Migliaia di "pellegrini" sono da settimane quotidianamente in coda davanti al duomo di Torino per poter vedere da vicino l'immagine di un uomo impressa su un lenzuolo, che la tradizione popolare, mai smentita e neppure mai ufficialmente supportata dalla chiesa cattolica, in un tipico atteggiamento "alla Ponzio Pilato", identifica con la "sindone" che avrebbe avvolto il corpo morto di Gesù prima della risurrezione.
 

Un esempio significativo

Nei giorni imminentemente precedenti il compimento da parte di Gesù del progetto divino per la salvezza dell'uomo peccatore, alcuni pellegrini Giudei, giunti a Gerusalemme forse dalla Grecia per celebrarvi la ricorrenza pasquale, contattarono Filippo, uno dei discepoli del Signore, perché desideravano "vedere Gesù" (Giovanni 12:20-21).
 
Sicuramente Gesù era un personaggio "chiacchierato" in quei giorni di festa, in città si parlava di Lui: dei Suoi miracoli, dei Suoi insegnamenti. È quindi comprensibile il desiderio di questi pellegrini venuti dal di fuori di saperne di più su questo personaggio.

Come spesso succede da che mondo è mondo, pensano che provare a contattare direttamente Gesù sia difficile ed allora vanno da Filippo che probabilmente qualcuno di loro conosceva.
 
Gesù ascolta Filippo ed Andrea, che nel frattempo era stato coinvolto in questa specie di "raccomandazione". Ma... come reagisce il Signore davanti a questa richiesta certamente per Lui gratificante?
 
Se fossi stato io al suo posto, sarei andato incontro a questi Giudei-Greci; avrei detto: "Eccomi qua! Guardatemi!".
Era così semplice esaudire questo desiderio!
Ma Gesù, no! Gesù non si fa vedere!
Gesù non si mostra.
Gesù risponde.
 
Sa che il bisogno fondamentale di quegli uomini, come di tutti gli uomini non si soddisfa attraverso la Sua visione della immagine, ma attraverso l'ascolto della Sua Parola!

Così li invita a guardare a guardare al "granello di frumento caduto in terra" che, "se muore, produce molto frutto". La forma del "granello" non ha importanza, il vederlo non produrrebbe nessun beneficio. Ciò che conta è il suo essere "caduto in terra" ed il suo morire.

Il "molto frutto" di vite redente, perché liberate e riscattate dalla schiavitù del peccato, è possibile non vedendo, ma ascoltando e, dopo aver ascoltato, riconoscendo che quel "granello" è l'Eterno Figlio di Dio, venuto ("caduto") in terra per morire per me.

 

La fede nasce dall'ascolto!

Si tratta di un esempio fortemente educativo per ogni uomo che voglia essere discepolo di Cristo, perché gli ricorda che la sua vita riceverà "frutto" dalla relazione con il suo Signore-Salvatore-Maestro non attraverso l'immagine, ma attraverso la Parola, non attraverso la visione ma attraverso la fede!
L'apostolo Paolo non aveva certo dimenticato la visione del Cristo risorto sulla via di Damasco, ma non attribuisce alla visione lo sbocciare della fede nel suo cuore, anzi ai cristiani che vivevano a Roma scrive queste parole che non hanno bisogno di alcun commento talmente sono chiare: "La fede viene da ciò che si ascolta e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Cristo" (Romani 10:17).

È quindi evidente che, quando si perseguono strategie di testimonianza della "fede" attraverso le immagini, si è al di fuori della strategia indicata da Gesù stesso e fatta propria dai Suoi discepoli per giungere alla vera fede, alla fede che salva.

Del resto ci sarà pure un motivo se in tutti e quattro i Vangeli non viene spesa neppure una parola per descriverci fisicamente il corpo di Gesù. Infatti, fra tutti gli aspetti relativi alla persona di Gesù descritti nei Vangeli spesso con ricchezza di particolari, non c'è neppure una parola (una sola!) utilizzata per descriverci il Suo aspetto fisico.

Lo Spirito Santo, nel guidare Matteo, Marco, Luca e Giovanni a scrivere i loro racconti, sapeva benissimo che gli uomini non hanno bisogno di sapere come era Gesù, ma piuttosto di sapere Chi era Gesù.

