di Dio e visto la Sua potenza, ma poco dopo ritornarono ai loro vecchi riti, Israele proveniva da un paese nel quale era consueto rappresentare i dei con immagini.
Ciò mi è capitato spesso: mi sono ritrovato in comunità con i fratelli, sono rimasto colpito dalla predica e mi sono riproposto di vivere per Dio.
Poi, un paio di giorni più tardi, questa mia determinazione comincia a svanire.
La vita quotidiana ci assorbe e prima che ci rendiamo conto sono di nuovo gli idoli di questo mondo che influenzano la nostra vita.
Non conosciamo noi tutti il combattimento con la cupidigia?
Essa viene considerata come idolatria nel Nuovo Testamento (vedi Colossesi 3:5).
«Il timore del Signore è il principio della scienza» (Proverbi 1:7).
Ciò significa che se temiamo Dio, la nostra vita si posizionerà sulla strada giusta. Il timore di Dio cambia il nostro modo di vivere.
3. Per poter incontrare Dio, abbiamo bisogno di un mediatore
«Parla tu con noi e noi ti ascolteremo; ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo. Il popolo dunque se ne stava lontano, ma Mosè si avvicinò alla nuvola dov'era Dio».
Ben presto il popolo si rese conto che non poteva avvicinarsi a Dio senza pericolo di morte.
L'abisso tra loro e Dio è evidente.
Dio è un Dio santo - noi siamo peccatori, esseri umani che sempre si ribellano alla volontà divina, in questo modo il popolo riconobbe Mosè quale mediatore.
Era compito suo parlare con Dio, il popolo lo avrebbe ascoltato e gli avrebbe ubbidito ed in quel modo avrebbe ascoltato Dio.
Erano disposti a fare un patto con Lui affinché potessero vivere.
Eppure ciò era solo una copia, un ombra del riscontro celeste e aveva come mèta un mediatore migliore: «Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, ... all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il Giudice di tutti, ...a Gesù il mediatore del nuovo patto. Badate di non rifiutarvi d'ascoltare Colui che parla: perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare Colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a Colui che parla dal cielo... Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e
timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante» (Ebrei 12:22-29).
Non ci siamo avvicinati al monte Sinai come il popolo d'Israele, ma al monte di Sion, la città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste.
Per mezzo dl Gesù Cristo noi ora ne abbiamo accesso.
Egli è il mediatore del nuovo patto.
Dio ci ha parlato per mezzo Suo affinché abbiamo accesso a Lui non solamente una volta all'anno, ma sempre.
Per mezzo di Gesù Cristo riceviamo la santificazione ed il perdono dei peccati.
Dio ha annullato per mezzo di Gesù Cristo tutto il nostro peccato perché Gesù che era senza peccato è «diventato peccato per noi» (2 Corinzi 5:21) e morì alla croce.
Ora noi siamo santificati, non soltanto esternamente, ma pure internamente.
Dio parlò a Mosè come ad un amico, Gesù Cristo è Suo Figlio.
Noi ora possiamo avvicinarci a Dio con timore, ma senza dover aver paura della punizione, perché Cristo si è addossato i nostri peccati e la nostra colpa.
È come se potessimo toccare i fili dell'alta tensione senza dover morire.
Dio è ancora e sempre un fuoco consumante, ma per mezzo di Gesù Cristo Egli ha distrutto i nostri peccati.
Ora noi dobbiamo ascoltare Gesù, seguirLo e vivere secondo la Sua parola.
Proprio in Cristo possiamo osservare che Dio non cambia mai, che Egli è un Dio estremamente santo che odia e punisce il peccato, ma che allo stesso tempo è un Dio d'amore che si è sacrificato, nella persona dl Suo Figlio, per le iniquità degli uomini.
Perché il nostro Dio è un Dio santo, Egli è un fuoco consumante..
P. Findeisen
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