Il Cristiano In viaggio

Dopo aver presentato, alla luce delle Scritture, la vita del cristiano al lavoro e a tavola, consideriamo ora quale deve essere il comportamento di un autentico credente nel suo andare e venire (Salmo 56:8), nel tempo cioè che trascorre fuori dal suo ambiente familiare e da quello professionale.

Che si tratti degli spostamenti quotidiani compiuti per recarsi al posto di lavoro e per ritornarne a casa o per fare delle commissioni, o che si tratti di uscite settimanali, di viaggi di piacere o di affari, dobbiamo, in ogni tempo ed in ogni circostanza, ricordarci che il nostro Padre Celeste si aspetta che la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale (2 Corinzi 4:10-11), cioè nella nostra esistenza terrena.

Che la nostra strada sia corta o lunga, che noi la compiamo a piedi, in bicicletta, in auto, in autobus, in tram, in metrò, in treno, in battello o in aeroplano, i nostri privilegi e le nostre responsabilità non cambiano (Salmo 73:23-28).

Salvatore o giudice?

(Gesù) è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti... "Chiunque" (cioè tutti nessuno escluso) crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome. Atti 10:42-43

Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza! 2 Corinzi 6:2

Avevamo dato a una signora I'indirizzo di un buon avvocato, che sarebbe stato capace di difenderla al meglio davanti al tribunale. Non rifiutò il consiglio, ma tardò a mettersi in contatto con quel legale, al punto che, quando si rivolse a lui, si sentì rispondere:" Mi dispiace signora, ma non posso più difenderla perchè son passato alla magistratura e sono stato nominato giudice; per di più, mi è stato assegnato proprio il suo caso.
E` un vero peccato che non si sia rivolta a me prima!"

Allo stesso modo molte persone tardano a venire a Gesù rimandando sempre a domani il momento di mettersi in regola con Dio. Pensano di avere ancora tempo, così passano i giorni, i mesi, gli anni, finchè arriverà il giorno in cui Gesù non sarà più il Salvatore, ma il Giu­dice di coloro che non lo avranno riconosciuto come loro Signore.

Non diciamo questo per farvi paura, ma per invitarvi ad andare a Cristo, così come siete. Non cercate di migliorarvi, ma andate a lui con tutti i vostri dubbi e le vostre miserie ed Egli vi risponderà.

Il legalismo

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Il legalismo». Sebbene il termine «legalismo» intenda, in generale, «l'atteggiamento di rispetto verso della legalità o conformità assoluta a essa», nell’accezione teologica esprime l’uso esasperato di norme e precetti religiosi. Io lo definirei così: «l’assoluta conformità nella dottrina e nello stile di vita personale ed ecclesiale alle convenzioni denominazionali e alle tradizioni tramandate dai padri di un certo movimento». Infatti, il problema del legalismo è dato dal fatto che le interpretazioni scritturali, le esperienze, le convenzioni e gli stili di vita ecclesiali e personali della prima generazione (o delle prime generazioni) di un dato movimento vengono ritenuti «normativi» e «modello» distintivo, da seguire assolutamente. Chi non corrisponde a tali canoni, è considerato eterodosso, se non addirittura fuori dottrina. 

 

Dio ti viene incontro

Egli ti viene incontro proprio come il padre fece col figliuol prodigo, poiché Dio desidera solo il bene della sua creatura.

«Com'è vero ch'io vivo, dice il Signore, l'Eterno, io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvage! E perché morreste voi? » (Ezechiele 33:11).

Ma come ti viene incontro? In amore e bontà, mostrandoti il mezzo di salvezza: il suo diletto Figlio, il Signore Gesù, colui che morì sulla croce del Golgota, spargendo il suo sangue anche per te. Dio, che è santo, non poteva permettere che dei peccati non fossero espiati; e perciò trovò un mezzo.

«Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.» (Evangelo di Giovanni 3:16).

Grandi e degni di adorazione sono l'amore e la grazia di Dio!

Dio ha dato il suo unigenito Figliuolo per le tue e per le mie colpe. E Lui, il nostro amato Salvatore, divenne il vero agnello di Dio, ubbidiente e santo. Non si trasse indietro dal giudizio e dalla morte.

Il popolo di Dio non deve sentirsi confuso in tempo di calamità

Quando ho iniziato a scrivere questo messaggio, il Wall Street Journal ha riportato che tutto il mondo era sotto una grande nube di paura.
Persone in ogni nazione sono ora paralizzate dagli eventi mondiali.
Immediatamente i miei pensieri si sono volti verso i membri della nostra comunità di Times Square. Essi non mostravano tale paura, al contrario, tutti abbiamo una grande tranquillità verso questi tempi, inoltre abbiamo anche una profonda, stabile, gioia.

Sono stato guidato a leggere il Salmo 37, scritto da Davide: "L'Eterno
conosce i giorni degli uomini integri; e la loro eredità durerà in perpetuo. Essi non saran confusi nel tempo dell'avversità, e saranno
saziati nel tempo della fame." (Salmi 37:18-19)
questa è una sorprendente profezia per il popolo di Dio che si compie
davanti ai nostri occhi.

