Luca 15:11-32 - Tutto ciò che è mio è tuo! Cosa desiderare di più, eppure il risentimento..

Luca 15:11-32 .... Torniamo ancora su questo padre, molti chiamano questa parabola: "la parabola del figlio al prodigo", ma molti la chiamano forse più correttamente: "la parabola del padre misericordioso".
A me piace chiamarla: "la parabola dei due figli". E il loro padre? Questo padre colloquia con entrambi, rispettando la loro personalità. 
- Il ritorno del figlio minore lo porta a organizzare e intraprendere una grande festa. 
- Il ritorno del figlio maggiore lo induce a estendere l'invito ad una completa partecipazione e Gioia.

Se almeno si chiedesse!

"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" - Matteo 7:7 
 
Se almeno si chiedesse! Chiedere è già un atto di umiltà. Ed è riconoscere l'insuccesso delle soluzioni umane. Ci si è aspettato molto dalla scienza. Il diciannovesimo secolo ha fatto la sua esperienza a questo proposito: ha creduto di poter sopprimere Dio e di ricevere tutto dall'intelligenza umana. Ha fallito: la scienza non ha spiegato tutto. Si ha ancora fame di vita spirituale.
 
Con il pullulare di sette che lo coinvolgono in deviazioni non intelligenti, il nostro secolo sarà in complesso più religioso del precedente. Si è constatato che i progressi della tecnica non risolvono tutti i problemi e che lasciano nell'anima un abisso insondabile.
 
Che importa all'uomo di raggiungere parecchie volte la velocità del suono se ciò serve a trasportare le sue ferite e la sua miseria! [...]

La Pasqua - Le sofferenze divine

Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi,  prima di soffrire; poiché io vi dico che non la mangerò più,  finché sia compiuta nel regno di Dio - (Gesù) Luca 22:15/16
 
Per Pasqua si assistono a delle rappresentazioni della crocifissione di Gesù: viventi o con crocifissi di cartone. Dalla finzione alla realtà, faremo un approfondimento sulle sofferenze reali di Gesù.

A volte fra i credenti ricorre un pensiero che le sofferenze fisiche e morali di Gesù, non sono stati tanto importanti come quelle spirituali di essersi caricato di tutti i peccati del mondo.

Devo dire però che l'incarnazione di Gesù oltre a quest'ultimo principale obbiettivo era anche quello di immedesimarsi nelle sofferenze e debolezze umane e di esperimentarle in prima persona. A nostra volta, in questa meditazione, cercheremo con tanta umiltà di immedesimarci nelle sofferenze divine, le sofferenze del nostro amato Salvatore Gesù. Cercando, a parte la teologia, di toccarle con mano. Dio, perché Dio, non è al disopra delle sofferenze, ma soffre come ognuno di noi, per come constateremo biblicamente.

Acqua viva per il Pianeta che sta diventando un deserto climaticamente e spiritualmente

Apocalisse 22 - Poi mi mostrò il fiume puro dell'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
E in mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trovava l'albero della vita, che fa dodici frutti e che porta il suo frutto ogni mese; e le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni.

A somiglianza di Dio! Ad immagine di Cristo, ma che significa?

«Quelli che egli ha preconosciuti li ha anche predestinati a divenire conformi all’immagine del suo Figlio) affinché egli sia il primogenito di molti fratelli» (Rom. 8,29).

La grande inconcepibile promessa fatta a coloro che sono stati raggiunti dalla chiamata di Gesù Cristo, dice che essi saranno uguali a Cristo. Essi porteranno la sua immagine quali fratelli del primogenito figlio di Dio. Il destino del discepolo è di essere «come Cristo». La immagine di Gesù Cristo che il seguace ha sempre davanti a sé, di fronte alla quale scompaiono tutte le altre immagini, penetra in lui, lo riempie, lo forma di nuovo, perché il discepolo divenga simile, anzi uguale al Maestro. L’immagine di Gesù Cristo imprime al discepolo, nella quotidiana comunione, la sua impronta. Il seguace non può guardare l’immagine del Figlio con sguardo ozioso e senza vita; da questa immagine parte una forza trasformatrice. Chi si dà completamente a Gesù Cristo, assumerà necessariamente la sua immagine. Diviene figlio di Dio, sta accanto a Cristo, fratello invisibile, e gli è conforme nell’aspetto, è, cioè, immagine di Dio.

Dio creò Adamo a sua immagine e somiglianza. Dio in Adamo, compimento della sua creazione, cercò il compiacimento nella sua propria immagine: «ed ecco era molto buono». In Adamo Dio riconobbe se stesso. E perciò il segreto insolubile dell’uomo sin dagli inizi rimane: egli è creatura, eppure dev’essere uguale al creatore. L’uomo creato deve portare l’immagine di Dio che non è stato creato. Adamo è «come Dio». Ora egli porti il suo segreto, di essere creatura eppure simile a Dio, con gratitudine e obbedienza. Fu l’infamia del serpente a osservare che egli doveva ancora divenire simile a Dio, e questo mediante una sua azione decisiva. Allora Adamo ripudiò la grazia e scelse la propria azione. Adamo volle risolvere da sé il segreto del suo essere, cioè quello di essere creatura eppure simile a Dio. Volle diventare, con le proprie forze, ciò che Dio già aveva fatto di lui. Questo fu il peccato originale. Adamo divenne «come Dio» - sicut Deus - a modo suo. Egli si era fatto Dio da sé, e così aveva perduto Dio. Egli regnava solo come Dio-creatore in un mondo privato di Dio e assoggettato.

Anagrafica celeste

(Atti 11:26; Luca 10:20)

Se qualcuno si dichiara cristiano, deve rendersi conto che porta il Nome di Cristo. Ma c'è una questione importante: ne ha diritto?
Nel Vangelo si parla di persone che dichiarano di essere del Signore, ma alle quali un giorno Cristo dovrà dire: "Io non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da Me" (Matteo 7:23).

Dio, l'Eterno, lo sa - Giosuè 22:22

Prima o poi capita che qualcuno mi accusi ingiustamente di aver detto o fatto qualcosa di scorretto. In altre occasione forse ho fatto di peggio, ma quella volta no, proprio no: non vero, non è andata così, e Dio lo sa!

Chi mi accusa è disinformato o, peggio, è in malafede (penso), e probabilmente ho ragione, ma ecco un pericolo peggiore all'orizzonte!

La giusta rabbia per l'ingiustizia, diversa da quella falsamente attribuitami, ma pur sempre ingiustizia.

Festa del Papà - Cinque promesse ai miei figli

1. Dimostrerò - davanti a voi - il mio amore per Dio.
Non è sufficiente sentire di Dio in chiesa una o due volte alla settimana; voglio che Lo vediate tutti i giorni nelle attività quotidiane in casa. In casa e nella nostra vita di famiglia come in chiesa e in pubblico, vi dimostrerò l'amore che ho per nostro Dio.

2. Amerò vostra mamma senza condizioni.