La lettera di Giacomo, il fratello del nostro Signore, non è un libro molto popolare. Questo è sorprendente, perché è un libro estremamente pratico. Oggi viviamo in un'era pratica, così pratica che molte persone non sopportano la sana dottrina. Se insegnerete la giustificazione,
la rigenerazione o altri importanti temi teologici, le persone vi spingeranno a parlare di "Come allevare i figi', di "ome avere un matrimonio felice" su "Come applicare i principi biblici nel luogo di lavoro" (diventerete ricchi se farete così ... ) o altri temi simili. Ma se le cose stanno così e se Giacomo è un libro pratico, come mai allora i cristiani non lo leggono e non lo meditano abbastanza?
Ritengo che il problema sia appunto questo: la lettera di Giacomo è pratica. È cosi pratica che affronta tutte le nostre mancanze personali, i nostri peccati ed i nostri errori. Ed è così diretta che non possiamo facilmente evitare o sfuggire ai suoi insegnamentì.
Questo mi ricorda un predicatore del sud, che stava inveendo contro il peccato. Stava predicando contro il peccato del gioco d'azzardo; una donna che era seduta in prima fila era abbastanza contenta.
"Predica queste cose fratello!" disse la donna piangendo. Il predicatore continuò denunciando il peccato dell'ubriachezza. "Amen!" gridò la donna. Quando parlò del ballo e di avventure galanti lei era quasi estasiata. "Alleluia!" esclamò.
Ma quando il predicatore parlò sul pettegolezzo, la donna si voltò verso il suo vicino e d'sse: «Adesso il pastore non sta predicando, si sta solo immischiando nei fatti altrui". Ho il sospetto che molte delle persone che cominciano a leggere Giacomo, partano prevenute, sospettando che egl' si stia davvero immischiando nei nostri peccati e così finiscono per lasciare questo libro da una parte, dopo aver insegnato che è realmente pratico, è sempre molto bello ritornare indietro alla "sana dottrina''.
Ma questo noi non lo possiamo fare, per lo meno se siamo dei veri cristiani. Non possiamo dimenticare che all'inizio di Romani 8, dopo una delle più intense esposizioni dottrinali dell'intera Bibbia, l'apostolo Paolo, scrivendo della grazia di Dio nella salvezza, conclude affermando che dobbiamo vivere una vita santa, ebbene questa è un'affermazione estremamente concreta. Questi versi dicono: "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella
carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spiriton (Rom. 8:1 -4).
In modo analogo, dopo la successiva esposizione dottrinale, nei capitoli dal 9 all'l 1 della stessa lettera ai Romani, Paolo applica i concetti dottrinali con un linguaggio pungente: e vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontàn (Rom. 12:1 -2).
Ciò che abbiamo appena visto avviene in quasi tutte le lettere di Paolo. Ogni grande sezione dottrinale è seguita da un'acuta e realistica applicazione di quello che è stato appena insegnato.
Naturalmente Giacomo non è cosi apertamente teologico come Paolo. Egli deve essere stato un uomo molto .... "terra terra", come diremmo oggi. Ma il suo insegnamento pratico è basato sulla sana dottrina biblica e la sua applicazione della Parola di Dio alla vita di tutti i giorni, è qualcosa che Paolo stesso avrebbe vivamente approvato. Le domande che ci dobbiamo porre sono le seguenti: sapremo trarre profitto da ciò che è scritto in questa epistola? Accoglieremo i suoi insegnamenti? Ho cercato di suggerire quali sono le aeree nelle quali abbiamo bisogno di imparare, usando un linguaggio informale nei titoli dei capitoli:
- Perché Dio permette che questo accada? - Giacomo 1:1-18
- Non voglio essere un fanatico - Giacomo 1:19-27
- I miei amici sono speciali - Giacomo 2:1-13
- Certo, io credo! Ora cosa devo fare? - Giacomo 2:14-26
- Almeno non sono ipocrita! - Giacomo 3:1-18
- È colpa sua - Giacomo 4:1-12
- Di quanta sicurezza ho bisogno? - Giacomo 4:13-17
- Credimi, ricco è meglio - Giacomo 5:1-6
- Il Signore aiuta quelli che ... - Giacomo 5:7-12
- La preghiera è per i deboli - Giacomo 5:13-20
Questi capitoli erano, in origine, dei sermoni, che ho predicato durante i culti serali nella Tenth Presbyterian Church e furono successivamente trasmessi alla radio, nel corso di una serie di studi biblici.
Jarnes Montgomery Boice
Philadelphia, Pennsylvania
Allegato | Dimensione |
---|---|
certo_io_credo_ora_cosa_devo_fare.pdf | 2.74 MB |
- Accedi per commentare
- 1350 viste