In parole povere, il salmo 37 ci dice che il Signore si erge per colpire questa società il cui peccato è arrivato fino al cielo. Davide profetizza: "Perché le braccia degli empi saranno rotte..." (Salmi 37:17). Eppure questo stesso salmo è di grande speranza, contiene un'incredibile promessa verso coloro che mettono tutta la loro fiducia nel Signore.

Alza lo sguardo

Non guardare né a te stesso né agli altri! Guarda a Gesù, « duce e perfetto esempio di fede » (Epistola agli Ebrei 12:2).
Questo è il segreto di una vita cristiana felice.

Ma non è tutto. Volgi a Lui lo sguardo e aspettalo, poiché deve tornare. Nelle Sacre Scritture è parlato molto della promessa del ritorno del Signore Gesù per prendere a Sé tutti i veri credenti, la sua Chiesa, e introdurli nel cielo, nella casa del Padre. Che privilegio dunque per il credente di poter aspettare il suo Signore!

Oggi viviamo in un tempo di turbamento e di grande confusione. Tutti hanno paura di ciò che potrà avvenire. La scienza, che avrebbe dovuto portare all'umanità sicurezza e felicità, si è dimostrata non solo impotente, ma anche controproducente, e persino micidiale. L'incredulità, la violenza, l'immoralità prendono sempre più piede nella nostra società.

Non diminuiamo la potenza di Gesù

«Donde hai dunque cotest'acqua viva?» (Giovanni 4:11)

 "Il pozzo è profondo" diceva la donna Samaritana; infatti lo è, e molto più di quel che lei immaginasse.

Pensa alle profondità della natura umana, o della vita umana, pensa alle profondità dei "pozzi" che stanno dentro di te.

Hai forse agito in modo da limitare il ministerio di Gesù, così che Egli non ha potuto fare nulla?

Supponi che nel tuo cuore vi sia un pozzo di profonda miseria e che Gesù venga e dica:"Il vostro cuore non sia turbato", e che tu scrolli le spalle e dica di rimando : "Ma Signore, il pozzo è profondo, non puoi attingere pace e conforto!"

Infatti Egli non ve li attingerà, ma ve li immetterà dall'alto; Gesù non trae nulla dalle profondità della natura umana.

Ricordare le opere che ammettiamo abbia fatto per noi nel passato il Santo d'Israele, e poi concludere:"Ma questo, sono certo che non può farlo", equivale a prendersi l'arbitrio di pensare che Egli abbia dei limiti e di stabilirli.

Nulla offende tanto l'Onnipotente quanto il non credere, come discepoli di Gesù, alla Sua Onnipotenza. Dimenticare che Egli è onnipotente è impoverire il Suo ministerio; ma l'impoverimento è in noi stessi, non in Lui.

Quando vi riunite

Spesso purtroppo può accaderci di trasformare gli incontri settimanali della nostra chiesa locale (di adorazione, di studio biblico o di preghiera) in incontri quasi ripetitivi: uno si succede all'altro, settimana dopo settimana, mese dopo mese, senza particolari sussulti spirituali e senza evidenti frutti concreti nella vita di chi vi partecipa.

Eppure, quando ci riuniamo, ogni cosa dovrebbe essere fatta, come indica la Parola, "per l'edificazione" (1 Corinzi 14:26), cioè tutto dovrebbe contribuire alla crescita delle persone che formano la chiesa e che partecipano agli incontri.

Quando questo non accade, gli incontri invece che essere una ricchezza si trasformano in una perdita e non soltanto di tempo.

Nella Bibbia (Neemia 8) troviamo la descrizione di un incontro del popolo di Dio che ha prodotto dei concreti frutti spirituali:

Il tempo....

  • Il tempo, rispetto all'eternità è come un granello di sabbia in un deserto. Anzi, infinitamente meno.
  • Il tempo passa.. l'eternità no!

Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno
Giovanni 6.40

  • Il tempo, rispetto all'eternità è come un granello di sabbia in un deserto. Anzi, infinitamente meno.
  • Il tempo passa.. l'eternità no!

Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno
Giovanni 6.40

Gli ultimi tempi

Solo l'ultimo fatto di cronaca: La fidanzata lo lascia, pugile massacra una passante a Milano
Una donna filippina massacrata e uccisa dall'ira dell'uomo (ansa 6 agosto 2010)

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Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio,

Compassion, adozione a distanza nel nome di Gesù. Le origini

Il lavoro di Compassion è cominciato in Corea del Sud, quando nel 1952 il pastore Everett Swanson si senti spinto ad aiutare 35 bambini che il conflitto coreano aveva reso orfani. Profondamente colpito da ciò che aveva visto e lacerato dall'enorme bisogno di cui per la prima volta si era reso conto, decise di fare qualcosa di concreto e cominciò a raccogliere fondi negli Stati Uniti.

Dopo poco tempo si convinse della necessità di assicurare ad ogni bambino n aiuto costante e mirato, e mise a punto un programma di assistenza basato sulla relazione "uno a uno". Nacque il concetto di sostegno a distanza, noto anche come "adozione a distanza".
Il programma assicurava ai bambini - con una modesta cifra mensile - un
tetto, cure mediche, cibo, vestiti, istruzione.
Dopo dieci anni il numero dei bambini sostenuti era salito a 10.000, e si rendeva necessario un trasferimento di sede in un luogo più adatto e spazioso, oltre all'uso di un nome riconoscibile.