Sono stato invitato a un gruppo in Internet dal titolo «Calcio intelligente». Ecco qualche riflessione, che in parte ho postato lì, che potrebbe stimolare la discussione qui. Ho qualche dubbio che esista qualcosa come il «calcio intelligente». Mercenari strapagati a peso d’oro scendono in campo, inseguendo una palla; e migliaia di tifosi paganti si illudono, dicendo: «Abbiamo vinto!». Intanto fanno ingrossare il conto in banca dei proprietari del club calcistico, che vendono abbonamenti per gli stadi e il marchio per produrre gadget di ogni tipo; a ciò si aggiungono gli introiti provenienti dai mass-media (TV, radio, gruppi editoriali, ecc.), che vendono abbonamenti, giornali, libri, CD, DVD, ecc. I calciatori sono un prodotto come un altro, che viene sfruttato finché tira. Tali mercenari guadagnano milioni dall’essere prodotti di lusso e perché si vendano prodotti a loro nome.

In nome dei loro idoli i tifosi hanno fatto grandi sacrifici; hanno pagato abbonamenti, sono andati in trasferta, hanno comprato tutto l’occorrente per apparire tifosi della squadra del cuore (cappellini, sciarpe, magliette, felpe, poster, palloni, ecc.).

Tali idoli del calcio sembrano inseparabili dal club sportivo di appartenenza. Il tifo per la squadra del cuore è come una specie di devozione a una religione sportiva, con i suoi rituali e le sue liturgie. Infatti, ad esempio, per loro dire «Napoli» e dire «Higuain» era la stessa cosa. Tuttavia, quando viene offerto loro di più dai concorrenti, presto cambiano casacca.

E che faranno ora i tifosi del Napoli, che si sono fatti tatuare il loro idolo Higuain sul braccio, sul polpaccio o sulla schiena in formato XXL? Ora, il loro idolo è diventato un traditore! Assomigliano a quelli, che si sono fatti tatuare il nome della loro amata sul corpo, pensando a un amore eterno, ma poi sono stati traditi dal migliore amico! Ora, quel nome è odiato e maledetto, ma esso resta proprio attaccato addosso.

Come scrisse il vecchio e saggio Salomone: «Nullità delle nullità; tutto è nullità. [...] Anche questo è nullità, è un correre dietro al vento» (Bibbia, Ecclesiaste 1,3; 2,26). Sì, correre dietro a una palla, è nullità! Una delle tante nullità di questo mondo, in cui lo sport diventa spettacolo, i calciatori idoli, il tifo diventa un surrogato di devozione religiosa e il business la fa da padrone.

Era meglio, quando a inseguire la palla eravamo direttamente noi. Almeno ci misuravamo gli uni con gli altri, diventavamo consapevoli dei nostri punti di forza e dei nostri punti deboli, creavamo gioco di squadra, sviluppavamo strategie immediate e c’inventavamo trucchi. Allora sì che era un «Calcio intelligente».

*** Discuti questo tema qui o sulla mia pagina di "Facebook": https://www.facebook.com/notes/fede-vivente/calcio-intelligente/1223579761006589

Nicola Martella

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