Questa intima vicinanza è dimostrata dal brano del Nuovo Testamento che ora prendiamo in considerazione nel Vangelo di Giovanni 21:1-13.
Ve lo immaginate Gesù, vero uomo ed anche vero Dio, che dice: "Venite a far colazione"?
Una colazione con Lui, preparata da Lui: pane e pesce alla brace!
Vi immaginate la scena?
Gesù è reduce dalla morte più cruenta, quella per crocifissione; Egli si presenta, risorto, sulla spiaggia di quel lago per dire ad un gruppo di pescatori, da Lui considerati ancora Suoi discepoli, nonostante le ripetute diserzioni: "Calate la rete sul lato destro della barca e ne troverete".
Intendeva dire che avrebbero potuto pescare quei pesci che, nonostante le fatiche di tutta una notte, avevano lasciato vuota la loro rete.
E quella barca, al comando di Gesù, fu piena di centocinquantatrè grossi pesci, senza che la rete potesse rompersi!
Una pesca con successo!
Uno che si divertiva a creare illusioni o una persona piena di attenzioni, di amore nei confronti di uomini storditi, scoraggiati, dimentichevoli dei momenti trascorsi insieme quando, dopo la Sua risurrezione, era apparso fra loro?
Il Vangelo riporta questa testimonianza raccolta da Giovanni con le parole: "Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli...e si manifestò in questa maniera", ovvero come un amico, cui stia a cuore di condividere una colazione con gli amici.
Non possiamo giudicare il Suo operato, né pensare di intervenire nei Suoi modi d'agire (Salmo 115:3)!
Da questo brano del Vangelo di Giovanni possiamo ancora una volta considerare l'immenso amore che Gesù ha per i Suoi figlioli. Li cerca, li va a scovare dove essi pensano di nascondersi con una fede oscurata dal dubbio. Rimuove le loro paure suscitate da un razionalismo guastato dal materialismo.
Gesù si fa conoscere
Il sostegno della fede è l'amore.
Nel Nuovo Testamento è scritto: "Noi amiamo perché Egli ci ha amati per primo". Infatti, anche in questo caso, Gesù si fece vivo per primo.
L'apostolo Pietro era così sfiduciato nei riguardi di se stesso e di Gesù, al punto di scambiare le Sue apparizioni per suggestioni, quasi delle illusioni ottiche che, alla fine, lo portarono ad affermare: "Io vado a pescare", convinto che fosse la cosa migliore da fare dopo gli anni trascorsi al seguito di Gesù.
Influenzò anche i suoi "colleghi": "Veniamo anche noi con te". Si erano tutti dimenticati del meraviglioso compito affidato loro da Gesù: "Venite dietro a Me e vi farò pescatori di uomini".
Ma, anche in questo caso, Gesù non recede: continua ad amarli, Gli sono preziosi, non li dà per persi.
Il Signore fa così anche con noi, quando la nostra fede cristiana è in crisi. "Figlioli, avete del pesce?" aveva chiesto Gesù. La risposta era stata sbrigativa: "No".
Si deve avere il coraggio di dichiarare a noi stessi e al Signore che, staccati da Lui, siamo privi di ogni risorsa spirituale e materiale, incapaci di fare alcunché.
Ciò è dovuto talvolta anche alla nostra carenza di una fede vera, all'assenza della ricerca continua del frutto e dei doni dello Spirito...
Tuttavia Gesù prende in considerazione anche il residuo, il poco della nostra fede, della nostra speranza, ed agisce spandendo su di noi le Sue benedizioni (Matteo 17:19-20).
Egli provvede a recuperarci, ci cerca, Si fa incontrare di Sua iniziativa, ci invita ad un'intima comunione con Lui: "Venite a far colazione"!
Colazione con un cibo preparato da Lui, un cibo spirituale, un fuoco da Lui acceso, del pesce già pronto.
Davanti a tanto amore dovremmo sentirci indegni, e così incapaci a corrisponderlo da dover quasi temere un giudizio e una condanna. Ma, grazie a Dio, va sempre considerato che, alle ripetute espressioni della nostra infedeltà, il Signore risponde sempre con la Sua fedeltà (2 Timoteo 2:13b).
In mezzo a quel gruppo di pescatori ce n'era uno particolarmente sensibile all'amore di Dio. A lui fu dato di riconoscere, in quel personaggio apparso all'approdo, Cristo Gesù, il Signore.
Comunicò questa certezza all'apostolo Pietro il quale, ripreso dalla propria coscienza e, probabilmente, temendo un giudizio pesante per aver poco prima negato di conoscere Gesù e di far parte dei Suoi, si affrettò ad indossare la veste, perché era nudo, e a gettarsi in acqua.
Dio è amore e a chi Lo teme sottomettendosi alla Sua volontà offre il Suo perdono e la riabilitazione.
Ci sia data grazia di riconoscere il Signore e questo Suo grande amore!
Torniamo a far colazione con Gesù, per un cibo che ci faccia conseguire la vita eterna e ci abiliti prodigiosamente a vivere e a divulgare il Vangelo della salvezza e dell'amore, nella piena dedizione di noi stessi.
Al cibo, quale sostegno dell'esistenza fisica, penserà sempre il Signore: "Centocinquantatrè grossi pesci"!
Germano Giuliani - Maggio 2009
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