I cristiani sono ancora sotto attacco e ancora una volta la stampa nazionale parla di scontri tra cristiani e musulmani. Leggete quanto riporta un'ansa di ieri: "Si aggrava il bilancio degli scontri tra cristiani e musulmani in Nigeria: 86 persone - secondo fonti di un'agenzia governativa - hanno perso la vita nelle violenze avvenute nella cittadina di Jos (nel centro del Paese) alla vigilia di Natale. Oggi un gruppo islamista nigeriano, la "Jamàatu Ahlus-Sunnah LiddàAwati Wal Jihad",che si ispira ai talebani afghani, ha rivendicato gli attacchi, che sarebbero avvenuti anche con uso di bombe e esplosivi, a quanto riferito da testimoni locali. Altre sei persone sono morte a Maiduguri, la principale città dello Stato nigeriano del Borno (nord-est), quando estremisti appartenenti ad un altro gruppo islamista, Boko Haram, hanno dato fuoco ad alcune chiese nei giorni scorsi". Si parla di "scontri" e subito dopo si parla del gruppo islamico che rivendica gli attacchi: decisamente l'uso delle parole pesa in queste occasioni. La domanda che dovremmo porci tutti è: ma si tratta di scontri, cioè di fazioni (cristiani e musulmani) che si uccidono o si tratta di attentati contro i cristiani?

Ancora una volta Porte Aperte pone l'accento non solo su cosa accade ai cristiani nigeriani, ma solleva obiezioni sulla persistente erronea lettura che alcuni giornali danno di questi "incidenti", inducendo chi legge a pensare che si tratti di una faida tra cristiani e musulmani. Abbiamo detto più volte che a motivi religiosi si mescolano problematiche socio-economiche (come il controllo di certi territori, il finanziamento estero della cosiddetta jihad islamica, ecc.), ma crediamo anche che vada usata chiarezza nel descrivere ciò che accade. Ora, ordigni esplodono, persone muoiono, gruppi estremisti rivendicano... è un'equazione che non fa pensare a degli scontri, ma esclusivamente alla jihad islamica, che tra l'altro non si nasconde e si prende i "meriti" di quanto accade rivendicando appunto la guerra contro gli infedeli cristiani. Ricordiamo inoltre che in altri paesi questa guerra avviene anche contro quella parte dell'Islam che non è considerata pura o giusta, con tanto di attentati nelle moschee.

Il 24 dicembre il pastore Bulus Marwa e altri 5 cristiani sono stati uccisi per l'esplosione di due ordigni presso la chiesa Victory Baptist Church a Alemderi e la Church of Christ in Nigeria a Sinimari: siamo a Maiduguri, capitale dello stato di Borno, dove la tensione è davvero altissima e le rivendicazioni del gruppo islamico Boko Haram non si sono fatte di certo attendere. Poi è stata l'ora degli attacchi a Jos, capitale dello stato di Plateau, ancora una volta teatro di aggressioni feroci nei confronti dei cristiani, dove si contano altri 86 morti e a rivendicare gli attacchi è un altro gruppo, il succitato Jamàatu Ahlus-Sunnah LiddàAwati Wal Jihad, il cui portavoce dice chiaramente che si tratta di una guerra tra musulmani e non-musulmani e che sono pronti ad affrontare chiunque, il governo stesso, voglia impedire loro di portare avanti la loro guerra.

L'ansa di cui sopra dice ancora: "La Farnesina ha convocato stamane l'incaricato d'affari nigeriano Rotimi Femi Akenson, per esprimere la preoccupazione italiana per gli attacchi di cui sono vittime soprattutto i cristiani": come vedete anche il nostro Ministero degli Esteri è preoccupato della sorte dei cristiani nigeriani. Accade probabilmente che vi sia chi reagisce tra le comunità cristiane attaccate, forse addirittura chi si vendica, ma ciò non cambia il quadro generale della situazione: siamo di fronte ad una serie continua di attacchi di matrice islamica contro i cristiani di alcune zone specifiche della Nigeria, attacchi mirati a cacciare i cristiani da quelle zone e a instaurare la sharia, così come è avvenuto in altri 12 stati nigeriani. Per alcuni osservatori si tratta di vera e propria colonizzazione. Crediamo sia opportuno analizzare ciò che accade nella parte nord della Nigeria con maggiore profondità e far conoscere al mondo con maggiore chiarezza chi attacca e chi si difende, chi è in guerra e chi vuole solo poter vivere liberamente: se non faremo questo tipo di analisi e non troveremo il coraggio di parlarne con chiarezza, sarà, parafrasando le parole del famoso politologo italiano Angelo Panebianco, come lasciar morire quei "cristiani invisibili".

Fonte: Porte Aperte

Inviato da alex il

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