E lo Spirito Santo, come sempre, aveva ragione, perché la storia è là ad insegnarci che, quando gli uomini hanno privilegiato l'immagine rispetto alla Parola, sforzandosi unicamente di capire come era Gesù, spesso affidando questo sforzo alle più svariate fantasie artistiche, non si sono più preoccupati di sapere chi era Gesù attraverso l'ascolto della Sua Parola.

Si preferisce vedere piuttosto che ascoltare

Ancora oggi si preferisce vedere piuttosto che ascoltare.
I libri che hanno cercato di offrire una descrizione fisica di Gesù attraverso "la lettura" dell'immagine impressa sulla Sindone conservata nel duomo di Torino sono stati sicuramente più letti della Parola di Dio.
Non si va a leggere il Vangelo (scelta per altro senza alcun costo e sicuramente portatrice di "frutto"), ma si va... a Torino (scelta sicuramente costosa che serve a dare un po' di respiro al turismo locale e a provocare, nei pellegrini, il frutto di un'emotività e di un sentimentalismo religioso che nulla hanno a che vedere con "la fede" che "viene da ciò che si ascolta"!).

È condivisibile il desiderio di "vedere Gesù", ma la direzione di Torino è inversa e contraria a quella indicata dalla Parola di Dio!
Ha scritto anni fa il noto giornalista scrittore cattolico Vittorio Messori: "Di Gesù la bellezza fisica non doveva impressionare, visto che nessuno degli evangelisti vi fa il minimo cenno (..). Certo per trionfare non aveva nessuno dei requisiti pretesi dall'israelita del primo secolo. Eppure trionfa lui solo nei quattromila anni di storia ebraica" ("Ipotesi su Gesù", SEI Torino 1976; pag. 150).

E il trionfo a cui si fa qui riferimento non nasce certo per la diffusione della Sua immagine, ma perché i primi cristiani, "dispersi" da Gerusalemme, "se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della Parola" (Atti 8:4). Anzi, quando si comincia a sostituire la Parola con le immagini, inizia il trionfo della religione e la mortificazione della fede.

Un altro noto giornalista cattolico, Bruno Vespa, ha introdotto una puntata del suo "Porta a Porta" dedicata alla Sindone di Torino ed andata in onda nelle serate precedenti la nuova ostensione, affermando che "una delle prove della sua autenticità è dovuta al fatto che l'immagine che vi è impressa corrisponde esattamente alla descrizione che troviamo nei Vangeli". !!!!! Avrei voluto chiedergli quali Vangeli ha letto e perché diffondere in TV una menzogna così ingenua, ma allo stesso tempo colossale.

Una tristezza profonda ci assale quando comprendiamo (e purtroppo vediamo!) che la chiesa cattolica e i mass-media suoi strumenti continuano ad incoraggiare le persone a cercare "il vivente fra i morti": l'esatto contrario di quanto indicato dagli angeli il mattino della risurrezione (Luca 24:5).

Paolo Moretti

Fonte: www.ilcristiano.it

Autori
Argomenti

Simon

Forse Bruno Vespa voleva dire la descrizione della sua morte nei vangeli (il sangue della corona di spine, il sangue sui polsi). Certamente o il sindone è vero, oppure è un reliquia creata per assomigliare al racconto dei vangeli (sarà il secondo di questi ipotesi!). Sono d'accordo con la direzione dell'articolo di Paolo, e sono sicuro che il sindone non è veritiero, ma onestamente direi anch'io che il sindone assomiglia al racconto dei vangeli in modo molto chiaro - quindi non direi che sia una bugia ingenua o meno quella di Vespa. Gesù dice 'beati coloro che credono senza aver visto', ma non condanna mai Tommaso nè i greci che cercano la raccomandazione di Filippo per il loro bisogno di vedere. Benedice invece chi non ha bisogno di vedere. Gesù comunque venne incontro al desiderio sincero delle persone di vederlo. Chi cerca il Signore lo troverà!

CONDIVIDI...

  facebook icona twitter icona whatapps icona