[Tegel - carcere nazista vicino Berlino] - Domenica «Laetare» [19 marzo 1944] Caro Eberhard,
Le notizie dei violenti combattimenti che si svolgono dalle tue parti mi fanno pensare quasi incessantemente a te, sicché a te riferisco ogni parola che leggo nella Bibbia e ogni verso di Lied… La nostalgia… che sentirai sarà particolarmente forte in questi giorni così pericolosi, e ogni lettera non farà che aumentarla.
Ma non fa parte della natura dell’uomo, a differenza di quella di chi non è maturo, che il baricentro della sua vita sia lì dove egli appunto si trova, e che la nostalgia per la realizzazione dei suoi desideri non possa stornarlo dall’essere pienamente ciò che è, precisamente dove egli in quel momento si trova?
L’adolescente non è mai totalmente lì dove si trova; ciò fa parte precisamente della sua natura, diversamente egli sarebbe presumibilmente privo d’immaginazione; l’uomo invece è sempre un tutto e non sottrae nulla al presente. La sua nostalgia, che resta nascosta agli altri, è una nostalgia in qualche modo già sempre superata; e quanto più grande è il superamento che deve compiere, per essere totalmente presente, tanto più misterioso e affidabile egli diventa, nel fondo del suo essere, per il prossimo, e in particolare per i giovani che stanno ancora camminando sulla strada da lui già percorsa.
I desideri cui ci attacchiamo troppo, facilmente ci tolgono qualcosa di quello che dobbiamo e possiamo essere.
All’opposto, i desideri che riusciamo costantemente a superare per amore degli impegni che ci stanno di fronte, ci arricchiscono. L’assenza di desideri è povertà.
Nell’ambiente in cui mi trovo ora ho a che fare quasi soltanto con uomini che si attaccano ai loro desideri e che perciò non sono nulla per gli altri; non riescono a sentire più niente e sono incapaci di nutrire amore per il prossimo.
Credo che anche qui si debba vivere come se non ci fossero desideri né futuro, ed essere totalmente quelli che siamo. È sorprendente come allora gli altri si rivolgano a noi, si lascino orientare e si lascino dire qualcosa.
Ti scrivo tutto questo perché penso che anche tu in questo momento hai un compito molto grande, e perché in seguito sarai felice pensando che l’hai svolto, nella misura del possibile. Quando si sa che qualcuno è in pericolo, si vorrebbe sapere che egli è totalmente quello che è. Ci sono vite realizzate nonostante desideri irrealizzati; questo è quello che volevo veramente dire. Perdonami se continuo a mandarti “riflessioni” di questo genere, ma qui io vivo prevalentemente nella riflessione, e tu lo capisci bene, di sicuro. Inoltre, come necessario completamento di quanto sopra, devo dire che io credo sempre di più che noi ci avviciniamo anche alla realizzazione dei nostri desideri, e non dobbiamo assolutamente lasciarci andare alla rassegnazione. Poco fa mi è stata annunciata la visita di Ursel. Speriamo che abbia portato Renate con sé. Saprai che Maria è in Baviera, e ci starà qualche settimana. Lassù collabora all’istruzione dei bambini di suo cugino von Truchsess. Questo è certo più che abbastanza per lei. Sua madre è stata qui di persona poco tempo fa, davvero commovente, in viaggio dalle 4 di mattina alle 11 di sera!… Sto trascorrendo di nuovo delle settimane in cui leggo poco la Bibbia; non so mai bene come devo considerare la cosa; non ho la sensazione che si tratti di una colpa, e del resto so che tra qualche tempo tornerò a buttarmici sopra avidamente. Si può accettare la cosa come un processo spirituale del tutto “naturale”? Sarei incline a farlo. Sai, questo succedeva anche al tempo della nostra vita communis.
Naturalmente il rischio di lasciarsi andare è sempre presente; non bisogna però neppure diventare ansiosi su questo punto, ma confidare che, dopo qualche incertezza, la bussola tornerà ad indicare la giusta direzione. Non lo credi? La lettura di Gen 41,52 di qualche giorno fa ti ha fatto bene come a me? Finora questo passo m’era rimasto sconosciuto. Tra poco sarà passato un anno da quando abbiamo trascorso gli ultimi giorni insieme e abbiamo parlato tra di noi, e ti ho fatto da testimone di nozze!
Mi stupisco sempre di esser potuto stare insieme a te fino a quel giorno… Sono curioso di vedere come in futuro si svilupperanno le nostre vie, se torneranno ad essere in qualche modo comuni, magari nell’attività professionale, come mi auguro ardentemente, o se dovremo accontentarci del passato. Sono stati anni davvero meravigliosi. – Se almeno potessi sentire finalmente qualcosa di dettagliato sulle tue attuali impressioni! Per me sarebbe molto importante. Dio ti protegga, Eberhard. Il tuo fedele Dietrich
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